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Si ricomincia Down Under

Creato il 24 febbraio 2012 da Rightrugby
Si ricomincia Down Under ... E mentre in Europa siam tutti distrattissimi, nel pieno della stagione consacrato dal torneo delle Sei Nazioni, Down Under si ricomincia. Dopo i primi assaggi col Varsity sudafricano, da domani mattina presto è già l'ora del SuperXV, torneo per franchigie sudafricane neozelandesi e australiane, dove giocano i campioni delle prime nazioni nel ranking. Si parte domani venerdì 24 seguendo il fuso orario, con Blues-Crusaders in Nuova Zelanda, seguito da ACT Brumbies-Western Force in Australia e Lions-Hurricanes in Sudafrica. Sabato seguiranno Chiefs-Highlanders, Waratahs-Reds, Cheetahs-Bulls e Stormers-Sharks.
Sarà un torneo di transizione, come d'uopo nell'anno post Mondiale: numerosi sono i ritiri da quello che rimane la miglior vetrina per aspiranti a posti nelle nazionali, "vestiti" da trasferimenti al Nord (John Smit, Bakkies Botha, Brad Thorn, Matt Giteau solo per indicarne alcuni); in più alcuni lungodegenti come Richie McCaw e Quade Cooper salteranno ampie fasi del torneo.
Facciamo una preview con un po' di name dropping buono per iniziare a acclimatarci e ragionando per Conference, come è stato riorganizzato il torneo l'anno scorso, aumentando il numero di confronti tra squadre della stessa nazione, pur mantendendo un certo numero di "tour" all'estero per ogni squadra in un'area ampia una decina di fusi orari (uno non ci pensa, le vede quasi fossero tutte raggruppate vicine là in fondo come raffigurato sopra, ma non è propriamente così. Tanto per dare un'idea, Brisbane e Perth sono separate da circa la stessa distanza che c'è tra Lisbona e Kiev).

Si ricomincia Down Under  Conference Australiana
- Il torneo 2011 è stato vinto con ampio merito dai Reds del Qeeensland, che han mostrato un gioco accelerato, gestito dal mediano Will Genia. Pochissime le modifiche nel roster volute da coach Ewen McKenzie: puntano sull'anno di esperienza (vincente) in più. Quel che mancherà per almeno metà del torneo sarà la fantasia risolutiva di Quade Cooper, che si ruppe il crociato nella finalina del Mondiale. Due "soliti" leader di reparto da guardare, Genia a parte: Digby Ioane dietro e capitan James Horwill davanti. Mike Harris, centro neozelandese arrivato l'anno scorso da North Harbour e coeataneo di Cooper, sarà il nr.10.
- I Waratahs del NSW persero l'anno scorso il titolo di prima franchigia australiana; sotto la direzione di Michael Foley proveranno a riprenderlo. Ad aiutarli, l'arrivo dell'esperto Adam Ashley-Cooper e del mediano sudafricano Sarel Pretorius preso al posto di Luke Burgess andato a Tolosa, sull'altro piatto della bilancia c'è la partenza di Kurtley Beale e tutta una serie di infortuni più o meno gravi. Toglieranno dal campo per periodi più o meno lunghi gente come Lachie Turner (fuori per tutto il torneo), Drew Mitchell, Rocky Elsom arrivato dai Brumbies, Dan Vickermann e anche l'apparentemente ristabilito dai mal di testa Berrick Barnes, playmaker della squadra, responsabilizzato dalla partenza di Beale. In più ci sono gli addii dei guerrieri davanti Phil Vaugh e Al Baxter.
- L'altra franchigia storica australiana sono i Brumbies dell'ACT, il Territorio della capitale Camberra. Reduci da un torneo che più negativo non si può e "appesantiti" rispetto ai programmi iniziali dal ritiro di uno sponsor da 4 milioni di dollari australiani, Huawei, volteranno pagina sotto la guida del coach sudafricano campione del mondo Jake White, che dai fasti dei Giteau e Ashley-Cooper intende mutarli guarda caso in un team meno fronzoli e più fisico. Squadra giovane col capitano neo-arrivato Ben Mowen, un nr.8, e leader il centro Pat McCabe e l'hooker della nazionale Stephen Moore.
- La franchigia basata a Perth, i Western Force, si priva dell'enfant prodige James O'Connor e dell'ala Pacifica David Smith andato a Tolone, ma può sempre contare su David Pocock, Ben McCalman e sull'ultima stagione di Nathan Sharpe. Se n'è andato anche il neozelandese Will Ripia; coach John Mitchell si trova a corto di aperture, ma dietro prova a recuperare al rugby un certo Napolioni Nalaga.
- Infine gli ultimi arrivati Melbourne Rebels: grossi investimenti per togliersi dall'ultimo posto assoluto del torneo, affiancando nel reparto arretrato all'esperienza di Gerrard e Mortlock, giovanissimi calibri massimi come Kurtney Beale e James O'Connor. Il problema del club a capitale privato guidato da Damien Hill non è certo la discontinuità di Danny Cipriani, apertura alla sua probabile ultima stagione australiana; potrebbe essere davanti, dove c'è pochino oltre agli anglosassoni Lipman, Delve e al lock "russo" Byrnes.

Si ricomincia Down Under Conference neozelandese
- I Crusaders del Canterbury, di gran lunga la squadra più titolata del SuperRugby, iniziano la stagione da vice campioni e, rispetto alla scorsa stagione in cui dovettero viaggiare per i famosi 100.000km, con una casa a Christchurch. Diverse sono state le "scremature": a partire dall'ultra mediatico Sonny Bill Williams, per seguire con Brad Thorn andato a capitalizzare il fine carriera in Giappone, poi i rincalzi Kahn Fotuali'i e Matt Berquist saliti in Europa; pochi i rinforzi già affermati: viene promosso in prima squadra il quarto dei Whitelock, Luke (con Adam, George e Samuel). In più c'è l'indisponibilità per tempi lunghi di Richie McCaw. Ma i 'Saders non si scompongono più di tanto: del resto, con sette All Blacks su otto del pack e il posto di McCaw coperto dal promettente Matt Todd,  più gente dietro come Israel Dagg, Rob Fruean, Sean Maitland, Zac Guildford ... E Dan Carter. Più Andy Ellis in mediana. Di che ti preoccupi? E'  come sempre la squadra da battere, nonostante le tante partenze e i pochi arrivi.
- Il termine "stagione di transizione" si adatta molto bene a molte delle franchigie del Paese campione del mondo. A partire dai Blues di Auckland: arrivano Ma'a Nonu e Piri Weepu, rientra dall'Europa Rudi Wulff, viene promosso nel Super Rugby il capocannoniere dell'NPC e nr.10 dei Junior All Blacks Gareth Anscombe, - se la vedrà per il nr.10 titolare con l'arrivo da Wellington Michael Hobbs - ma partono Joe Rokocoko, John Afoa, Stephen Brett, Luke McAlister, Jared Payne. Davanti l'esperienza non manca: con Jerome Kaino, uno dei migliori giocatori in assoluto del Mondiale, ci sono Ali Williams, Tony Woodcock, Anthony Boric. Dopo i Crusaders, il team allenato da David Nucifora è con pochi dubbi la franchigia neozelandese che appare più forte.
- Deludenti ultimi dei neozelandesi la scorsa stagione, i Chiefs del Waikato proveranno a riportare ad Hamilton i fasti del loro recente passato. A tal fine sono stati molto attivi negli scambi: è arrivato l'uomo squadra Sonny Bill Williams, Aaron Cruden e Robbie Robinson ad affiancare Richard Kahui e Lelia Masaga, più i samoani Kane Thompson e Mahonri Schwalger per rafforzare il reparto più debole, quello davanti. Se ne sono andati Muliaina, Sivivatu, Stephen Donald e non solo gli anziani, anche De Malmanche, Taniela Moa, Lealifano ... un cambiamento totale. Contrassegnato anche dall'arrivo di Wayne Smith in cabina di regia, assistente di Dave Rennie, nuovo pure lui, ex coach dei Junior All Blacks.
- Gran cambiamenti anche nella capitale Wellington in casa Hurricanes. Qui le ragioni paiono più prosaiche: contrasti col nuovo coach in sella dalla scorsa stagione, Mark Hammett. Molti dei big se ne sono andati sbattendo la porta: in particolare Ma'a Nonu, ma anche Andrew Hore, Piri Weepu, Hosea Gear, Neemia Tialata, Rodney So'oialo, John Schwalger; anche Aaron Cruden ha preferito raggiungere il suo vecchio coach nei Junior AB.  Tra i rincalzi, anche Tyson Keats ha preferito l'Italia. Quanto agli arrivi, infornata di giovani di belle speranze dalle Province più Tusi Pisi da Samoa, per nutrire con carne fresca i ranghi dove rimangono comunque Cory Jane e Conrad Smith. Sarà un'altra lunga stagione per i 'Canes.
- Gli Highlanders dell'estremo Sud sono squadra esoterica rispetto al passa, corri, ruba e riparti degli altri Kiwis: tosti, duri, forward driven quasi fossero europei. Tanto che alla corte di Jamie Joseph arriva uno dei pochi stranieri non Pacifici del Super Rugby, l'inglese James Haskell dopo uno stint giapponese; arriva anche qualche Hurricanes in uscita come Hosea Gear e Andrew Hore ad alzare il tasso tecnico di una compagine tradizionalmente "operaia", guidata dal rosso Adam Thomson e con Jimmy Cowan in mediana.

Si ricomincia Down Under Conference sudafricana
Quest'anno tra le franchigie del Super Rugby sudafricane ci sarà uno stimolo in più per evitare l'ultimo posto nella Conference: nulla di sancito, perà stavolta potrebbe significare una retrocessione vera. Difatti la franchigia creata oramai da anni dei Southern Kings e sinora in parcheggio, reclamerà il posto nel SuperXV del 2013 che le è stato formalmente garantito dalla federazione sudafricana. Dato che la Sanzar ha ribadito che di aggiungere franchigie fino al 2016 non se ne parla essendo i contratti televisivi già venduti, si tratterà di vedere chi le cederà il posto. Le candidate sono Cheetahs o Lions, presenti nel torneo dal 2006 al posto dei precedenti Cats. Potrebbe anche essere, ipotizziamo, che le due si fondano nei Nuovi Gatti, liberando un posto ai Kings e togliendo i Lions, trionfatori nella Currie Cup, dalle peste economiche. A spese degli appassionati di Bloemfontein, cittadina di provincia rispetto alla metropoli Johannesburg.
- Gli Stormers di Città del Capo sono stati la franchigia sudafricana di maggior successo negli ultimi anni: finalisti due anni fa, in semifinale l'anno scorso, il team allenato da Allister Coetzee proverà a confermarsi quest'anno. Chiave sarà una ampliata depth della squadra, che non soffre di molti ritiri - Shalk Burger e Bryan Habana, provato al centro in pre-season, ci sono, come Bekker, DeVilliers,  DeJongh e Gio Aplon. Ci sono anche volti nuovi, come l'apertura Demetri Catrakilis, messosi in evidenza nell'ultima Currie Cup. Tornato dalla Francia sponda Clermont il centro Marius Joubert.
- Tutto il contrario degli Sharks di Durban: la squadra diretta dal neozelandese John Plumtree è costretta al rinnovo totale dopo la migrazione dei suoi "big guns" come John Smit, Terblanche, Mostert, Sykes, Potgieter, Swanepoel, Jacobs, assieme ad infurtuni come quello di The Beast Mtawarira. Le chiavi passano a Bismark du Plessis, libero finalmente dall'ingombrante mentore e a Keegan Daniels. Cambiamenti in vista anche per lo straniero Frederick Michalak, interessato a spostarsi a mediano di mischia, in competizione col crescente Charl McLeod, per provare a riguadagnarsi un posto nell'Equipe de France. La cosa potrebbe portare all'apertura Patrick Lambie. Altri cambiamenti dietro: JP Pietersen potrebbe seguire l'esempio del collega Habana ed essere spostato al centro.
- I Bulls di Pretoria sono l'unica franchigia sudafricana ad aver vinto il torneo, per ben tre volte, ma l'anno scorso non sono riusciti a pervenire ai playoff. Heineke Meyer promosso agli Springboks forse con quattro anni di ritardo, Frans Ludeke può dirigere la franchigia senza dualismi. Francois Hougaard lascerà l'ala per prendere il posto che fu di Fourie DuPreez in mediana a fianco di Morne Steyn; il nuovo arrivato Johan Sadie con Bjorn Basson e Zane Kirchner sono i giovani cui verrà affidata la leadership dietro, mentre davanti col neo capitano Chilloboy Ralepelle i nomi di spicco, realtivamente giovani anche questi, sono Flip van der Merwe, Jaques Potgieter e Deon Stegmann. Sono infatti andati BJ Botha, Bakkies Botha, si sono ritirati Matfield e Danie Roussow: è un po' una nuova era, come per gli Sharks.
- I Cheetahs la scorsa stagione han saputo sfruttare bene il campo di casa, cogliendo scalpi importanti ma risultando la peggior difesa del torneo. Coach Naka Drotske cercherà rimedi pur dovendo rinunciare ai top guns dell'anno scorso: Corne Uys, Sarel Pretorius, Wilhelm Steenkamp; migrati come Aironi anche Riaan Viljoen e Naas Olivier, con risultati controversi. La franchigia del Free State può contare sul rientro di Heinrich Broussow il re del grillotalpa, mentre l'imperatore del lato cieco, il mitico Juan Smith, deve ancora rimettersi in pista. Gli altri esperti in squadra sono lo zazzerone Ashley Jonhson e Adriaan Strauss, il miglior hooker del mondo che non sia titolare in una nazionale. Gli altri saranno più o meno giovani, a partire dai fratelli Ebersohn.
- I Lions del coach neozelandese Jim Mitchell si sono rinfrancati dai guai dell'anno scorso (e da quelli prossimi: sono stati recentemente definiti "hopelessly insolvent") con la vittoria della Currie Cup. Partito nell'estate il mediano Rory Kockott, destinazione Castres,  il coach può comunque far selezione di nomi nuovi tra diverse Province. Uno di questi è Dylan Des Fountain, familiare agli Aironi, messosi in luce la scorsa stagione come metaman nella First Division della Currie Cup. Ma è arrivato anche il carico di esperienza del pilone CJ Van der Linde. Vada come deve andare nel Super Rugby, per intanto la franchigia s'è presa una soddisfazione interna: un bel 88-0 rifilato a quei petulanti rompiballe dei Southern Kings. Annichiliti, tanto per sottolineare a chi fa politichetta da dietro la scrivania,  il salto quantico esistente tra chi pur magari soffrendo c'è e chi invece no. 

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