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Si scrive acqua, si legge democrazia.

Creato il 11 maggio 2011 da Kr1zz @kr1zz

E’ importante spargere la voce: il 12 ed il 13 giugno ci sono i referendum. Bisogna andare ai seggi a votare sì per difendere il diritto all’acqua. E non solo quello, come ricorda questo articolo dell’espresso:

  1. sì, per fermare la privatizzazione dell’acqua
  2. sì, per impedire di lucrare sull’acqua
  3. sì, per fermare il nucleare
  4. sì, per abolire il legittimo impedimento e ribadire che la legge è uguale per tutti

In questi giorni il governo sta cercando di invalidare il referendum contro il nucleare: ha scelto di abrogare le stesse leggi che il referendum chiedeva di abrogare. La proposta è stata approvata al Senato, ma deve ancora passare l’esame della Camera dei deputati. Se sarà approvata, la Corte di Cassazione si pronuncerà sull’opportunità di fare o meno il referendum sul nucleare. Per ora quindi siamo in attesa. Qui trovate il comunicato stampa del comitato “Fermiamo il nucleare“, mentre di seguito riporto il comunicato stampa del comitato “2 sì per l’Acqua Bene Comune“:

Mentre tentano lo scippo del referendum sul nucleare – scippo tutto da verificare, visto che devono ancora pronunciarsi un ramo del Parlamento e la Corte di Cassazione – , il Governo e i poteri forti di questo Paese vogliono provare a fare lo stesso con i due referendum sull’acqua.
Alle tuonanti dichiarazioni di ieri del Presidente di Federutility, Roberto Bazzano, che ha chiesto espressamente un intervento legislativo per fermare i referendum sull’acqua, risponde oggi il ministro Romani con l’apertura ad un approfondimento legislativo ad hoc.
A Governo, Federutility e Confindustria diciamo chiaramente : “Non ci provate, giù le mani dai referendum!”.
I referendum sull’acqua hanno ottenuto le firme di un milione e quattrocentomila cittadini. Una straordinaria mobilitazione che chiede l’uscita dell’acqua dal mercato e dei profitti dall’acqua. Che vuole la tutela condivisa di un bene comune essenziale e di un diritto universale. Che rivendica il proprio diritto a decidere in prima persona.
Un grande movimento che non permetterà alcuno scippo dell’acqua e della democrazia. Perché solo la partecipazione è libertà.

E Luca Martinelli, di Altreconomia, aggiunge:

Chi oggi, per sminuire la portata del referendum contro la privatizzazione dell’acqua, invoca l’esigenza di “un’Autorità indipendente e autonoma”, con “l’obiettivo di evitare un referendum che ha sempre più un taglio ideologico”, come il presidente di Federutility e di Iren Roberto Bazzano, è lo stesso che -lo scorso anno- ha sorvolato sui contenuti di una lettera con cui l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, un’autorità indipendente, sottolineava l’incongruenza di un affidamento diretto del servizio idrico integrato a una società quotata in borsa (Iride acqua e gas, di cui Bazzano era presidente); è lo stesso che presiede un settore -Federutility riunisce il 95% dei gestori di acquedotti, fognature e depurazione- che, a dispetto dell’ingresso di capitale privato e capitale finanziario, iniziato dalla fine degli anni Novanta, con la quotazione in Borsa di numerosi soggetti del settore, è stato capace di realizzare poco più del cinquanta per cento degli investimenti programmati. È, infine, quello che, in occasione dell’ultimo convegno dell’“Osservatorio sulle alleanza e le strategie nel mercato pan-europeo delle utilities”, a fine febbraio 2011, a Milano, ha affermato -come riporta un articolo della rivista Altreconomia (aprile 2011)- che fusioni ed integrazioni tra le aziende del settore sono “il mezzo più rapido per portare le aziende a dimensione sovracomunale” e per renderle “meno dipendenti dalla esigenze specifiche di ogni singolo Comune” socio.

Ecco il pulpito da cui s’invita alla “trasparenza” sminuendo la portata della parola “partecipazione”.

Spargiamo la voce e andiamo a votare sì: ce lo meritiamo!

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