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Si spengono le luci – Jay McInerney

Creato il 02 maggio 2012 da Maxscorda @MaxScorda

2 maggio 2012 Lascia un commento

Si spengono le luci
Si puo’ giocare al piccolo minimalista fintanto che si vuole ma quando alla riga nove di pagina uno si legge "Era l’autunno del 1987. Le foglie del Connecticut si infiammavano al rallentatore…", e’ chiaro che l’eccellenza non e’ soltanto una parola.
Confesso che parlare di questo libro ha per me la valenza di un racconto personale e non che la mia storia abbia qualcosa a che spartire con questa ma solo poche ore fa ero immerso all’interno delle vite dei due protagonisti che la penna di McInerney ha trasformato in pezzi della memoria, qualcosa che va oltre la complicata realizzazione di un mondo tridimensionale e cinetico, impresa che e’ gia’ un grande obiettivo. 
C’e’ vita qua dentro, vita di Corrine e Russell, coppia felicemente sposata, forse troppo in una New York di fine anni ’80, sempre di corsa, nottambula, avida e promiscua nella quale "la fedelta’ di questi tempi e’ solo il nome di una agenzia di sconto".
Lei broker per noia e necessita’, lui non ancora disilluso editor di una piccola ma prestigiosa casa editrice, mescolano le loro esistenze alla realta’ economica di quegli anni, ne resteranno invischiati, masticati e cio’ che rimarra’, sputato sul mondo in attesa che il buio li assorba per sempre.
E’ la New York gia’ raccontata in quegli anni da "American Psycho" di  Bret Easton Ellis e da McInerney ovviamente nel suo celebre esordio "Le mille luci di New York" ma e’ anche la New York di "Wall Street" di Oliver Stone, de "Il falo’ delle vanita’" di DePalma e la California di cui John Fante sara’ emerito precursore e che vedremo poi rappresentata in innumerevoli trasposizioni cinematografiche sulla traccia di "Il prezzo di Hollywood" e mille altre ancora.
Pregevole anzi vincente la prospettiva che il distacco di qualche anno dona alle vicende narrate, il libro e’ del 1992, la storia del 1987, gap che consente una lucidita’ da fine corsa coi muscoli ancora caldi ma in via di riposo, pronti a tirare le prime somme su un mondo infine non diverso ma certamente piu’ esperto e disilluso.
La scrittura e’ strepitosa sin dalle primissime righe e proprio mentre ci si beatifica con la parola e si tralascia in fondo la tensione sessuale dei protagonisti che sai esplodera’ in qualche infausta direzione, ecco che subentra la finanza, la macroeconomia e ogni pagina declina su questo fronte per poi ripiegare nuovamente sulla vita dei personaggi, macchiandola col passato che emerge e tutto quanto si confonde, ogni vicenda si mescolera’ alle altre sino al drammatico finale in cui nulla sara’ mai piu’ lo stesso.
Ho rubato ore al sonno e ugualmente mi son costretto a dormire perche’ oltre le pagine c’e’ una vita da rispettare ma fosse dipeso dal cuore avrei assistito lo svolgersi del racconto dalla prima all’ultima sillaba, ininterrottamente, e quando un libro sa strapparti dalla realta’ regalando lacrime e risate, tensione spasmodica e come droga lasciarti nell’astinenza della sua conclusione, francamente non so per cosa altro valga la pena leggere.
Ha ragione Jay, prima o dopo rimarremo soli innanzi una soglia buia ma con libri come questo, avra’ senso varcarla senza timori.


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