Dopo “A serious man” dei fratelli Coen esce in Dvd anche questo “A single man” di Tom Ford. Stessa ambientazione, gli anni ‘60 pre contestazione. Stessa tematica: la crisi di mezza età di un cinquantenne. Stesso sentimento di malessere verso un’epoca, gli anni 60 appunto, che sono stati il culmine del sogno americano…
I due film in comune hanno un titolo tanto simile da temere che sia in atto una moda (a quando un “A sophisticated man”, “A stupid man”, “A sleepy man”, “A slick man”, ”A soft man”, ”A strong man”? La lingua inglese è ricchissima di aggettivi con la lettera esse), fra l’altro rigorosamente non tradotti nella versione italiana (vi ricordate quando invece i nostri distributori traducevano tutto, magari con titoli che non c’entravano un fico con l’originale?). Ma anche una tesi di fondo che tutto sommato non condivido molto: si poteva essere perfettamente infelici, falliti, depressi anche in un’epoca in cui in giro c’era più speranza, ottimismo, euforia. Insomma, appunto, si stava peggio quando si stava meglio.
Posto che non condivido l’ottimismo forzato e a tutti i costi (per fare un esempio a caso)