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SI SUICIDA perché TRANS

Creato il 18 dicembre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

E’ risaputo che l’appuntamento con la diretta  “bislacca” di Pomeriggio 5 ha per tema le storie di scottante attualità e di  drammi umani ma la vicenda di Apo-Simona trattata all’interno della rubrica “Il caso” ha decisamente dell’incredibile. Partendo dal presupposto di credere a tutto quello che il protagonista racconta alla presenza del suo avvocato, che  lo assiste nel tentativo di rendergli giustizia, il ragazzo dal viso smunto e provato afferma che mentre giaceva al suolo con i polsi tagliati i colleghi avrebbero detto “tanto è un trans!”

Insulti, soprusi, angherie, dispetti e persino botte. Perché lì, nell’ azienda casearia di Latina, quell’ ibrido, quell’ orribile lei/lui, proprio non ce lo volevano. Alla fine Apo-Simona, la donna  che 5 anni fa ha deciso di cambiare sesso per diventare quello che si sente da sempre, un uomo, ha tentato il suicidio. Non ce la faceva più, ha lottato contro tutto e tutti, un maschio intrappolato in un corpo da donna che non gli apparteneva, ha provato ad essere se stesso ma stress, umiliazioni e dolore hanno avuto la meglio e Apo, nella mensa della sua azienda, dopo che per l’ ennesima volta “quelli dell’ amministrazione” gli avevano intimato di andarsene, si è aperto i polsi con un taglierino. Nessuno l’ha soccorso mentre il sangue imbrattava la sua tuta bianca da operaio. È uscito, “barcollavo, non capivo niente”, racconta, poi, poco oltre si è accasciato sull’asfalto. Gli operai di un’altra fabbrica hanno chiamato l’ ambulanza, è stato portato all’ ospedale.

E’ arrivato a pesare 32 kg, anni di psicofarmaci e tutto perché ha avuto il coraggio e la coerenza di dare  Inizio alle cure ormonali e di dirlo ai colleghi e al direttore. “Mi piace il mio lavoro. Sono sempre stato disponibile. Ho sempre lavorato tanto, ogni anno avevo i premi di produzione. Ero ingenuo: pensavo che non sarebbe cambiato niente”.

Invece inizia l’ incubo:  “Nel mio armadietto trovo assorbenti usati, fazzoletti sporchi. Mi urlano mezza lesbica, mezzo frocio, porco, transessuale. Vietato l’accesso al bagno e allo spogliatoio sono costretto  di fatto, a cambiarmi in corridoio. A mensa scherzano sulle lesbiche, ma che si mettono tra le gambe quelle, sghignazzano guardandomi. Ostacolano il mio lavoro e poi mi riprendono perché, per quegli ostacoli, vado fuori tempo. Mi accusano di infastidire le operaie. Arrivano a scrivere tre lettere di richiamo su invenzioni, falsità. Così, ogni giorno, per mesi, anni. Un macchinista mi picchia, calci, pugni e poi mi minaccia se non ti stai zitta ti vengo a cercare a casa, mezzo uomo, lesbica e ti ammazzo”.

Cade in depressione e impazzisce dal dolore fino al punto di farla finita proprio lì nel luogo di tanta incomprensione e insensibilità, attorniato dai presunti “normali” che nemmeno lo aiutano e invece di soccorrerlo lo spintonano. La desensibilizzazione raggiunge il grado massimo e Apo-Simona  di fatto viene lascito lì sul pavimento perché vale meno di una bestia.

A me sono venuti i brividi!

Difficile aggiungere parole all’ennesimo caso di discriminazione sul posto di lavoro che merita l’immediata attenzione dell’autorità giudiziaria perché risultano violate tutte le normative che tutelano le persone, lesbiche, gay e trans nei luoghi di lavoro ovvero, esseri umani che lavorano.

SI SUICIDA perché TRANS
Questo episodio mostra in modo drammatico come sia ancora radicata l’omofobia e la transfobia, una realtà dolorosa e complessa perché espone moltissime persone  allo sfruttamento, al mercato del lavoro nero o, come in questo caso, al suicidio.

L’Italia sta diventando sempre più un Paese intollerante e la tensione viene acuita sulla sicurezza che individua nell’immigrato e nel diverso in generale colui che attenta alla tranquillità dei cittadini “normali”. Anche le gerarchie ecclesiastiche lottano contro tutte le persone non conformi e l’attuale politica è centrata  tutta sulla creazione delle più assurde fobie che scatenano l’odio.

Le istituzioni al contrario, dovrebbero intervenire per rendere valido il principio del rispetto per tutti, eliminando ogni barriera che ostacola il lavoro e la vita per le persone “diverse”. L’indifferenza della politica e delle istituzioni verso una violenza transfobica, omofoba e razzista che sta diventando ogni giorno più forte non rispettano la democrazia e si rischia di far precipitare l’Italia verso un baratro che sembrava s

SI SUICIDA perché TRANS
congiurato per sempre.

Quello che ho visto e sentito in Tv è vergognoso e va condannato.


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