Sabato pomeriggio, il ritorno su Rai1, di Passaggio a Nord Ovest. Storico programma, ideato e condotto da Alberto Angela. Nato nel 1997, mantiene inalterato il suo obiettivo divulgativo: mostrare il mondo lontano o vicinissimo, scoprendo ad ogni puntata il piacere di conoscere nuove realtà o approfondirne aspetti poco conosciuti, dalla scoperta di luoghi, tradizioni, popoli, siti archeologici alle meraviglie del pianeta in cui viviamo.
Alla proposta aderirono una quarantina di equipaggi, un po’ tutti tra la ricca borghesia e la nobiltà europee. A Pechino, però, si presentarono solo in cinque, un triciclo Contal dalla Francia, due De Dion Bouton, anch’esse dalla Francia, una Spyker olandese, un’Itala dall’Italia. Non fu una gara di velocità, non vi era alcun premio all’arrivo se non la consapevolezza di essere riusciti in un’impresa epica. Non vi erano regole, non vi era alcun tipo di assistenza e ogni equipaggio doveva provvedere in autonomia agli aspetti logistici, dai pezzi di ricambio ai rifornimenti di olio e benzina, del tutto assenti lungo il percorso, non prefissato. Nel primo “rally” della storia, l’equipaggio dell’Itala, guidato dal principe Scipione Borghese, raggiunse tra mille difficoltà, Parigi in 60 giorni di viaggio, attraversando Mongolia, deserto del Gobi e Siberia, dopo aver distanziato tutti gli altri concorrenti.
Un sogno per gli avventurieri di ieri, un tuffo nella storia per gli spettatori di oggi.
A seguire, le tinte poco note a noi occidentali dell’Holi Lathmar, una festività indiana, dedicata ai colori, i cui protagonisti sono: le donne, la gioia e l’amore; una breve ventata di follìa che ribalta le gerarchie e spezza gli schemi sociali, almeno per un giorno. I primi di marzo, la fine dell’inverno, un giorno di festa, all’insegna della gioia di vivere e del trionfo del bene sul male.Si festeggia l’arrivo del nuovo anno e le polveri colorate diventano preziose. Acqua e colori arrivano da ogni parte, e tornare a casa puliti è impossibile. Le persone si gettano addosso secchi di vernice, è così che si festeggia Krishna, il dio della gente e dell’amore. I partecipanti girano per le città e i villaggi con i volti pitturati di svariati colori, fra cui domina il rosa, con cui dipingono persino gli animali domestici, il rosso vivo, il colore della speranza, il verde ed il blu cobalto. Scherzi, risate, danze e gioia, è il giorno della libertà. Le donne tradizionalmente costrette ai margini nella società rurale, si riversano per le strade e possono perfino picchiare gli uomini con lunghi bastoni; in una società maschilista, gli uomini in questo giorno accettano di essere colpiti come segno d’amore, perché ogni colpo ricevuto allontana la malasorte per tutto l’anno! Un vento di follia che coinvolge tutti, un’entusiasmo collettivo, l’unico momento in cui
ci si dimentica della dura realtà, in un vortice di colori che coinvolge l’ anima e riscalda il paesaggio. Una giocosa beatitudine dove tutto è dimenticato, un clima di letizia per ritrovare la forza e l’energia per affrontare un altro anno di vita, dura!