Tra gli album più attesi di questa estate, di
sicuro c’è quello di Sia. Per lo più
autrice per le maggiori dive del pop internazionale, da Rihanna a Christina Aguilera,
da Britney Spears a Celine Dion. La sua fama recente la si
deve ai pezzi co-scritti con il Dj francese David Guetta, Titanium e
She Wolf (Falling to pieces), cui Sia Furler, questo il nome completo, ha
partecipato anche come vocalist. La cantante di origine australiana di tanto in
tanto però si concede l’incisione di un disco: dal 1997 ad oggi infatti, sono
soltanto sei gli album registrati, tra cui l’ultimo, 1000 Forms of Fear, in uscita il prossimo 8 Luglio. Trapelato già in rete, il disco, per stessa ammissione
dell’autrice, è composto da tracce che inizialmente erano state pensate per Rihanna e che alla fine l’autrice ha
invece deciso di tenere per sé. Anticipato dal singolo Chandelier che molto risente dello stile della bella cantante delle
Barbados, così come Big Girls Cry,
rilasciato come pre-order single su iTunes lo scorso 25 Giugno, insieme a Eye of the Needle. Il sesto album da
studio dell’artista si compone di sole dodici tracce, e non sono soltanto le
preview la parte più interessante di questo nuovo capitolo discografico, che
forse insiste troppo col Rihanna-style. Tra i pezzi migliori le ballad Straight for the knife e, in chiusura,
l’intensa Dressed in black. È
probabilmente in pezzi, un po’ elettronici, in cui l’artista emerge dalla sua
pringione di autrice che “scrive brani per…”, interpretando pezzi composti forse
proprio per se stessa, come Burn the
pages e Hostage, accompagnati
dal rift della chitarra elettrica, o Free
the animal. Lungo la tracklist trova spazio anche una collaborazione con i The Weekend featuring Diplo, che ritroviamo in Elastic Heart.
Se si pensa al lavoro precedente, We are born, dove basta citare la sola,
e bellissima, I’m in here (che
ritroviamo anche in chiave acustica), colonna sonora di tanti serial americani,
1000 Forms of Fear sembra forse più un
disco di B-Side di Rihanna, dalla quale, paradossalmente, la stessa autrice ha
quasi timore di allontanarsi, che lavoro di inediti, con un abuso del vocoder
quasi a voler camuffare la sua bellissima voce. Mille paure, tra le quali
quella più grande è stata forse essere semplicemente se stessa.
Magazine Gossip
Sia, 1000 Forms of Fear: le mille paure di non essere Rihanna
Creato il 28 giugno 2014 da Marianocervone @marianocervone
Tra gli album più attesi di questa estate, di
sicuro c’è quello di Sia. Per lo più
autrice per le maggiori dive del pop internazionale, da Rihanna a Christina Aguilera,
da Britney Spears a Celine Dion. La sua fama recente la si
deve ai pezzi co-scritti con il Dj francese David Guetta, Titanium e
She Wolf (Falling to pieces), cui Sia Furler, questo il nome completo, ha
partecipato anche come vocalist. La cantante di origine australiana di tanto in
tanto però si concede l’incisione di un disco: dal 1997 ad oggi infatti, sono
soltanto sei gli album registrati, tra cui l’ultimo, 1000 Forms of Fear, in uscita il prossimo 8 Luglio. Trapelato già in rete, il disco, per stessa ammissione
dell’autrice, è composto da tracce che inizialmente erano state pensate per Rihanna e che alla fine l’autrice ha
invece deciso di tenere per sé. Anticipato dal singolo Chandelier che molto risente dello stile della bella cantante delle
Barbados, così come Big Girls Cry,
rilasciato come pre-order single su iTunes lo scorso 25 Giugno, insieme a Eye of the Needle. Il sesto album da
studio dell’artista si compone di sole dodici tracce, e non sono soltanto le
preview la parte più interessante di questo nuovo capitolo discografico, che
forse insiste troppo col Rihanna-style. Tra i pezzi migliori le ballad Straight for the knife e, in chiusura,
l’intensa Dressed in black. È
probabilmente in pezzi, un po’ elettronici, in cui l’artista emerge dalla sua
pringione di autrice che “scrive brani per…”, interpretando pezzi composti forse
proprio per se stessa, come Burn the
pages e Hostage, accompagnati
dal rift della chitarra elettrica, o Free
the animal. Lungo la tracklist trova spazio anche una collaborazione con i The Weekend featuring Diplo, che ritroviamo in Elastic Heart.
Se si pensa al lavoro precedente, We are born, dove basta citare la sola,
e bellissima, I’m in here (che
ritroviamo anche in chiave acustica), colonna sonora di tanti serial americani,
1000 Forms of Fear sembra forse più un
disco di B-Side di Rihanna, dalla quale, paradossalmente, la stessa autrice ha
quasi timore di allontanarsi, che lavoro di inediti, con un abuso del vocoder
quasi a voler camuffare la sua bellissima voce. Mille paure, tra le quali
quella più grande è stata forse essere semplicemente se stessa.
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