Poichè il Movimento 5 Stelle mi ha invitato come oratore ad una serata sull’informazione politica valdostana, cercherò di fare del mio meglio. Cosa cercherò di spiegare al cittadino (mi piace: profuma di 1789, anche se alla presa della Bastiglia mi sembra manchi ancora molto …) Roberto Fico, presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai? Credo il contesto, la realtà valdostana, la sua principale anomalia, ossia il fatto che su 35 consiglieri regionali, ben 30 siano localisti.
I partiti nazionali qui sono una minoranza malvista, una specie di male necessario per fornire ai furbi indigeni preziose “maniglie” romane per dirottare risorse sulla Vda.
Poi che la sua presenza e quella dell’onorevole Ivan della Valle sarà considerata un’ invasione di territorio, perchè qui l’art 67 della Costituzione “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” è considerato un attentato alla “valdostanità”.
Poi che qui il presidente della Giunta regionale esercita le funzioni di prefetto, dunque in questa veste viene a conoscenza di informazioni delicatissime sulla vita privata dei cittadini. Si tratta di una situazione potenzialmente pericolosa, che richiede sollecitudine identica alla legge che impedisce ai pm di candidarsi nello stesso collegio elettorale dove hanno esercitato la loro professione. Però qui nessuno eccepisce…
Poi che per “federalismo” il presidente della Giunta Caveri (un giornalista..) nel lontano 2008 intendeva questo:
“un seggio di diritto nel Parlamento di Bruxelles; la sanzione del principio dell’intesa per la modifica dell’art 116 della Costituzione (ossia lo Statuto Speciale non potrebbe venir modificato senza assenso della regione autonoma…); le norme di attuazione per la creazione di una zona franca e per la piena potestà sull’energia idroelettrica; la delega per impedire che i documenti dell’archivio di Stato finiscano a Torino e a Roma; la nomina del Tar e della Corte dei Conti concordata con la Regione; l’esazione diretta delle tasse da parte della Regione; la norma di attuazione sugli uffici giudiziari (giudici di nomina regionale?); la richiesta che l’Italia aderisca al vertice permanente francofono girando alla Valle il seggio di membro di diritto, perchè “è importante che la causa valdostana (quale?) abbia un teatro internazionale cui rivolgersi”. Infine, poiché l’appetito vien mangiando, “piena potestà sul territorio valdostano del Parco del Gran Paradiso”.
Dulcis in fundo, gli porrò il quesito: in una situazione di micro-nazionalismo etnico, in cui la plebe localista (30 consiglieri regionali su 35…) esigono che i giornalisti “difendano il territorio” (ossia gli smaccati privilegi dello Statuto Speciale..), c’è ancora posto per un’informazione che sia diversa dalla comunicazione istituzionale?
E’ compito dei giornalisti “difendere il territorio”? Oppure si tratta di una mansione che spetta ai cantonieri dell’Anas?
Giornalisti o cantonieri? (roberto mancini)