Non è una novità, vivere sarebbe facile se non ci fosse la gente.
Se fossimo soli, su di un’isola solitaria, ognuno con le sue cose, i suoi libri, i cibi preferiti, saremmo davvero tranquilli.
Ma occorre fare il conto con la gente.
Certo in parte è piacevole; con calma, dedizione e tanta pazienza, si riescono anche a trovare relazioni soddisfacenti, sempre limitate nel tempo e nelle necessità ( nulla è per sempre). Ma per il resto ci si sopporta, ci si scansa, uno accanto all’altro.
Una volta si regolavano i conti con i duelli, oggigiorno con le minacce via mail.
La differenza sta nel fatto che almeno nei duelli ci si poteva guardare negli occhi, nell’epoca del virtuale, no.
La codardia del matto è visibile nei profili finti, nei fake, nei commenti, tempo dedicato ad offendere.
Ognuno di noi ha la sua storia da raccontare, credo; anch’io ho la mia, come tutti. Ne tieniamo memoria, più che altro per ricordarci ogni mattina della infinita stupidità umana. E ogni volta si crede di aver visto e toccato il limite più infimo della decenza.
Ieri ho letto questo ( qui il post di Lupo Renna) e ho compreso che non c’è limite al peggio, che siamo tutti matti vittime di un mondo di matti.
Ma ahimè, i manicomi sono chiusi da tempo.
Al suo posto è stato inventato internet e i social: benvenuti!
Chiara