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Però Pino Maniaci è anche un uomo arrabbiato. Con le istituzioni, con la sua gente e con chi non si ribella. «La mafia non è un problema solo del sud, anzi. Almeno in Sicilia dobbiamo combattere solo Cosa nostra, qui avete a che fare con le mafie meridionali che si sono messe d’accordo con quelle dell’Est Europa. Ma non vi interessa. In Sicilia abbiamo avuto gli ultimi quattro presidenti della Regione e 30 dei 90 deputati dell’Assemblea regionale indagati per mafia. Siamo 5 milioni di cittadini e per colpa di 5 mila malavitosi la Sicilia è diventata terra di mafia. Io vorrei capire perché con tutto quello che succede non vi incazzate».
Perchè Pino Maniaci è arrabbiato? Perchè Telejato, il suo telegiornale, rischia di chiudere.
Il countdown per la sopravvivenza di Telejato è cominciato. Con la Legge Finanziaria 2011 (articoli 8,9,10) a rischio chiusura non è solo l’emittente partinicese ma circa 250 Tv comunitarie in tutta Italia. Il paradosso sta nel fatto che il Ministero dello sviluppo economico si è riservato il diritto di assegnare, a pagamento, tutte le lunghezze d’onda del digitale terrestre, eccetto che per le tre reti RAI, per Mediaset, per La 7, per Sky e per le società di telefonia mobile, cui le frequenze sono state assegnate gratis. Appunto, gratis. Come mai, a farne le spese sono sempre i più piccoli?Le utenze, quelle che non fanno parte dei colossi della Tv, saranno infatti assegnate dietro esborso di ingenti somme di denaro, attraverso graduatorie regionali formulate sul numero dei dipendenti e sulle proprietà immobili. E quelle emittenti che non hanno ne i soldi ne i mezzi per adeguarsi all switchoff come faranno?
Nelle ultime settimane però sembrerebbe muoversi qualcosa. Il Centrosinistra, infatti, ha recentemente presentato un emendamento alla Camera e al Senato che dovrebbe modificare la legge finanziaria 2011: «Secondo questo emendamento – riferisce a BlogSicilia Pino Maniaci, giornalista e direttore dell’emittente televisiva Telejato – il 30% delle frequenze assegnate alle televisioni locali dovrebbero andare alle Tv comunitarie. Se questo emendamento viene approvato allora le Tv comunitarie riusciranno a salvarsi, altrimenti circa 250 emittenti chiuderanno per sempre i battenti. A rischio è la stessa libertà di stampa. Allo stato attuale, se la legge non viene modificata entro il 30 giugno 2012, quando anche la Sicilia passerà al digitale terrestre, Telejato chiude».
Alla base di questa scelta ci sono solo obiettivi di carattere economico e commerciale, mentre viene ignorata la qualità di ciò che è trasmesso e la capacità di sapere stare sul territorio per leggerne la storia e documentarne i problemi. Tutto parte dal cosiddetto beauty contest, letteralmente traducibile con “concorso di bellezza”. Si tratta di uno strumento attraverso il quale si perviene alla ripartizione, in maniera proficua, delle risorse a coloro che le possono utilizzare, assegnando alle risorse stesse il più alto valore dal punto di vista economico e finanziario. Che cosa è successo in Italia? Il governo Berlusconi, per volontà dell’allora ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, stabilì di aggiudicare tramite un beauty contest l’assegnazione delle frequenze televisive invece di procedere con una normale e regolare asta competitiva.
Con il beauty contest , in pratica, si regalano le frequenze televisive all’operatore che più soddisfa a certi parametri richiesti dal Ministero dello sviluppo, che sembrano confezionati propriamente per la tv pubblica e per Mediaset. Sono solo coincidenze!
«Sono stato invitato al Senato per parlare della questione di Telejato e delle Tv cominitarie – continua Pino Maniaci – ma quello di cui mi sono reso conto e che ho ribadito anche ai parlamentari è che il governo Monti è ricattato da Berlusconi perché ancora al Senato e alla Camera trova una larga maggioranza. Berlusconi, prima di dimettersi dalla carica di Premier ha fatto un regalo a se stesso regalandosi le frequenze televisive, provvedimento che grazie alla nostra emittente televisiva è stato bloccato. L’ex Premier, infatti voleva per se tutte le reti televisive, e dunque il Beautycontest, ovvero la gara “pubblica” per l’assegnazione delle frequenze, insomma una truffa.
La contestazione sul Beauty contest sta nel fatto che con il digitale terrestre Berlusconi passa da tre canali, ovvero Canale 5, italia 1 e rete 4, a quindici, che poi sono tutti i canali Premium, con il Beautycontest passa da 3 a 46. Anche il Centrosinistra, se non si oppone alla legge, è pronto a far diventare Berlusconi il dio della televisione. Attendiamo, dunque, nei prossimi giorni il verdetto sull’emendamento. Non dimentichiamo però che vivo sotto scorta a causa delle minacce di Cosa nostra e che togliere l’esposizione a Telejato signifa mettere in repentaglio la mia vita e quella della mia famiglia».
Tratto da: ilariaraffaele.wordpress.com e palermo.blogsicilia.it
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