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Siamo tutti un po’ border… (3° Parte)

Creato il 08 gennaio 2011 da Mente Libera

 

5) DIMENSIONE TEMPORALE e CAMBIAMENTO

altra caratteristica del DPB: -> il “congelamento” del borderline in un eterno e doloroso presente, dove, come un rosario, recita ripetutamente  i suoi dolori e le sue colpe. -> Il borderline teme il futuro.
Lo teme poichè il passato  gli rimanda  una percezione della realtà terribile, ed il futuro un incognita caotica troppo angosciante.
–> la percezione del tempo è strettamente legata al presente ed al suo passato, spesso contenitore di tragici disadattamenti familiari

Siamo tutti un po’ border… (3° Parte)
Il disturbo agisce in due modi: 1) Induce una continuo rimurginare sul passato (come un film), sentito come persecutorio e doloroso + 2) Le  energie mentali vengono massicciamente spese per far fronte all’angoscia ed a tutti i sintomi correlati al disturbo. Rabbia, dolore, dispiacere e  lutto, sono sentimenti che richiedono un dispendio di energie mentali tali, da prosciugare nel borderline  la gioia e la voglia di vivere. La voglia di vivere si basa sulla possibilità  di collocare sé stessi un una dimensione futura possibilista.

non vede in sé ne in altri alcuna possibilità di cambiamento. La realtà relazionale è significata solo nel presente!  ->
Una condizione che rende il borderline passivo.
Per  una persona con un dpb è difficile porsi secondo un ottica progettuale…
Reinterpretare  gli eventi passati secondo nuove prospettive, significa dare un diverso senso ai traumi. Significa cambiare sé stessi nella relazione con il mondo, significa adattamento ed evoluzione da una condizione infantile bloccata.

Il senso di abbandono e solitudine dal mondo,  deriverebbe dal percepire la realtà come collocata in una dimensione temporale ignota. Nel borderline sembrerebbe esserci solo il presente; la probabilità casuale e causale degli eventi non viene considerata, ma re-interpretata massicciamente solo in relazione al passato.

Siamo tutti un po’ border… (3° Parte)
La percezione del tempo nel borderline è statica: non riesce a prefigurare se stesso come una persona in evoluzione, a progettare cambiamenti:.Una grande difficoltà di adattamento alla realtà relazionale. Che lo renderà, se non consapevole, sempre più disadattato e solo. Credo nessuno vorrebbe  passare la sua vita nella tristezza e nel dolore della solitudine affettiva, ma sarà questo che accadrà, se la persona con questo disagio non si impegnerà al cambiamento

Credo anche il senso di vuoto angosciante, del quale spesso il borderline lamenta, sia dato dall’ impossibilità  a collocarsi mentalmente nel futuro, e di percepire il mondo in una rappresentazione mentale incerta…
… Pertanto una dimenticanza non diverrà: “l’altro/a avrà avuto da fare”, collocandolo in una prospettiva futura, piuttosto sarà: “Non si interessa a me”, legata al presente, e determinata dal passato.

Il  cambiamento è temuto poiché la persona con dpb deve porsi in una dimensione temporale caotica, in grado di destabilizzarla.
… se il borderline potesse vedersi in un divenire, ad osservarsi in diverse prospettive, riuscirebbe a comprendere la circolarità delle sue azioni, l’ossessività dei rituali, interrompendoli, e collocandosi psicologicamente in uno spazio mentale progettuale.
-> Congelandosi in un eterno presente, ripetitivo e rituale, il borderline blocca il caos interiore del cambiamento, rigenerante ed in grado di renderlo libero dalle sue catene mentali.

Il cambiamento repentino delle affettività relazionali è uno degli aspetti del dpb che maggiormente caratterizzano e destabilizzano il border.

Il borderline “guarito” invece lo sopporta, comprendendo essere solo un movimento veloce di emozioni, guarda a se stesso con tranquillità e non si destabilizza.

6)  CONFLITTI E CRISI DI RABBIA-DOLORE + MANIPOLAZIONE= far finta di: cambiare casa, cambiare indirizzo mail, etc…)

 

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Se dovessi dare una definizione scientifica e sintetica del dpb direi che è uno stato cronico di rabbia diffusa

il contatto comunicativo con una persona che soffre di dpb appare di frequente caratterizzato da modalità comunicative energiche, spesso aggressive, manifestate tramite l’uso di parole e frasi brusche…. Non è infrequente l’uso di intercalari, sottoforma di parolacce od in casi estremi, bestemmie.

Seppur estremamente delicate e sensibili, purtroppo per come socialmente si pongono rasentano spesso la grossolanità o la volgarità.
Esiste una ampia contraddizione tra la loro modalità di porsi nella relazione e la loro profonda sensibilità.

Nel momento in cui la rabbia eccede, ed eccede spesso, c’è sempre un capro espiatorio sul quale riversarla, tramite disistima, insulti ed invettive di inacapacità

…..quando non è in stato delirante euforico per una conoscenza nuova e stimolante, una situazione che ancora non ha deluso le sue aspettative, rientra in una condizione basale di disinteresse mista a rabbia diffusa e vi manda

Siamo tutti un po’ border… (3° Parte)
Vivere uno stato costante di rabbia è la causa dell’incontinenza verbale o gestuale, che diviene una modalità reattiva per scrollarsela di dosso, farsela calare

È possibile anche che lo stato costante di rabbia sia alimentato da traumi e che la componente reattiva della rabbia sia un modo per cercare di “eliminarlo/a”.

…intuitivamente azzardo che lo stato basale di rabbia che caratterizza il dpb, sia alimentato dall’impossibilità di riappropriarsi di una condizione di normalità, pur restando fermamente convinta che esista anche una forte predisposizione innata ad esperire i propri stati emotivi in modo più intenso rispetto alla norma…
Ecco allora che lo botto di rabbia, le modalità comunicative brusche, spesso ad un filo dall’insulto e disprezzo manifesto, non solo altro che manifestazione di uno stato acuto di sofferenza, che nell’ignoranza che accompagna la conoscenza di questo disturbo vien descritta come cattiveria.

Ma il borderline soffre talmente tanto la sua condizione, che spesso l’unica cosa che riesce a fare e devastare la sua vita, chiudendo relazioni su relazioni, senza per questo riuscire a scollarsi dalla sua rabbiosa croce…

Siamo tutti un po’ border… (3° Parte)
Il dpb rende una persona borderline instabile emozionalmente, ma nelle crisi di rabbia o di dolore, questa rabbia diventa pericolosa e distruttiva… È difficile parlare con una persona in questa situazione, poiché essendo nel versante psicotico, tende ad interpretare ogni cosa tu dica in modo confacente al suo delirio intendendo l’atto come una offesa personale, mancanza, assenza od insensibilità.
Per questo motivo è difficile mantenere in piedi una relazione amicale od amorosa….
Cosa fare, che dire? Meglio tacere ed aspettare passi la burrasca …
Il meccanismo circolare nel quale la persona con dpb si ri-trova, e del quale non è consapevole, induce comportamenti impensabili: le chiamerei stategie di attacco graduale.
Significa che la persona border è sempre avviluppata nel suo dolore…

> Attacca, perché deve sopravvivere al dolore
(Spesso, con sms intimidatori, come richiesta di affetto, con regole se la relazione è amorosa, con svalutazioni, disprezzo se l’altro non risponde, sconfermandolo interamente come persona )

Siamo tutti un po’ border… (3° Parte)
Significa anche un’altra cosa: non solo la persona è all’interno di questa prigione mentale dolorosa, ma ne è talmente invischiata da non riuscire ad avere una prospettiva distante rispetto ai suoi atti, a riflettere su se stessa, divenendo consapevole che a muoverla sono i suoi fantasmi passati.
… Ancora un passo. Il meccanismo perverso consiste nel portare l’altro al conflitto; un conflitto ricercato poiché sentito assolutorio, capace cioè di porre fine ai tormenti che si autoinfligge. Di estingure il suo senso di colpa e di inadeguatezza.
Come ci riesce: tramite delle stategie manipolative…
L’altro è utile se manipolabile
Se non si è attenti ed oculati l’errore ti verrà riversato addosso, assieme alle sue accuse. In taluni casi sarà sufficiente una semplice distrazione.Non sono loro ad essere incapaci di tutelare loro stessi, ma sei tu che non li rispetti, perchè se li avessi rispettati od amati, saresti stato più attento ai tuoi comportamenti.
Con un borderline non bisogna mai abbassare la guardia, poiche il disagio agisce in vece sua, riportandolo sempre nella stessa situazione conflittuale, cambiano solo le persone. Il borderline inconsapevolmente tende dei tranelli, dei quali non sei consapevole perché sei in buona fede, e neppure lui del resto, che inducono sempre ad un qualche errore, sentito ed interpretato con il suo moltiplicatore per mille; una delusione diverra una cocente delusione, un abbandono diverrà un abbandono universale, la sofferenza una una atroce sofferenza.

Come modulare tutta questa ipersensibilità? Come utilizzarla?
Se la persona con dpb non si rende conto che è lei stessa a creare sempre le stesse situazioni conflittuali, a sabotare le relazioni manipolando le azioni dell’altro, per riprodurre il conflitto primario di riferimento, se non si rende conto di questo non ne uscirà; non potrà mai trasformare un eccesso in un talento, rivolgendolo verso gli altri, per il bene degli altri.  –> Non più demoni perescutori, ma esseri umani come loro, bisognosi di un gesto, un abbraccio ed una spalla, sulla quale talvolta piangere.
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