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Siamo tutti un po’ border… (4° ed ultima Parte)

Creato il 08 gennaio 2011 da Mente Libera

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. FONTE  –> (http://blog.libero.it/fernandazanier/view.php?reset=1&id=fernandazanier)

7)  SPAZIO comunicativo PERSONALE,  VALUTAZIONE LOGICA DEI VISSUTI ANSIOSI, Percezione delle emozioni e della distanza affettiva + GLISSARE su argomenti per ridurre ansia basale

–> Nel borderline lo spazio personale di riflessione (, logica, cognizione. ragionamento) viene colmato d’ansia e sensi di colpa,  tradotti in atteggiamenti impulsivi, agiti con richieste d’affetto, o distruzione dell’oggetto amoroso.
–> CALIBRARE la giusta distanza (inter-personale, fisica?) permette di integrare aspetti affettivi (spazio di comunicazione) e logici (spazio personale di riflessione)….. La giusta distanza è un processo mentale che permette l’integrazione tra contenuti affettivi e contenuti logici (limbico e prefrontale).

Siamo tutti un po’ border… (4° ed ultima Parte)
—> Nel borderline prevale uno spazio comunicativo prevalentemente affettivo, e tutto ciò che lo separa dalla altro è percepito come assenza, vuoto, disconferma d’amore. —> ricerca la relazione ad ogni costo, con qualunque mezzo, e con quelle regole
–> Lo sviluppo di uno spazio personale  di riflessione logica – sarà utile per riconoscere la propria ed altrui identità come divise,  ma non internamente scisse. La scissione è emozionale. L’assenza di questo spazio di ragionamento, impedisce un analisi logica della realtà, dell’altro
—> Manca una adeguata valutazione logica della realtà, ogni relazione è interpretata come relazione affettiva,  dove la comunicazione sarà ricerca di adesione con l’altro tramite regole, attaccamento morboso, ricerca di conferme e rassicurazioni, o fuga quando la vicinanza eccessiva gli potrebbe fare perdere il controllo di sè stesso, sommerso da intensi contenuti affettivi.
–> Il disturbo si manifesta nel non riuscire a controllare i propri vissuti ansiosi e non riuscire a rimandare nel tempo la scarica dei propri impulsi. Incapace di tollerare vissuti e sentimenti intensi, tende a regredire a forme di pensiero tipiche dell’infanzia e
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a tenere separati gli uni dagli altri i sentimenti contraddittori, sia relativi a se stesso sia relativi agli altri. Separa nettamente il buono dal cattivo, il piacere dal dispiacere, l’amore dall’odio

…. Gli altri sono visti talvolta come figure idealizzate potenti e totalmente positive oppure, al contrario, sono completamente svalutate, perchè sembra non riuscire a tenere insieme contemporaneamente aspetti positivi e negativi di una stessa persona; anche di se stesso ha un’immagine o onnipotente o molto svalutata.
(tende inoltre a negare la realtà quando essa è sentita disturbante – e a negare emozioni che ha provato..?)

… si arriva a un punto da dover allontanare tt le persone per non farle soffrire e per “punirsi” delle proprie colpe. La vita di un bpd è tutta un punirsi e odiarsi…
- > superficialità -> obbligo della reciprocità. Io do a te se tu dai a me. e viceversa.
–> Nel dpb la percezione della distanza affettiva con l’altro comporta sempre frustrazione.—>  La distanza relazionale, che intercorre tra due o più persone, è caratterizzata  da uno spazio comunicativo ed uno spazio personale di riflessione –> manca l’apprendimento della giusta distanza dall’altro: intesa come  un equilibrio emozionale dinamico, che permette confronti, tenendo conto del ruolo; dinamico perché prevede alternanza tra vicinanza ed allontanamento,  necessaria  a monitorare ed autoregolare l’ assetto emozionale. —> La giusta distanza è una condizione mentale naturale, spontanea, nella quale collocarsi quando ci si pone in relazione con altri. –> Nel borderline la distanza  affettiva, che intercorre tra sé e l’oggetto significativo,  viene percepita come relazione negata.
—>Nel dpb lo spazio comunicativo è caratterizzato da fusione ed allontanamento dall’oggetto scisso in parti buone e cattive, causando o conseguendo -non lo so-  la sua inabilità ad  utilizzare uno spazio mentale di riflessione,  capace  di riequilibrare il suo coinvolgimento affettivo —> Lo  SPAZIO DI RIFLESSIONE permette  di osservare secondo un criterio logico- critico sé stessi e l’altro, riconoscendone identità e ruolo, ed agendo in relazione.

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….. Lo spazio comunicativo (verbale e non), utile per la condivisione ed il confronto delle diverse opinioni, sentimenti ed emozioni,  necessita anche di uno spazio personale di riflessione, per riconoscere, riflettere e contenere sentimenti ed emozioni, valutando la  realtà della relazione stessa,  decidendo come affrontarla e con quale ruolo.  L’autocontrollo del coinvolgimento affettivo è difficile del DPB. Gli aspetti irrazionali legati a relazioni conflittuali o traumantiche del passato, irrompono nelle relazioni, richiedendo risoluzione senza alcun patteggiamento con l’altro. Lo spazio personale di riflessione, dovrebbe permettere il controllo della  rabbia e della frustrazione a monte

Le percezione ed emozioni nel dpb sono sempre sopra o sotto la soglia media: i colori, suoni , la propriocezione del corpo, la sensibilità tattile, gli organi di senso sono intensamente sollecitati in stato di allerta.
La diversità percepita come disinteresse nell’altro è regolata dal confronto tra il suo livello emozionale e quello dell’altro; un confronto  sempre superlativo quando l’altro contiene bene le sue proiezioni, o totalmente insoddisfacente, alla minima divergenza.

I ricordi si sommano e si fondono. I ricordi sono emozioni.
Una persona con-fusa di ricordi avversi e frustranti, non riuscirà più a cogliere uno stimolo neutro, se non come un nuovo e probabile evento frustrante.

Un’altra particolarità “caratteriale” che accomuna buona parte dei border-line è la loro tendenza a scivolare nei dialoghi verso mete indefinite o assenti da qualsiasi riflessione su loro stessi od autocritica.
La chiamano identità diffusa.Serve a diminuire il livello d’ansia basale, sempre elevato e a produrre stategie manipolative di accudimento con richeste di  conferme relazionali.  E’  straordinaria la loro capacità di glissare su argomenti, spesso interrogativi, posti per farli riflettere sulle loro modalità relazionali incongrue e gestite solo dalla paura di non riuscire a tollerare la frustrazione.
Qualsiasi essa sia.

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CONCLUSIONE:

Siamo tutti un po’ border… (4° ed ultima Parte)

Sopportare l’incertezza del dubbio relazionale dato dalle contraddizioni dell’altro.
Insomma: che noia se l’altro/a avesse solo le caratteristiche che piacciono a noi! 

Significa cioè apprende che le tue emozioni sono spesso oltre misura e sorriderne, prendendone atto senza agire impulsivamente nelle relazioni.

Nessuno mi vede, pensa il borderline:

“Meglio allora cercare compagni e compagne che ti potranno vedere, piuttosto che forzare una persona, alla quale non interessa vederti. Noto spesso questa tendenza nel dpb, ma anche nel genere femminile, ad incaponirsi proprio con personaggi che tutto vedono fuorchè loro. Fatevene una ragione, e non perdeteci del tempo.”

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