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Sicilia, la corte dei miracoli si organizza

Creato il 09 novembre 2012 da Albertocapece

Sicilia, la corte dei miracoli si organizzaLicia Satirico per il Simplicissimus

L’avvicendamento tra Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta ha qualcosa di tumultuoso. Il governatore eletto è volato a Roma per avere il nulla osta Pd-Udc a una giunta «autonoma, di alto profilo e aperta alla società civile» ancora alquanto vaga, con l’eccezione di Battiato (che però rifiuta prudentemente di farsi chiamare assessore). Quello uscente, invece, ha traslocato con una corte di galli, galline e animali rari facendo al successore un vero scherzo da prete. In senso stretto.
La giunta regionale del 22 ottobre scorso, tenutasi appena sei giorni prima delle elezioni, ha prosciugato 3,2 milioni di euro per dare soldi alle parrocchie. Non è un riferimento letterario o clientelare, ma proprio chiesastico: tra gli interventi finanziati dal don Raffaele tardivo spiccano infatti la manutenzione della chiesa di Santa Caterina di Viagrande (250 mila euro), i lavori di somma urgenza per la chiesa di San Gerolamo di Polizzi Generosa (100 mila euro), il progetto di manutenzione delle parrocchie di Santa Maria di Ragusa (88 mila euro), di San Giuseppe a Mascali (75 mila euro), di Santa Maria delle Grazie a Linguaglossa (100 mila euro), di San Biagio a Partanna (100 mila euro) e la realizzazione del centro assistenziale di Santa Maria degli Angeli a Palermo (150 mila euro).
In verità l’ex governatore si è rivelato ecumenico e multiconfessionale, finanziando anche la costruzione della Chiesa cristiana Evangelica di Misterbianco (350 mila euro) e il completamento della Chiesa Avventista di Sciacca (200 mila euro). L’elenco dei progetti finanziati è ovviamente molto più ampio, ricomprendendo tra l’altro la ristrutturazione del “ponte del cigno” a Sinagra (140 mila euro) e la creazione di un ufficio legale interconsortile tra i consorzi di bonifica di Catania, Caltagirone e Siracusa: una matrioska burocratica da applauso in cui si crea un consorzio che consorzia consorzi.

Pare che Crocetta stia studiando una spending review contro gli sciali gattopardeschi della precedente gestione, con l’appoggio dei burocrati regionali nominati da Lombardo ma pronti a cambiare referenti politici. Per spirito di servizio, s’intende, oltre che per gli eccellenti rapporti con l’Udc. L’Udc batte cassa: i crociati di Crocetta puntano alla vicepresidenza dell’Assemblea regionale o almeno a una nutrita presenza in giunta. Si tratta proprio di quella giunta che il neogovernatore, mettendo le mani avanti, definisce autonoma, di alto profilo e aperta alla società civile, quasi temendo che le trattative Pd-Udc (PdC?) generino l’esatto contrario: una giunta succube, di basso profilo e chiusa alla società civile.

Le esitazioni di questi giorni confermano il sospetto che gli slanci di autonomia del nuovo governatore siano ora costretti a fare i conti con gli appetiti di quei partiti che, appena pochi giorni fa, avevano in comune anche i valori cristiani. Oggi si parla con insistenza del magistrato Nicolò Marino all’energia, ma l’interessato prende tempo e chiede di conoscere tutti gli altri nomi del governo. Per il momento si sa solo che nel team di Crocetta ci saranno quote rosa, equamente distribuite tra quote Pd e quote Udc. È proprio il caso di dire, rubando le parole al nuovo (non) assessore alla cultura, che Crocetta cerca un centro di gravità permanente: contatta capitani coraggiosi ma tratta con furbi contrabbandieri macedoni, correndo il rischio concreto di incappare in gesuiti euclidei. Scherzeremo a raccogliere ortiche anche per le strade di Pachino?

La situazione è grave ma non seria. Gli equilibri dell’Ars sono ancora da definire, ma sembra che nessuno voglia sentirsi chiamare politico: non i 5stelle, che scoprono le difficoltà burocratiche della decurtazione dello stipendio da favola dei deputati regionali, e nemmeno i nuovi assessori non venali ma costretti a fare i conti con gli scudocrociati. La Regione si avvicina al default mentre alcuni Comuni potrebbero, nei prossimi giorni, essere costretti a dichiarare lo stato di dissesto. Non vorremmo dover scoprire, citando fatalmente Battiato ancora una volta, che per salvare la Sicilia ci vuole un’altra vita. O un’altra parrocchia.


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