Sebbene qualcuno potrebbe dire esattamente il contrario e confermare, invece, che ha smesso di fumare proprio grazie all’utilizzo di una sigaretta elettronica, continuano a fiorire nuove pubblicazioni scientifiche che sottolineano l’inutilità dell’uso delle bionde artificiali come rimedio al vizio del fumo. Gli ultimi nell’ordine sono i ricercatori dell’Università della California di San Francisco che hanno condotto uno studio per verificare le perplessità espresse dalla comunità sulla funzionalità delle e-cig.
La ricerca scientifica pubblicata su JAMA Internal Medicine ha coinvolto circa 1000 soggetti, alcuni dei quali già fumatori di sigaretta elettronica ma con scarsi risultati. La ricerca, della durata di un anno e condotta dalla dottoressa Rachel Grana, ha concluso che le e-cig non possono essere valutate come strumenti per smettere di fumare e che non possono far aumentare il tasso di cessazione del vizio nei fumatori. Malgrado le conclusioni espresse dalla ricerca, sono gli stessi scienziati coinvolti a parlare di risultati in realtà poco convincenti e, proprio da questo punto di vista, non sono mancate polemiche in riferimento alla validità dello studio proposto. Secondo alcuni ricercatori, infatti, l’analisi pubblicata dimostrerebbe solo che le sigarette elettroniche sono inefficaci nei forti fumatori, e che dati più coerenti, si sarebbero ottenuti solo confrontando i risultati della ricerca attuale con quelli di altri prodotti usati per smettere di fumare.
- Ricerca di: Università della California di San Francisco
- Pubblicata su: JAMA Internal Medicine
- Conclusione: Le sigarette elettroniche non possono essere considerate rimedio efficace per smettere di fumare