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Ghost Whisperer - Presenze è una serie televisiva statunitense di genere thriller e fantasy, ideata dal regista John Gray. Le vicende sono incentrate su una giovane donna, Melinda Gordon, che può comunicare con gli spiriti delle persone morte.
La sigla: simbolismo egizio
Le immagini mostrano Melinda in piedi davanti a un campo pieno di buche, dalle quali escono delle teste, riferimento alle anime che si staccano dalla vita terrena.
Un'ape, simbolo egizio legato alla vita, si stacca da un fiore. L'immagine sfuma in Melinda che con le mani "apre in due" la sua immagine, come fosse una sagoma di cartone: riferimento chiarissimo alla dualità dell'anima per gli Egizi, che la vedevano divisa nel Ba e nel Ka.
Due manichini vestiti di bianco avorio, rappresentanti un uomo e una donna in abito ottocentesco, aprono delle ali bianche da uccello, alla stregua degli angeli. Da queste ali si stacca una piuma, simbolo della Dea della Giustizia Maat, che nella religione kemetista fungeva da giudice della purezza del cuore dei defunti. Poi arriva l'immagine di una ragazza vestita in abito lungo nero, ancora di stile ottocentesco, seduta su una sedia davanti a un campo fiorito: è una scena sgranata, tendente al seppia. La ragazza è bendata e tiene in mano un fagotto, poi la benda si scioglie, il fagotto mostra al suo interno un frutto e la ragazza svanisce. Il riferimento stavolta è al velo che noi tutti abbiamo sui nostri occhi, che ci impedisce di vedere il mondo "vero" e che ci frena nel mostrare ciò che abbiamo al nostro interno.
Poi un'immagine ambigua: Melinda ha accanto a se un bambino molto piccolo, si volta verso il bambino e lo guarda, mentre lui pare non accorgersi di nulla. Un riferimento forse alla reincarnazione?
La scena successiva mostra un uomo che tiene in mano una foto ingiallita che sta bruciando, e che poi lascia cadere al suolo, citazione al "fuoco di rigenerazione", rappresentato in Egitto da uno dei molteplici poteri della Dea Iside.
Una scala a pioli appoggiata a un muro di un sepolcro, in un ambiente lugubre, porta a un bosco in cui una valigia sospesa si apre e ne esce un'ape. Il nesso stavolta è con il concetto di "Portae Coeli" e di tramite tra Cielo e Terra, che ricordiamo è raffigurato nella Bibbia come una scala che sale verso le stelle, mentre la valigia simboleggia l'inizio di una nuova vita: è il bagaglio dei ricordi che svanisce quando ci si reincarna.
L'ape uscita dalla valigia si unisce ad altre api che circondano una bambina che tiene a mani giunte un fiore rosso: le api ne formano il corpo e il vestito. Un'ape si stacca e finisce per posarsi sulla scritta "Ghost Whisperer", che evapora in una nuvola. L'immagine si sposta a destra e appare il volto di Melinda.
Il concetto delle immagini finali della sigla è un capolavoro di coerenza e di conoscenza dell'antica religione degli Egizi, perché in questa cultura l'ape è un animale sacro: gli alveari costruiti secondo precise leggi geometrice, la gerarchia sociale ferrea tesa al benessere collettivo e la produzione di oro liquido, il miele, secondo un procedimento non diverso da quello degli alchimisti rendeva l'ape un essere perfetto, un modello per l'Uomo. La sua reciproca dipendenza dai fiori rende l'ape un insetto indispensabile e il geroglifico che rappresenta il fiore significa "esistere". Senza le api, non ci sarebbe l'esistenza (come si evince dall'immagine della bambina con il fiore in mano); per questo il faraone veniva associato all'ape e la stessa parola che contraddistingueva l'ape, "bit", significava anche "buona azione". Come l'ape, anche il faraone era un alchimista obbediente alle leggi dell'universo e come un bodhisattva il suo scopo era quello di aiutare le anime a elevarsi e a "passare oltre" verso l'aldilà, il Duat, realizzando buone azioni.
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