Non so se la maestra sia stata particolarmente toccata dalle ultime vicende di cronaca a Roma, oppure se il termine rientra bello e buono nella la sua terminologia asilesca ma quando oggi all’uscita della scuola mi ha detto “signora suo figlio è un anarchico” ha fatto cadere a peso morto la mia mandibola notoriamente abituata a concetti ben più bizzarri. Cioè che l’Inuit non fosse esattamente un bambino moscio si era capito da un bel po’, ma signora suo figlio è un anarchico, a due anni e mezzo, è veramente una sorpresa.
Io ho deglutito nascondendo un moto di orgoglio. Che poi è un bambino super socievole, che se cade una compagnuccia la soccorre, che divide la merenda con chicchesia, che solo qualche volta frega le costruzioni ai bambini più piccoli.
Noi, specifichiamo, alla manifestazione di sabato non c’eravamo che eravamo a Bologna e c’abbiamo testimoni che possono provarlo, dunque dobbiamo solo sperare che la Digos non abbia già le foto segnaletiche di un Inuit che sembra uscito dalla periferia di Manchester,con un cappellino calzato in testa mentre tenta di scavalcare i blocchi della zona rossa.
Piccoli Inuit anarchici insurrezionalisti di tutto il mondo unitevi.