Signore e signori…il Babà al miele e mistrà {con lievito madre} per l’Mtchallenge #39

Da Lagreg

(scroll down for english version)

Non ho mai mangiato un babà. Mi correggo, non è vero.

Ne ho assaggiato un cicinin una volta, molto ma molto tempo fa, e quella briciola inzuppata di rum è stata sufficiente per convincermi che non era un dolce fatto per me.

Dopo di allora l’ho rivisto qualche centinaia di volte nei banconi delle pasticcerie ma mai, dico mai, che mi sia tornata la voglia di provarlo. Un motivo preciso c’è…anzi, a pensarci bene, due:

1) mi piacciono i dolci rustici e che fanno crock sotto ai denti,

2) non bevo superalcolici (anche se ammetto che qualche volta mi piace bagnarmi le labbra con la grappa).

Ma com’è che questo Mtchallenge riesce a farmi provare piatti che mai mi sarei sognata di fare? E questa volta mi sono pure divertita anche se ad un certo punto ho creduto che qualcuno mi avesse fatto il malocchio (proprio come è successo a Giulietta).

Ma andiamo con ordine. Rinfresco il mio adorato lievito madre perché Antonietta, l’artefice di questa ricetta, è stata così cara da lasciarci entrambe le versioni del suo caro babà. Potevo mai fare la figura della principiante (che poi di fatto lo sono!) quando qui nel blog mi vanto di sfornare pagnotte, pizzette e grissini a lunghissima lievitazione!

Non avendo idea di quanto tempo il primo impasto avesse bisogno per raddoppiare, faccio un ipotesi ma la sbaglio e mi ritrovo a dover cambiare di corsa la scaletta degli impegni domestici, facendo i salti mortali per trascorrere un po’ di tempo con la piccola pulce (ma per fortuna i nonni!!!).

Il mio impasto cresce a ritmo di lumaca ed allora inizio a pensare che forse qualcuno sta gufando per me (che sia il marito che è fuori qualche giorno per lavoro e che si lamenta di perdersi sempre piatti straordinari?). Dopo sei lunghissime ore (ed una ventina di apri-chiudi il forno) vedo il tanto atteso miracolo e mi rilasso…errore gravissimo!

Vado con il secondo impasto e visto che ho il Kenwood lo sfrutto…farina, lievito madre, burro, latte…tutto sembra andare per il meglio…la massa si sta compattando…che si sia incordato così in fretta?!? A questo punto faccio la cavolata più grossa…pulisco ben benino il tavolo della cucina (Antonietta ci ha vietato di usare la spianatoia di legno ed ora capisco perché) e ci scaravento sopra l’impasto pronta per gli ultimi minuti (???) di lavorazione prima di vederlo compattarsi in una palla omogenea…a questo punto il delirio…passa quasi un’ora prima che riesca a vedere una massa decente, ho la spalla sinistra (mancina sono!) talmente indolenzita che non guarirà nemmeno con un tubetto di Voltaren…per di più sono quasi le otto di sera e la mia pulce scalpita per mangiare (dubitavate?). Evito di ritornare in planetaria perché ho quasi il sentimento che possa combinare il disastro definitivo. Con entrambe le mani ricoperte di impasto (che nel frattempo è finito anche sul muro) cerco di fare delle palline e di adagiarle negli stampi. Guardo sconsolata quello che dovrebbe essere il mio primo babà.

Passano altre tre lunghissime ore prima di poter constatare che l’impasto, nonostante più timori che speranze, è comunque cresciuto! Sono le 23.30 e solo ora mi rendo conto che mi aspetta una notte insonne. Perché il babà non va solo cotto ma quando è ancora tiepido va bagnato con uno sciroppo che ad intervalli di 15-20 minuti va raccolto e riversatogli sopra fino a quando risulterà completamente assorbito dall’impasto.

Ho resistito per due lunghissime ore poi quando voi eravate già in un sonno profondo ho deciso che il mio babà di inzuppo ne aveva avuto abbastanza (anche se di sciroppo ne era avanzato un bel pò).

Il giorno dopo, con il senno di poi, credo di aver fatto la cosa giusta perché se avessi continuato a bagnarlo mi sarei ritrovata con una pappetta in mano. Credo ciò dipenda dal fatto che ho usato uno stampo più piccolo di Antonietta ed ho preparato volutamente uno sciroppo meno denso perché tutto ciò che è troppo zuccherino mi stomaca.

Ma ora veniamo al mio babà…dal titolo è chiaro che, pur rispettando dosi e procedimenti di Antonietta (non avrei mai fatto diversamente), ho cercato di personalizzarlo ed avvicinarlo ai miei gusti.

Niente zucchero (ad eccezione della crema) ma miele….in particolare miele con infuso di anice stellato (del quale vi avevo parlato qui) che ha regalato all’impasto un profumo straordinario oltre che un colore leggermente più ambrato.

Niente rum ma mistrà cioè distillato di anice (la marca è famosissima) prodotto nelle Marche dal lontano 1868 (ho notato sulla bottiglia che la licenza UTF è la n.1 pertanto sembrerebbe il primo liquore registrato dopo la nascita della nostra bella Italia!).

Sciroppo al miele…magari da rendere la prossima volta più denso mettendo meno acqua o aumentando il miele.

Sulla crema pasticcera sono caduta come una pera perché avrei potuto tentare di mettere miele al posto dello zucchero (comunque di canna) e nella peggior delle ipotesi rifare tutto…tanto le gallinelle in questi giorni sono particolarmente prolifiche!

Le amarene sciroppate fatte dalla mamma le avrei anche avute…peccato siano nella dispensa romagnola…ero partita con l’idea di decorare con frutta tropicale poi però l’orto ci ha regalato tante fragoline ed allora ho usato quelle.

Che dire…è stata una faticaccia ma ne sono contenta perché la ricetta di Antonietta è favolosa e per la prima volta in vita mia ho apprezzato (non solo io a dire la verità) il babà. La soddisfazione più grande tutti quei buchini…bravo ancora una volta il mio Pastrocchio!!!

IL BABA’ AL MIELE E MISTRA’ A LIEVITAZIONE NATURALE (per uno stampo da 20 cm e 6 stampini monoporzione o 11 stampini monoporzione)

per il babà:

  • 280 g di farina bio tipo 0 Manitoba
  • 3 uova cat a grandi (io delle mie gallinelle)
  • 100 g di burro (bavarese)
  • 90 g di latte (fresco intero)
  • 20 gr di miele all’anice stellato
  • 50 g di lievito madre rinfrescato
  • 10 gr di lievito di birra
  • ½ cucchiaino di sale fino

per la bagna:

  • 1 litro di acqua
  • 300 gr di miele all’anice stellato

per la crema pasticcera:

  • 250 ml di latte
  • 2 tuorli
  • 2 cucchiai colmi di zucchero di canna chiaro
  • 2 cucchiai rasi di farina
  • 1 limone biologico
  • 30 g di burro

per completare il babà:

  • 5 cucchiai di mistrà o distillato di anice
  • fragoline del mio orto
  • miele all’anice stellato

Primo impasto

Versate in una ciotola 120 g di farina, fate la fontana, aggiungete 1 uovo, il lievito madre, il miele e 30 g di latte tiepido. Impastate, coprite con un telo umido e attendete il raddoppio. A me sono servite 6 ore.

Secondo impasto

Versate in un’altra ciotola la restante farina (160 g), aggiungete il primo impasto e 1 uovo, sciogliete bene e amalgamate, poi incorporate il secondo uovo. Impastate  energicamente per 10 minuti, battendo contro i bordi della ciotola e aggiungendo man mano del latte a cucchiaiate. Sciogliete il burro a bagnomaria o in un microonde e versatelo a filo sull’impasto, incorporandolo lentamente. Per ultimo, in una tazzina “impastate” il lievito di birra con il sale finché diventa una cremina  liquefatta e aggiungete anche questa alla massa.

Lavorate per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltate l’impasto su un piano da lavoro e iniziate a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.

Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.

Ricavarne 11 palline e sistemarle negli stampini monoporzione precedentemente imburrati (nel mio caso 5 palline sono finite nello stampo e le altre 6 negli stampini monoporzione). Ogni pallina deve arrivare a metà altezza dello stampino. Sistemarli in una teglia e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa fino a quando triplicano di volume, fuoriuscendo dal bordo superiore formando una calottina di circa 2 cm. A me sono servite 3 ore e mezza.

L’impasto nello stampo grande è triplicato ma è comunque rimasto tre dita sotto il bordo.

Preriscaldate il forno a 200°, infornate, abbassate a 180° e cuocete per 20 minuti. A metà cottura coprite con un foglio di alluminio.

A cottura ultimata lasciate intiepidire per 10 minuti, staccateli delicatamente dagli stampini (basta reggere lo stampino con una mano e con l’altra tirare e contemporaneamente roteare leggermente la calottina) e adagiateli in una ciotola larga.

Preparate la bagna. Versate l’acqua in una pentola, aggiungete il miele e lasciate sobbollire per 10 minuti.

Spegnete, lasciate intiepidire e versate sul babà ancora tiepido. Ogni 15/20 minuti, aiutandovi con un mestolino, raccogliete lo sciroppo sul fondo del babà e irroratelo di nuovo. Continuate così finché non si presenta ben inzuppato e tratterrà lo sciroppo più a lungo, cedendolo sempre più lentamente. Adagiatelo su un piatto da portata, facendolo scivolare con molta attenzione.

Per i babà monoporzione il bagno sarà simile; dopo aver  versato lo sciroppo sopra, rigirateli dentro di esso ogni 10/15 minuti e comunque finché al tatto non abbiano la consistenza di una spugna inzuppata. Scolateli dallo sciroppo e adagiateli su un piatto da portata.

Preparate la crema pasticcera. Scaldate il latte e spegnete quando accenna a bollire. Mettete a scaldare la pentola con l’acqua che servirà da bagnomaria per cuocere la crema. Nella pentola dove invece cuoceremo la crema mettete i tuorli, lo zucchero e la farina setacciata; con una frusta amalgamateli energicamente e incorporate il latte versato a filo, continuando a mescolare. Passate nel bagnomaria a fuoco dolcissimo. Tagliare il limone a tre quarti, infilzarlo su un forchettone e con questo girare la crema mentre cuoce.

Girate sempre nello stesso verso, senza mai fermarvi per almeno 15 minuti e comunque fino a quando non avrà raggiunto la densità desiderata. Spegnete, aggiungete il burro e incorporatelo con la frusta. Lasciate raffreddare girando di tanto in tanto. Sistemate la crema in un sàc-a-poche e tenetela in frigo fino al momento dell’utilizzo.

Completate il babà. Scolate dal piatto lo sciroppo che sarà colato dal babà. Irroratelo con il mistrà, pennellatelo con del miele precedentemente riscaldato su fuoco lentissimo, decorate con ciuffi di crema pasticcera e completate con le fragoline.

Buon appetito!

NEOPOLITAN BABA’ WITH HONEY AND DISTILLED ANIS (making a 20cm round mold plus 6 individual babà)

for babà:

  • 280 g di bread flour (Manitoba)
  • 3 large whole eggs
  • 100 g butter, melted and cooled plus more at room temperature for molds
  • 90 g fresh whole milk
  • 20 gr anis infused honey
  • 50 g sourdough refreshed and mature
  • 10 gr fresh yeast
  • ½ teaspoon salt

for the syrup:

  • 1 lt water
  • 300 gr anis infused honey

for the cream:

  • 250 ml fresh whole milk
  • 2 egg yolks
  • 2 heaping tablespoons white cane sugar
  • 2 level tablespoons flour
  • 1 organic lemon
  • 30 g butter

to complete babà:

  • 5 tablespoons distilled anis
  • fresh strawberries
  • anis infused honey

First proofing

In a bowl whisk 120 gr of flour, an egg, sourdough, honey and 30 gr warm milk. Knead then cover with a dump cloth until doubled (it took me 6 hours).

Second proofing

Pour in another bowl the remaining flour (160 g), add the doubled flour mixture and the eggs, one at a time, beeing sure they are well incorporated before next addiction. Knead vigorously for 10 minutes adding milk, one tablespoon at a time.

Pour melted butter in a thin stream. In a cup mix together fresh yeast and salt until you get a creamy mixture; beat until incorporated to the flour mixture. Work by hands for 5 minutes, at this point the dough should start pulling away from the sides of the bowl.

Turn out on a marble work surface and start kneading vigorously making some s&f (stretch and fold) for 15/20 minutes. This phase is very important becouse allows you to get a spongy, wet and soft babà.

Dough is ready when it starts to pull away from your hands and once folded it keeps a round shape; you should also been able to see bubbles.

Butter babà molds and palce them on a rimmed baking sheet. Get 11 balls out of the dough and place 5 of them in the round mold and the other in the individual baba molds. The dough should fill each halfway.

Leave rising in a warm place (i.e. in the oven with light on)  until dough reaches 2-cm above tops of individual molds. It took me 3 1/2 hours.

As regarding the round mold, dough should triple even if not reaching its top.

Preheat the oven to 200°C, bake and low to 180°C and cook for 20 minutes covering with aluminium foil after the first 10 minutes.

Remove from the oven and leave to cool for 10 minutes then turn out gently the babà by keeping the mold with a hand and twisting with the other. Transfer in a bowl.

Make the syrup. In a large pot pour water and add honey, simmer for 10 minutes. Turn off the heat, let cool until warm then pour over warm babà. Every 15/20 minutes, using a ladle, pick up the syrup at the base of the babà and pour over again. Go on this way until the babà is wet and has completely absorbed the syrup. Transfer on a serving plate. For individual babà use a slotted spoon to drop two of them at a time into the syrup, submerging completely; let soak until no more bubbles appears .

Make the cream . In a small pan heat milk. Put another pot on fire and fill with water (this will serve for bain-marie cooking). In a smaller pot beat eggs with sugar and add sifted flour; whisk pouring hot milk at thin stream. Place on the bigger pot , low heat. Take a quarter out of the lemon and stick into a fork. Use the lemon to stir the cream until it starts to thick. Turn off the heat and combine the butter. Let cool before transfering in a piping bag and keep in the fridge until use.

Serving the babà. Drain babà from the syrup, sprinkle with distilled anis, brush gently with warm honey; decorate with cream and fresh strawberries and serve straight away or keep in a dry place.

***

Con questa ricetta partecipo all’Mtchallenge di Maggio e dedico il mio babà ad Alessandra e ad Antonietta del blog La Trappola Golosa.

Mando altresì la ricetta a Sandra (che questo mese ospita) e a Barbara per la raccolta Panissimo di Maggio


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