Come si riesce a scrivere qualcosa di “consistente”?
Me lo chiedevo qualche giorno fa, quando riflettevo sul valore di certi smilzi racconti, che però hanno una forza eccezionale. Penso per esempio a “La morte di Ivan Ilic” di Lev Tolstoj: una manciata di pagine appena, che possono sedere accanto a “Anna Karenina” senza sfigurare. Ma la letteratura è piena di “minuscole” storie che riescono a trasmettere con potenza ambiente, personaggi, persino odori. Mi viene in mente “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman.
Questo spiega che la lunghezza della storia non ha alcuna importanza; sembra un concetto banale ma è sufficiente dare un’occhiata in giro per capire che su questo punto la confusione regna sovrana.
L’idea che il romanzo è quella faccenda lunga mentre il racconto è invece quella faccenda corta è lì a provarlo. Non è quasi mai una questione di dimensioni. Però la domanda con la quale ho iniziato questo post resta lì: come si fa a scrivere qualcosa di consistente?
Non ne ho idea.
Solo qualche indizio. Il primo: togliamoci dalla testa di aver scritto o di stare scrivendo un capolavoro.
Meglio cercare di essere più ambiziosi: scrivi qualcosa di onesto. Il capolavoro forse verrà, forse no e spesso si verifica all’insaputa del suo autore. E si rivela essere tale dopo che egli se ne è andato all’altro mondo. Questo fa parte dell’imponderabile, della vita, che non premia i migliori.
Flannery O’ Connor consigliava di sposare un’ereditiera; sapeva bene quanto fosse arduo vedere riconosciuto il talento. E poi?
Scrivi di visi, persone, sangue e carne. Le idee, il desiderio di diventare una specie di condottiero, e di svelare, non fa affatto parte della narrativa; peggio ancora si tratta di aria. Invece la scrittura anche se molti se ne scordano, riguarda persone, ma bisogna imparare a osservare, avere pazienza e scegliere. Perché c’è ben poco di facile nella vita, e ben poco di semplice nelle parole alle quali affidiamo le nostre storie.
Impara l’attesa. I personaggi sono vivi, reali, e non amano mostrarsi subito, e in maniera completa. Per questa ragione devi imparare a essere prudente e a non sostituirti ai tuoi personaggi. La pagina è bianca, loro però non sono marionette di cui puoi disporre come meglio credi.
Percorri la tua strada. Vedrai un sacco di gente priva di talento arrivare in alto, e ti capiterà di domandarti perché continuare. La risposta devi dartela tu, e nessun altro. Ma se hai abbracciato la parola, avrai anche sufficienti forze per continuare. Anche se non approderai mai a nulla di tangibile, mentre il vicino si vanterà con te di aver pubblicato (“Modestamente”) quel libro che tu avevi trovato orribile. E glielo avevi pure detto.