Sileno del blog Frammenti in un suo post del novembre scorso scrisse "poi arrivò la televisione".
Mi è capitato di leggere su un libro che poi citerò, ricordi abbastanza simili sul medesimo argomento. Li ripropongo pertanto, per chi non era ancora ancora nato o per chi voglia ricordare.
"Il nonno Berto faceva le ore piccole davanti allo schermo. Di giorno, non doveva andare nei campi e stava alzato finché non appariva il segnale di fine trasmissioni, con l'inno di Mameli in sottofondo.
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Tutte le sante sere stava lì, gli occhi fissi al televisore, il busto ben eretto e le mani appoggiate sul pomello del bastone ... senza più rivolgere la parola a nessuno.
Siccome dovevano svegliarsi all'alba, i figli e le nuore andavano a dormire senza curarsi dei programmi televisi. Gli davano la buonanotte, ma lui di solito non rispondeva.
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Era il suo modo per mostrare il gran piacere di rimanere lì da solo, a godersi le operette, le commedie di Gilberto Govi o anche soltanto la pubblicità della China Martini con Ernesto Calindri e Franco Volpi, oppure quelle delle caramelle Dufour, con la Marisa del Frate che gli piaceva tanto.
La caramella che mi piace tanto.
Il giovedì sera e il sabato, però, si rimaneva alzati tutti. Da vedere, c'erano Lascia o Raddoppia? con Mike Buongiorno e la Edy Campagnoli, e Il Musichiere di Mario Riva con i suoi campioni, come Spartaco Ditri, e le vallette, per prima Marilù Tolo, la mia preferita, e Brunella Tocci, che anni dopo avrei rivisto cronista nelle sfilate di moda.
Si cenava un po' prima del solito perchè, a dieci minuti dall'inizio della trasmissione, la cucina si riempiva di vicini. Soprattutto di vicine. Per un lungo periodo di tempo, infatti, siamo stati la sola famiglia con la tivù nel raggio di qualche chilometro. E la nostra casa in mezzo ai campi, certe sere, sembrava il caffè sotto i portici della piazza di Montecchio. (...)
Fonte: Bellezze in bicicletta di Adele Grisendi - Ed. Sperling & Kuper economica.