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Fortunatamente non è stato così, anzi, se non ci troviamo davanti alla miglior trasposizione cinematografica di un videogame horror poco ci manca. Certo è che la prima ora è davvero notevole, poi quando si passa agli spiegoni e ai deliri religiosi il film perde moltissimo.
Silent Hill era un magnifico gioco d'atmosfera. La celeberrima nebbia, il mondo dell'Oscurità con tutto quel sangue, quelle pareti decrepite, quelle inferriate, quel rumore metallico. Per non parlare delle ambientazioni, la scuola, l'ospedale, la città stessa. E le creature, veramente mostruose. Beh, nel film c'è tutto, peraltro realizzato alla perfezione. Vi assicuro di non esagerare nell'affermare che le scenografie sono da nomination all'Oscar. Per non parlare della fotografia, eccellente nel districarsi tra le 3 dimensioni che il film presenta (realtà, la città "alternativa" e l'Otherworld).
Certo, il gioco faceva molta più paura ma soltanto per il semplice fatto di esser noi i diretti protagonisti, noi a rischiare di esser squartati vivi da un momento all'altro, noi con il terrore di "chissà cosa spunta fuori ora", è tutto un altro punto di vista. Ma l'Uomo Incaprettato o Pyramid Head, se allora ci terrorizzavano, qua fanno comunque la loro porca figura. Curiosa la scelta di cambiare il sesso del protagonista, forse dovuta al cercar di dare una maggiore profondità al film con il rapporto (sempre più naturale e "viscerale") mamma-figlia. Profondità che peraltro, malgrado l'ottima protagonista Radha Mitchell, non si riesce quasi per nulla a raggiungere. Son altri gli horror che riescono nell'impresa di spaventare e toccare il cuore (per me uno specialmente, tra pochissimo su questi schermi).
Come accennavo sopra è evidente il calo di livello e di tensione tra la prima e la seconda parte, molto più corale, verbosa e ingarbugliata. Sempre bravissima Jodelle Ferland, piccola attrice che rischia di crescere con serie turbe visto che i ruoli da protagonista che finora le hanno assegnato son quasi sempre stati in horror, vedi Silent Hill, They, Il Messaggero, Case 39, il remake americano del fantastico The Kingdom di Von Trier, Seed (proprio di Boll!!) e anche un Master of Horror per non farsi mancare nulla. Porellina... Il problema è il viso, perfetto per questi ruoli.
Alla fin fine non ci frega niente della storia, il colpo di scena finale non è neanche un colpo di scena, chi muore e chi no ci fa poca differenza. A noi interessano le strade abbandonate, le carrozzine rovesciate e quella stupenda, indimenticabile, nebbia.
(voto 6,5)
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