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Silvio: “Al voto a novembre”. Incombe la sentenza del processo Ruby. Si salvi chi può.

Creato il 30 agosto 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Silvio: “Al voto a novembre”. Incombe la sentenza del processo Ruby. Si salvi chi può.
Tutto inizia da una telefonata di Mavalà al Nano Bifronte sdraiato al sole della Sardegna. “Capo – dice Sir Biss Ghedini – qua c’è il rischio che la sentenza di primo grado del processo Ruby ci sia tra novembre e dicembre”. Mavalà non termina la telefonata che già Silvio ha convocato via telepensiero AlfanoVerdini, Bonaiuti e lo stesso Ghedini che un po’ barcolla. Appuntamento a Roma, a Palazzo Grazioli. Silvio arriva mentre una girl gli sta ancora togliendo la sabbia dai bermuda azzurro cielo-Forza Italia. “Signori – dice Nano Bifronte – la situazione è drammatica. Dobbiamo assolutamente approvare la nuova legge elettorale anche sottostando ai ricatti di quei mentecatti degli ex demo-comunisti morti di fame. Non abbiamo scelta, il 2013 è troppo lontano, le procure mi perseguitano, i giudici vogliono condannarmi prima della campagna elettorale”. All’improvviso, in mezzo alla tundra di plastica, la riproduzione in legno d’acanto della dacia di Putin e al modello scala 1:10.000 del Vesuvioin giardino, Silvio ha visto di fronte a sé la sconfitta ad opera di quella magistratura rossa che lo perseguita prima ancora che nascesse. Andare in campagna elettorale con una condanna in primo grado per istigazione alla prostituzione, pure minorile, non è cosa da poco. Certo, c’è sempre monsignor Fisichella pronto a contestualizzare, a dire che Silvio non si è trombato una minorenne pur procace, ma le ha semplicemente misurato la febbre come farebbe un papà coscienzioso alla figlioletta. Certo il Papa, stavolta senza accento, potrebbe pregare per lui, lo fa già per Formigoni, che problema ci sarebbe? Certo, le tivvù a reti unificate potrebbero sempre dire che Silvio non è stato condannato ma diversamente assolto però, alla fine, resterebbe l’ombra di una condanna che potrebbe pesare davvero tanto sulla popolarità dell’ex Conducatordel Prosciutto Cotto Rovagnati e dell’efficacia quasi taumaturgica del Bilba di Cadey. Pensate se in America, dopo una condanna del genere, il colpevole si presentasse alla porta di qualsiasi casa, compresa quella del peggior ubriaco del peggior sexy bar del Greenwich, a chiedere il voto, secondo noi l'inquilino metterebbe mano alla Magnum 45 special e tirerebbe un colpo secco proprio lì, fra le palle. In Italia, invece, si potrebbe correre il rischio che Silvio venga accolto ancora una volta come un perseguitato, e tanto ci meriteremmo. Per farla breve, la prossima settimana la nuova legge elettorale dovrebbe passare, una qualsiasi, l’importante è che si vada al voto entro novembre. Il presidente Napolitano dovrebbe sciogliere le Camere, far finire qui l’esperienza del Professore e farci tornare alle urne sempre con lo stesso obiettivo, anche se leggermente modificato: prima ci si andava per salvaguardare i cazzi di Silvio, oggi per tutelare la sua fedina penale.

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