Silvio alla frutta. Il gelato sarà servito in coppa D taglia 6
Creato il 05 novembre 2010 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Fino a qualche anno fa eravamo convinti di vivere in un paese normale. Oddio, c’erano la Dc, il Psi di Craxi, il Pds di Occhetto, il Msi di Fini però, tutto sommato, le regole dettate dalla carta costituzionale venivano rispettate. Qualcuno si beveva Milano mentre altri violentavano la Sicilia, ma l’Italia teneva e la disputa politica si svolgeva entro i limiti del “poffarbacco”, “perdindirindina”, “ohibò”. Si andava a votare (gli altri lo facevano a noi quella matita ha sempre causato un “effetto ustione” niente affatto piacevole), e quasi sempre vinceva il centro-sinistra ma l’opposizione si faceva sentire e parecchio. Oggi, 5 novembre, il monitor ormai fuso del nostro pc ci mostra la prima pagina di Repubblica.it dove leggiamo: “I pm: ‘Lombardo eletto con i voti della mafia’”; “Ruby: Anche Noemi alle feste di Arcore. Due tentativi di furto negli uffici del Gip”; “Giovani padani in rivolta su Internet ‘Silvio indecente, la Lega lo lasci’; “La vendetta della mafia ultima bugia del Cavaliere” e ci siamo resi conto di non vivere più in un paese normale ma in una specie di suk, pieno di suv, con milioni di cervelli allo sbando e una marea di mignotte pronte all’uso. Ci siamo detti: “A noi Sodoma e Gomorra ci fanno un baffo”, mentre monsignor Fisichella ci imponeva il silenzio ordinandoci di contestualizzare il suk e i suv pena la nullità delle nostre teorizzazioni. Lo spettacolo offerto ieri sera da Niccolò Ghedini ad Annozero, è figlio di tutto questo: dei suk, dei suv, dei cervelli all’ammasso e delle mignotte pronte all’uso. Mai visto Ghedini così in difficoltà perché anche lui, che pure è un principe del Foro (inteso come tribunale, per carità), a fronte delle marachelle del padrone non sa più né che pesci pigliare né a che santo votarsi. “Silvio è buono” e questa è la ragione per la quale spesso si trova nei pasticci. Curiosissima la doppia versione dei verbali, da una parte quelli di Mieli, di Santoro, di Di Pietro e di Travaglio, dall’altra quelli di Ghedini, diversissimi fra loro, eppure riportavano le stesse dichiarazioni e provenivano tutti dalla medesima fonte. Il problema serio è che neppure il povero Niccolò riesce più a tamponare la giovanile esuberanza di Berlusconi, il quale ha con il sesso lo stesso rapporto che Riina aveva con i picciotti che sgarravano o i politici che nicchiavano: se li faceva tutti. E poi, parliamoci chiaro, la storia della nipote di Mubarak alla quale ha creduto solo perché la ragazzina glielo ha detto, è inverosimile. Ma ci pensate? Un giorno andiamo a Palazzo Grazioli e ai carabinieri di guardia, in attesa di riportare le ragazze a casa o in aeroporto, diciamo di essere i nipoti bianchi e italiani di Obama. Silvio che fa, ci invita a pranzo solo perché glielo abbiamo detto e lui ci ha creduto? Le cose secondo noi stanno diversamente perché, volendo contestualizzare il momento in cui Ruby ha fatto la sua confessione a Silvio, occorrerebbe sapere in che posizione glielo ha detto e, soprattutto, dove soggiornavano le mani e dov’era posizionato il “regale augello di Sua Maestà” (citazione tratta dal “Principe cerca moglie”, di John Landis. Con Eddie Murphy – USA – 1988). Ma ieri sera, fra un colpo di spazzola di Melissa P. e una cazzata dell’onorevole Di Girolamo, si è consumata la tregenda del rapporto di Silvio con le donne e, soprattutto, con gli italiani intelligenti (per quelli che lo votano non sappiamo che fare). A un certo punto Santoro ha mostrato il filmato di una esibizione sadomaso di Ruby in una discoteca. A parte la terribile qualità delle immagini, la scena mostrata sembrava tratta dall’Inferno di Dante (XVII Canto, terzo girone del settimo cerchio, quello delle Malebolge. Stamattina ci sentiamo uomini di cultura), in cui stazionano perennemente i violenti contro Dio, la natura e l’arte compresi quindi i sodomiti. Quelle immagini hanno fatto scendere nello studio, e secondo noi anche nelle case di molti italiani, un gelo che la parole di Paolo Mieli, alias il più grande cerchiobbotista della storia italiana, ha reso glaciale. Ha detto Mieli con la voce tremante e la grazia di Sant’Ignazio di Loyola fondatore dei Gesuiti: “Vi prego - ha sussurrato rivolto a Ghedini –, voi che gli state vicino (a Berlusconi, nda), fate qualcosa. Possibile che quest’uomo non abbia una persona cara, un figlio, un parente prossimo, un amico che lo dissuada da certi comportamenti? Possibile che non c’è nessuno a cui lui (sempre Berlusconi) potrebbe dar retta e finalmente curarsi? Questo (ancora Silvio) è un uomo malato e solo”. Ghedini ha taciuto, la Di Girolamo si è voltata dall’altra parte, Melissa P. si è data il trentanovesimo colpo di spazzola, e Santoro gongolava felice del risultato di quel servizio orribile. Stiamo seriamente pensando al Senegal, e non come una mèta turistica qualsiasi.
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