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Silvio è disperato. Passa l’odg sull’onerosità delle frequenze televisive. Gli ex ministri del Pdl non votano la fiducia al Professore

Creato il 17 dicembre 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Silvio è disperato. Passa l’odg sull’onerosità delle frequenze televisive. Gli ex ministri del Pdl non votano la fiducia al Professore

Mimmuzzo Scilipoti accalorato

Per la prima volta da quando si è insediato, ieri a Montecitorio il Professore ha guadagnato un po’ della nostra simpatia. Qualcuno si chiederà cosa gliene freghi a Mario Monti che ci sia simpatico oppure no, ma a noi, che siamo un po’ così e che amiamo tanto cercare il pelo nell’uovo, una sua uscita durante il discorso introduttivo al dibattito sulla fiducia, ci è piaciuta. Silvio, sempre lui, il nostro chiodo fisso, l’uomo adatto a una cura intensiva di napalm desfoliante, proprio l’altro ieri aveva dichiarato che Monti “era disperato”, una dichiarazione che avevamo ripreso e impresso nel titolo del nostro post quotidiano. Vista l’aria che tira, un po’ volemose bene, tutto ci aspettavamo meno che il Professore la riprendesse per rintuzzarla sdegnatamente. Assumendo la posa del capitato lì per caso che gli è congeniale, Mario Monti ha detto: “Ho letto ‘Monti è disperato’. Mi sento un po’ in colpa perché non mi sento assolutamente disperato”. Silvio ha incassato con fair play anche perché, se c’è una cosa che gli rompe terribilmente le palle, è l’essere sbugiardato pubblicamente e anche preso sottilmente per il culo. Per uno convinto di tenere l’esecutivo per gli attributi riproduttivi maschili, l’uscita del Professore deve essere suonata come un affronto, ma non è stata nulla rispetto all’ordine del giorno (condiviso dal governo) approvato nel quale si chiede che la prossima assegnazione delle frequenze televisive non venga fatta a titolo gratuito ma oneroso. A Silvio sono girati i cabasisi come non era mai successo prima, tanto che Paolino Pa Bonaiuti si è visto costretto ad ancorarlo alla poltrona temendo che potesse trasformarsi in un elicottero. Solo poche ore prima, l’ex presidente del consiglio a tempo perso, aveva dichiarato urbi et orbi che a lui delle frequenze televisive non fregava una solenne mazza e che Mediaset non avrebbe partecipato ad eventuali aste. La ragione della non partecipazione era parsa chiara da subito, frequenze assegnate per merito ed esperienza consolidata erano la garanzia che il governo richiedeva agli assegnatari. Chi se non Rai e Mediaset possedevano i requisiti richiesti? Invece l’ordine del giorno passato ieri, manda il progetto berlusconiano a puttane ed è la prima volta che a Silvio dispiace che tutti vadano a puttane senza di lui. Questi due fatti, solo in apparenza insignificanti, hanno iniziato a far serpeggiare parecchio malumore all’interno del Pdl e, al momento del voto di fiducia, in parecchi si sono defilati, pare in 70. Hanno brillato per la loro assenza quasi tutti gli ex ministri che, da quando non sono più ministri, sono stati colti da una pericolosa forma di rigetto nei confronti dell’anonimato. Essere snobbati dai giornali, dalle radio e soprattutto dalle televisioni deve essere una bruttissima sensazione, una bastonata all’ego i cui effetti non si sanano manco dopo due anni di analisi intensiva condotta nello studio di Freud in persona personalmente. Gnazio non gioca più con la portaerei, Brunetta non se lo fila nessuno e se dovesse ancora dare dello sfaticato all’impiegato del catasto si prenderebbe un pugno in testa, Scajola (che verrà processato per finanziamento illecito alla politica per la casa di proprietà a sua insaputa vista-Colosseo), sta ripensando malinconicamente ai regali che non ci sono più, Tremonti si è spezzato una gamba da solo per non dover rispondere a chi lo accusa di dilettantismo pressappochistico, la Brambilla non sa dove diavolo risistemare l’ex calciatore dilettante e l’ex professore di francese che probabilmente verranno buttati fuori dall’Aci di Milano che controlla il GP di Monza, Frattini ha perso le lenti a contatto e non trova più la strada della Farnesina e, per finire, Cosentino impegnato nelle richieste di asilo politico a mezzo mondo perché questa è la volta buona che lo arrestano. Però ieri c’è stato chi ci è piaciuto senza se e senza ma. Si chiama Antonio Borghesi, è un deputato dell’Idv, e a Mario Monti ha ripetuto una serie infinita di “se non ora quando” che ci ha lasciato senza parole, perché sentir dire da un altro le stesse cose che pensiamo noi, con lo stesso ritmo con le quali le pensiamo e la stessa impostazione vocale con la quale le diremmo, ci ha fatto impressione. E mentre Reguzzoni, piangendo, si è rivolto a Silvio dicendogli: “Presidente non si tradisce così il patto con la Lega”, Borghesi ha spiegato per filo e per segno il “no” alla fiducia, ridando dignità a una opposizione che sembra essere finalmente entrata in parlamento dopo anni di monopolio Pd. A Bersani vorremmo invece dedicare una battuta tratta da un grandissimo film: “E io che parte farò?” “Tu sei un gran babbeo e quindi farai la parte dell’anima” (indovinello cinefilo). Ohi ragassi, siam mica qui a grattare il tartufo sui loaker!

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