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Silvio o’ sdentato: “Farò causa allo Stato”

Creato il 10 febbraio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Silvio o’ sdentato: “Farò causa allo Stato”“...perché per questo Paese ho smesso anche di curarmi. Lavoro per l’Italia (e le italiane, qualche brasiliana, qualche bulgara, qualche marocchina, qualche napoletana), anche 18 ore al giorno e non mi sono ancora potuto permettere di rimettere questo dente [spalanca la bocca e mostra il buco purulento] che Tartaglia mi ha fatto saltare”. Così ha parlato Silvio o’ sdentato nel corso della conferenza stampa nella quale ha annunciato che farà causa allo Stato. Berlusconi aveva iniziato l’incontro con i giornalisti con il solito piglio del guappo da sceneggiata partenopea e le note di “O’ zappatore”:  “Mi domando chi pagherà per questo schifo e questa vergogna, alla fine pagherà lo Stato. Ma la responsabilità dei giudici ci deve essere e noi la faremo. Sono dei processi farsa, accuse infondatissime. Queste pratiche violano la legge, vanno contro il Parlamento, la procura di Milano non ha competenza territoriale né funzionale. La concussione non c'è, è risibile, non esiste. Sono cose pretestuose, a me spiace che queste cose abbiano offeso la dignità del Paese e portato fango all'Italia”. Poi, come se stesse prendendo atto della fine della sua vicenda politica, quasi con le lacrime agli occhi ha detto: “Sono abbastanza ricco da potermi ritirare a vita privata e iniziare a realizzare il mio sogno. Voglio costruire ospedali per bambini con l’aiuto di don Verzè e una joit-venture fra Edilnord e Impregilo. Il capocantiere sarà Guido Bertolaso  che ha risolto i suoi problemi di cervicale e tornerà a lavorare per me”. I toni da farsa sono continuati per tutta la conferenza stampa e le poche domande che gli sono state rivolte provenivano dai giornalisti di Libero, del Giornale, di Chi, di Sorrisi e Canzoni e del Tempo; unica eccezione l’inviata de Le Figaro ma solo perché era una gran gnocca. È iniziata l’offensiva mediatica dei berluschini contro la magistratura milanese. Tutti i suoi giornali, le sue tv e i bollettini parrocchiali si sono lanciati in una serie di accuse senza precedenti nei confronti dei magistrati  che, ad un certo punto, si sono ritrovati 150 pensionati incazzati (convocati da Daniela Santanchè), davanti al tribunale con un cartello in mano che diceva: “Silvio tieni duro (sic!). Resistere. Resistere. Resistere”. Le immagini hanno mostrato, fra le comparse che di solito affollano La Corrida, Chi vuol essere milionario, Forum e Uomini e donne, anche la casalinga di Abbiategrasso con un ossobuco in mano e il sciur Vittorio, padre del portiere dello stabile dell’Olgettina che rischia di rimanere senza lavoro. Ma l’offensiva vera è iniziata ieri pomeriggio quando, dopo un infuocato consiglio di presidenza del Pdl, è uscita la nota stampa di Palazzo Grazioli: “La Procura di Milano appare ormai come una sorta di avanguardia politica rivoluzionaria, in sfregio al popolo sovrano e ai tanti magistrati che ogni giorno servono lo Stato senza clamori e spesso con grandi sacrifici. Essa agisce come un vero e proprio partito politico calibrando la tempistica delle sue iniziative in base al potenziale mediatico". E tutto perché Silvio si è fatto abbindolare dalla sedicente nipote di Mubarak, (che se avesse studiato di più la geografia invece di vendere panini al salame ai compagni di scuola, si sarebbe immediatamente reso conto che Ruby lo stava turlupinando) e qualche trombatina con le minorenni vestite da crocerossine. Due le osservazioni da fare. La prima riguarda Umberto Bossi che si schiera sì dalla parte di Silvio ma tiene a precisare: “I pm hanno esagerato, vogliono lo scontro tra istituzioni. Anche Berlusconi però, se è lì è perché ha delle colpe. Certe cose le ha fatte lui, mica io...". Che è come dire: “guarda che mi tocca fare per portare a casa il federalismo”. La seconda è più seria e più grave e siamo convinti che possa accadere solo in questo momento storico in Italia. Qualcuno ci dovrebbe spiegare cosa diavolo ci fa Angelino Alfano, ministro della Giustizia, alle riunioni di Berlusconi con i suoi avvocati per studiare la strategia difensiva. Il ministro della Giustizia non diciamo che debba essere super partes, ma almeno lasciare che la magistratura faccia il suo lavoro e che le indagini seguano il loro corso. Un ministero che può condizionare carriere, concedere promozioni o rimuovere soggetti indesiderati, elargire o meno contributi a sedi giudiziarie, si trova ad essere parte attiva, e a favore di un imputato, in un procedimento giudiziario che tratta di concussione e di prostituzione minorile. Qualcuno ci dovrà dire in quale altro paese del mondo che non sia la Russia di Putin, l’Argentina di Videla e il Cile di Pinochet e la Libia di Gheddafi, può accadere che un fatto grave come questo si verifichi ogni giorno con la benedizione dei giornali e il silenzio delle opposizioni. Alla fine ha ragione la signorina Tommasi: “Se in Italia il potere e i valori sono questi, che ci posso fare io? O mi adeguo o vado in America”. A proposito di donne. Domenica 13 parteciperemo anche noi (e ne scriveremo) a “Se non ora quando”. Perfino nella nostra città le donne si sono mobilitate, e siccome l’invito non è rivolto solo a loro ma anche agli “amici” uomini, abbiamo deciso di essere presenti. Un modo come un altro per dire “ci siamo” e per cercare di far capire che non tutti sono Silvio anche se molti vorrebbero esserlo (qualcuno anche di nostra conoscenza).

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