Poi, prima del sole, vennero gli uccelli.
(Friedrich Dürrenmatt, “Il Minotauro”)
Per farla breve, “Il Minotauro” (sottotitolo “Una Ballata”) applica la famosa frase di Tiziano Sclavi a proposito dei suoi Dylan Dog: “I mostri sono io”. Il punto di vista rovesciato è un trucco (ma non è solo un trucco, c’è un pensiero dietro) novecentesco che funziona sempre da dio, basta leggere “La Sentinella” di Fredric Brown, un racconto di fantascienza così perfetto da finire già vent’anni fa sull’antologia che leggevamo al liceo.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s’erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante e senza squame…
(Fredric Brown, “La Sentinella”)
Simon Balestrazzi non sarebbe Simon Balestrazzi se non potesse attingere a un mondo di suggestioni letterarie e cinematografiche a cui altri si avvicinano con più fatica. Di lui, ad esempio, abbiamo recensito una colonna sonora alternativa de “La Montagna Sacra” di Jodorowsky (sarebbe ora di provvedere a una ri-edizione come si deve di questo lavoro) e un tributo a Ballard, realizzato assieme a Becuzzi e Altieri, che si trova dall’altro lato della cassetta col suo progetto Uncodified. A chi ascolta i venti minuti firmati dal fondatore dei T.A.C. non resta che sedersi accanto al mostro nel labirinto, sotto il sole mortale di Creta e riflesso all’infinito da mille specchi accecanti, nell’attesa che arrivi Teseo a far fuori la creatura, senza che alla fin fine la cosa abbia davvero senso. Si inizia – inevitabilmente – con suggestioni “orientali”, si passa attraverso una parte centrale tesissima, che sembra quasi rappresentare la rabbia della bestia-uomo che non sa e non capisce la sua identità e la sua posizione nel mondo, infine le dissonanze calano, ma cala per sempre anche il buio.
A questo punto, se io fossi stato Corrado Altieri, avrei rinunciato a riempire l’altra metà della cassetta, invece per fortuna l’uomo in questione, che con Balestrazzi ci collabora, si produce in un eccesso di legittima difesa, spaccando casse come se non ci fosse un domani: noise analogico scorticante, pochi cliché (rischio sempre dietro l’angolo, nel genere), molta violenza.
Il nastro esce per l’accoppiata Old Bycicle – Under My Bed, e fa parte della serie “tape crash”, sulla quale già ci siamo diffusi per esteso. Special guest Gianmaria Aprile (Luminance Ratio, Fratto9), che – appassionato ora anche di xilografia – ha curato la copertina.
Siamo onorati di “lanciare” lo streaming di questo split.
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