Sin City: a dame to kill for
Genere: azione/cinefumetto
Regia: Robert Rodriguez, Frank Miller
Cast: Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, rosario Dawson, Eva Green, Bruce Willis, Power Boothe, Dennis Haysbert, Ray Liotta, Christopher Meloni, Jeremy Piven, Christopher Lloyd, Jaime King, Juno Temple
2014
102 minuti
di Giuseppe T. Chiaramonte. Ci sono voluti quasi dieci anni perchè venisse prodotto il sequel di un film che è diventato un istant cult. Quando uscì Sin City fu una grande sorpresa per tutti: grazie ad un’estetica cinematografica mai vista che mescolava riprese in live action con gli sfondi animati che ricalcavano perfettamente le tavole dei fumetti, Sin City può essere considerato come uno dei cinefumetti più riusciti degli ultimi vent’anni.Dopo una lunga attesa, i fan del film, e soprattutto dei fumetti, possono vedere di nuovo i loro “beniamini” e la città del peccato su grande schermo con un nuovo capitolo.
Sin City una donna per cui uccidere è incentrato maggiormente sulla componente sessuale piuttosto che quella violenta e le quattro trame si intrecciano in maniera nuova rispetto al primo film, con l’intenzione di creare un filone unico raccontato dallo sguardo di più personaggi.La donna per cui uccidere è Ava Lord, una magnetica (e molto generosa con la macchina da presa) Eva Green, protagonista dell’episodio più riuscito dei quattro, ma certamente non è l’unica a poter essere insignita di tale titolo. La presenza della donna diventa ancora più essenziale rispetto al primo capitolo in quanto è il motore principale dei protagonisti e rivela così un potere non indifferente per le sorti di tutti. Ma proprio l’episodio con Ava lord mostra il fianco nel momento in cui la donna rivela il suo gioco e l’episodio diventa una ripetizione di elementi che alla lunga annoiano. Lo spessore dei personaggi si perde nella serie di eventi che diventano “cose che succedono” e non si avverte più quel brivido che si provava nella prima parte.
Robert Rodiriguez e Frank Miller, entrambi registi del film, cercano poi di creare un filo che unisca il primo film a questo, scrivendo due storie inedite. Cosa che spesso funziona, mentre altre volte no, soprattutto per il cambio di alcuni membri del cast (non è il caso del personaggio di Manute, sostituito per la morte prematura dell’attore Michael Clark Duncan).
La passione, la violenza, l’epicità, quel tocco vintage e lo stile hardboiled del primo film (perfettamente sintetizzati nella memorabile prima scena) si perdono qui, in un tipo di cinema influenzato dallo sviluppo tecnologico, ma che spinge solo la ricerca al movimento di macchina vorticoso e all’effettone che alla fine dei conti lascia solo un senso di vuoto e ci si dimentica presto degli eventi. Alcune trovate visive ci sono e centrano bene il bersaglio (un personaggio su un tavolo da poker, un nudo al chiaro di luna e una caduta che diventa il riflesso dei lampioni su un automobile, per esempio), ma non basta per rialzare le sorti del film. A peggiorare la situazione, per il pubblico italiano, è complice anche un doppiaggio piuttosto superficiale.
Sin City Una donna per cui uccidere risulta quindi un’occasione sprecata che presto si trasforma nella sensazione che Rodriguez e Miller abbiano fatto un film per loro stesso e abbiano cercato di fare un favore ai fan che tanto richiedevano un sequel.
★★