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Sincretismo, le molte vie dell’anima

Creato il 08 marzo 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

5389433-coverPuntata che inizia con una parola: sincretismo, quella che ci attende nello studio de Le Storie-Diario italiano.  Corrado Augias, parte da Plutarco, che utilizzò per primo il termine , intendendo con esso, la capacità che avevano i cretesi di coalizzarsi e mettere insieme parecchie correnti di pensiero, superando le differenze e prendendo punti in comune da tutti. Varie forme di sincretismo sono state attribuite a varie popolazioni, oggi, questo termine è usato anche in senso spregiativo ma continua ad avere in  se  il concetto di capacità di fondere, pebarlaam.jpg_1r esempio diverse religioni.  La nostra civiltà non reprime soltanto gli istinti e la sessualità ma anche ogni forma di trascendenza, che si allontani dal credo cattolico. Negli ultimi anni però, nuove sensibilità religiose, connotate come una ricerca di autentica esperienza spirituale vissute in prima persona, senza intermediari, attravesro un lavoro interiore che coniughi insieme contemplazione e azione sono emerse anche nell’occidente. Una preziosa occasione per scoprire attraverso un terreno vergine e non minato da pregiudizi, la dimensione del sacro, presente in ciascuno di noi.

Ospite in studio, l’autrice del libro, Storia di Barlaam e Ioasaf. La vita bizantina del Buddha – Silvia Ronchey –  un “romanzo di filologia” che mostra come lo studio della tradizione dei testi possa toccare il cuore degli snodi culturali e, in questo caso, degli intricati rapporti fra Occidente e Oriente. La “Storia di Barlaam e loasaf” racconta di un principe indiano che, grazie agli insegnamenti di un anacoreta, fugge dal palazzo dove il padre l’ha rinchiuso per proteggerlo dai mali del mondo, abbandona il destino regale e avvia il suo percorso mistico-eremitico. Ioasaf è in realtà il nome del Bodhisattva cioè del Budda nella fase iniziale del suo cammino spirituale.  È un essere vivente (sattva) che aspira all’Illuminazione (bodhi) conducendo pratiche altruistiche. L’ideale del Bodhisattva, in quanto individuo che cerca l’Illuminazione per se stesso e per gli altri, è centrale nella tradizione buddista.

È la storia del Budda e dell’enorme diffusione che questo testo ha avuto, improntatando tutte le culture medievali e rinascimentali  in un intreccio di lingue, culture e religioni diverse.  “Il comportamento del padre – afferma la storica italiana – è sciocco perché nessuna storia nasce senza la cognizione del dolore e della morte, senza la quale se noi non ci poniamo in confronto, in antitesi, non possiamo godere, non possiamo provare il piacere, ne avere un’esperienza”.

Inquisizione
Attualizzando la tematica, oggi, quando parliamo per esempio di scontro di civiltà, di fanatismo religioso, di integralismo, ci allontaniamo dall’essenza che sta alla base della spiritualità, dobbiamo guarire da questi stupidi assunti guardando al passato e alle cose come stavano fino all’avvento del medievo e  dell’idea medievale di uno stato teocratico, secondo cui la dottrina sociale della chiesa cattolica contiene in sé il modello della società ideale, una dottrina in base alla quale l’azione politica dei cattolici deve tendere a realizzare integralmente la propria concezione ideale, plasmando ogni aspetto della società civile sul modello dei principî della dottrina cristiana e rifiutando compromessi o alleanze con altre correnti ideologiche. Fino ad allora avevamo avuto una rete, un continuo ritornare di civiltà, di culture, di religioni che si sono parlate a vicenda, veicolandone altre in una convivenza pacifica e costruttiva.

“L’impero bizantino è durato tanto quanto la civiltà romana, poi  ha spostato, il baricentro a est, dove si è continuato ad avere un impero romano per quanto riguarda il diritto e la conoscenza dei classici, costruendo un’ alleanza vincente tra la cutura filosofica letteraria greca e quella politico-amministrativa-giuridica romana, una formula vincente. Un impero multietnico con al suo inetrno il DNA genetico dei romani, che ha proseguito il suo cammino fino alla fine del ’900 con introduzione dell’islamismo”.

Secondo gli ultimi dati, 70.000 italiani si professano buddisti, 20.000 si sono convertiti ad Allah e quindi mussulmani, più di 4000 gli induisti, senza contare i 500 nuovi gruppi religiosi. A contribuire la successo dei nuovi credo, c’è sicuramente un effetto VIP. Sabina Guzzanti e roberto Baggio, per fare un esempio, dichiarano di essere stati fulminati dalla via che conduce al Budda. Per non parlare di Richard Gere, il bello di Hollywood, da anni sotenitore del Dalai Lama e del suo credo.

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Ma cosa significa in realtà essere buddisti? “La fede buddista, non è una fede, che sono pericolose in molti casi, è un modo di vita, una ortoprassi, non c’è dogma, una filosofia di vita dove conta il comportamneto, un’ armonia del fare, della prassi”.

Comportamenti universali di qualsiasi religione dove, per religione, si intende il senso di legame che si ha con tutte le cose e con il mondo. Il buddismo è di più, è una grande ragnatela che si adatta a qualsiasi strato trovi, perché non ha dogmi, non bisogna dire “credo”, si adagia, trasparente, ordinante e confortante su ciò che trova. Una condizione vitale presente nella vita di noi persone comuni. Lo scopo della pratica buddista è di rafforzare quello stato vitale affinché la compassione ( cioè  il vissuto del desiderio del bene  nei confronti di ogni essere senziente) diventi la base di tutte le nostre azioni. Non viene perseguito in astratto o con l’unico scopo di migliorarsi o dare prestigio a se stessi: alla base di tutti questi sforzi c’è sempre la determinazione di togliere la sofferenza dalla vita degli altri esseri viventi, sostituendola con la felicità.


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