La trattativa sulla riforma del mercato del lavoro andrà avanti anche senza “accordo”. Sindacati inclusi o esclusi, cambierà poco. Prima lo ha affermato il Ministro Fornero, poi Monti, poi Napolitano, poi la Marcegaglia. La politica ha le idee chiare e anche gli industriali. Pure i lavoratori hanno le idee chiare: lacrime e sangue. Le organizzazioni sindacali non possono che sperare nel buon senso.
E’, appunto, questione di buon senso, o di sua mancanza, quello che vuole i media attaccare i Sindacati e metterli alla berlina, creando quel giusto dissenso che li raffiguri “ladri” e non difensori dei veri derubati di questo critico presente, cioè i lavoratori…
La scena recitata nei giorni scorsi vede protagonisti i CAF e l’INPS. Quest’ultima avrebbe denunciato irregolarità nelle dichiarazioni ISEE presentate in Sicilia, Campania, Calabria, dai CAF.
L’Espresso racconta la notizia così: “I furbetti del sindacato”. Si parla di dichiarazioni doppie e triple presentate anche dai morti. Poi aggiunge: “I Sindacati truffano l’INPS”. E si sottolinea “anche coi morti”.
Si potrebbe commentare “in questo mondo di ladri”. E molti lettori sicuramente lo hanno pensato, scuotendo la testa con il sapore del disgusto in bocca.
Tuttavia, bisogna fare alcune precisazioni. La prima è che i CAF non sono una sigla esclusiva dei sindacati. Esistono CAF di emanazione datoriale (dagli industriali ai commercianti e agli artigiani) i Caf dei liberi professionisti e tutti quelli che si tendono a dimenticare puntualmente.
C’è da dire che molte pratiche ISEE, più spesso che volentieri, sono oggetto di sospetta irregolarità. Però, essendo la normativa in sé complessa, alla fine non tutte sono oggetto di contestazione. Inoltre, non tutte quelle che contengono errori sono riconducibili a truffe.
C’è da aggiungere che, purtroppo, la burocrazia degli Enti, di qualsiasi genere e tipo, in alcune regioni italiane, particolarmente quelle in questione, risenta di comportamenti spesso discutibili a causa di forme di corruzione trasversale che si spiegano su commistioni tra “fare criminale locale” e “forme di organizzazioni sociali”. Ciò a dispetto delle istituzioni e dei cittadini stessi.
Solo la magistratura, fatte le indagini del caso, saprà chiarire se si tratta di qualche corrotto, di organizzazioni criminali osmotiche o di sistema corrotto.
In ogni caso, il tempo è galantuomo. Mentre il presente vuole accantonare e ridicolizzare il sindacato proprio nel momento in cui è incaricato di svolgere al massimo la funzione sociale per cui esso è nato.
Anche questa è politica che, come la malasorte, agisce d’impeto e non si preoccupa del danno umano che produce, diretto e indiretto. In fondo, i furbetti puntano il dito altrove, pur di non dichiarare le proprie reali intenzioni.