Una consuetudine ormai consolidata pare essere quella dell’avvento di commissari prefettizi al comando delle navicelle comunali in procella. Le cause del dissesto, tra le più ripetitive che possano esserci: abusi d’ufficio, soprusi, ruberie, collusioni con e senza mafia, dimissioni di sindaci e giunta – sempre per le motivazioni precedenti – e via enumerando. E’ capitato anni fa nel mio comune e ciclicamente si è ripetuto di recente; così ci ritroviamo “ chiamati “ alle urne per rinnovare sindaco e ambaradam – mi diverte il termine “ chiamati “ alle urne, mi fa venire in mente il film “ Il Giudizio Universale “ di De Sica dove la voce fuori campo dello stesso regista aka Dio chiamava, in stretto ordine alfabetico, tutti gli abitanti della terra per il rendiconto finale; allo stesso modo mi immagino l’omino comunale che, dall’alto del secondo piano del palazzo di città, rendiconta i nomi degli aventi diritto e li ammette al voto… vabbe’ divagazioni possibili giusto il venerdì santo, in piena vacanza pasquale. In sé il fatto non costituisce reato – il votare intendo; il votato perseguirà, poi, il reato per conto suo, se continua sulla falsariga di colui che lo ha preceduto. Ma se votare non è reato, dovrebbe essere un atto sanzionabile quello di presentare la propria candidatura come sindaco pur non avendo le capacità – e questa rimane una valutazione assolutamente e gratuitamente soggettiva – nonché le physique du role. Ahimè, siccome non è ancora reato, imperversano negli angoli più reconditi ma anche open space, palesemente e sfacciatamente evidenti, da manifestini, manifestoni, cartelloni, gigantografie facce di paladini della moralità pubblica, campioni di virtù moderate, benefattori della patria, trascinatori di folle, giornalisti, avvocati – quanti, tanti, troppi! – casalinghe disperate, X facenti – nel senso che non so che lavoro svolgano per campare – e via così, lungo la via che mi porta a scuola, la mattina, sorrisi a sessantasei denti, facce da kulow, spesso, pigli da carogne salutano il mondo intero, me compresa – e per fortuna sono in vacanza adesso e mi risparmio la vista. Ma è mai possibile che abbiano tutti questa fregola di diventare sindaci? Perché, poi? Per ereditare amministrazioni diversamente e creativamente gestite così come in precedenza, dove brillano per la loro mancanza fondi sufficienti anche per pagare gli stipendi agli impiegati? – e sulle altre priorità cittadine ed emergenze sociali elementari, stendiamo un velo pietoso. Davvero mi sembra masochismo allo stato puro l’insistere perché si possa portare a casa un numero congruo di voti tali da permettere al vicino di casa di appellarti “ caro sindaco “ – anzi no, gli ultimi due sindaci di Trani hanno coltivato ad oltranza l’uso e l’abuso di farsi chiamare per nome dai loro concittadini… che volete, la democrazia fa questo effetto! Che alla fine una – io, nella fattispecie – di fronte a tutto questo strum und drag pre elettorale, al di là delle belle parole – parlare di intenzioni serie, in alcuni casi, mi sembra un abuso – finisce per pensare cose sconvenienti. Che lo facciano per la poltrona?
Magazine Diario personale
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