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Sine titulo domenicale.

Da Fishcanfly @marcodecave

Il panorama della scrittura italica è vasto, fatto di realtà in frantumazione e altre più solide. Le prime sono sotterranee. Nel “sottosuolo” fermenta l’humus dal quale solo può rinascere una pianta vigorosa. Più sopra, esposte malamente ai venti cangianti del clima politico e del mercato, troviamo piante certamente più belle a vedersi ma che durano ben poco, forse neanche il tempo di una stagione. L’olivo secolare resiste, certo richiede pazienza, richiede costanza, nella sua semidomesticità al contrario di piante per le quali non possiamo trovare un nome-metafora, dal momento che i raffronti biologici sono tutti di pieno rispetto.
Così nella vita, si finisce per preferire spesso il polline leggero rispetto all’insostenibilità massiccia di un olivo. Pochi scavano e si affidano alle radici.
Mi sento come Ulisse nella sala dei proci, e un vento di fuoco sta per travolgerli tutti, non per logiche meccaniche o volontaristiche, ma per divina previdenza. Per citare le Baccanti: quando l’atteso non si compie, un dio arriva e realizza l’inatteso.

Sine titulo domenicale.



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