Magazine Diario personale

Sing a song.

Da Oliviabluebell
Well I'm so above you and it's fine to see but I came to love you anyway so you tore my heart out and I don't mind bleeding any old time to keep me waiting, waiting, waiting.
I got a love that keeps me waiting, I'm a lonely boy.
Firmata dai "The Black Keys", è stata la colonna sonora delle serate in cui mi ribellavo all'ansia, alla tristezza, allo stare male e quel suono un po' sporco, quella chitarra e quell'ultima frase erano il giusto compromesso per esprimere in modo un po' più energico ciò che provavo.
E l'ho ascoltata fino a quando perdevo coscienza, fino a quando Morfeo iniziava a prendersi cura di me.
Oggi la riascolto e, seppur canti convinta quelle parole, ha un sapore diverso: il sapore di chi finalmente muove il piede a ritmo divertendosi ad immaginare coreografie e non più per scaricare nervosamente la tensione o per esprimere uno stato d'animo.
Non sono mai stata una persona dalle canzoni sdolcinate, struggenti nei modi più convenzionali, ho sempre preferito la grinta alla tristezza, urlare la mia sofferenza piuttosto che sussurrarla.
Per questo e per mille altri motivi, per il mio buonumore, per il sole che splende e l'aria frizzante di primavera che respiro, avrei tanta voglia di scattare sulla mia scrivania e ballare...salvo poi venir rinchiusa in una camicia di forza ed essere portata via!
La mia vita è sempre stata una colonna sonora, rigorosamente in inglese e non per snobismo. E anche in questo momento questa canzone mi ricorderà quel periodo un po' triste e spento della mia vita, ma con quel tocco di energia di chi sta riuscendo ad uscirne.
Well your mama kept you but your daddy left you and I should've done just the same but I came to love you any old time you keep me waiting, waiting, waiting.
I got a love that keeps me waiting, I'm a lonely boy.
Sing a song.

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