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Sir Alex Ferguson e le 8 regole per avere successo nella vita, parte 1

Creato il 20 settembre 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Anita Elberse, docente dell’Harvard Business School, si è chiesta come Sir Alex Ferguson, l’allenatore più vincente di sempre, abbia fatto a raggiungere e mantenere il successo, quali principi e strategie abbiano permesso al manager scozzese di costruire uno dei club economicamente più solidi e calcisticamente più forti del calcio moderno.

Nel corso dell’ultimo anno lo ha intervistato, ha ascoltato collaboratori e giocatori, ha osservato allenamenti e partite, ha origliato conversazioni nei corridoi, ha invitato lo stesso Ferguson ad Harvard, a fornire il suo punto di vista ed a prestarsi alle domande degli studenti.

Il risultato è la “Ferguson’s formula”, otto punti la cui validità trascende l’ambito calcistico, essendo applicabili nel business, e nella vita.

 

1. Investi sui giovani: questa è la differenza tra costruire una squadra e costruire un club

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Appena arrivato a Manchester, Ferguson recluta i migliori scout: il suo obiettivo è quello di costruire un club, e il miglior modo per farlo, è quello di partire dalle fondamenta: nel vivaio dello United arrivano (e crescono) futuri campioni del calibro di Beckham, Giggs, Neville e Scholes, la spina dorsale della squadra che dominerà Inghilterra ed Europa negli anni a cavallo tra i ‘90 e il 2000. In barba al vecchio adagio, per il quale “You can’t win anything with kids”.

Il primo pensiero di chi ricopre ruoli di responsabilità è raggiungere successi immediati, per questo acquista giocatori di esperienza, o si affida ad architetti affermati, dipendenti rodati: la società è schiava dei risultati. Sono sufficienti pochi risultati negativi per essere licenziato. Vincere subito è un successo sul breve periodo, ma solo costruire un team porta stabilità. Tale approccio supera il rapporto professionale, permettendo di creare legami, che diventano spirito di squadra.

“Il mestiere dell’allenatore, come quello dell’insegnante, è quello di motivare le persone a migliorare: tecnicamente, mentalmente, come persone, così potranno ottenere qualsiasi cosa nella loro vita”.

Concedere occasioni ai giovani, non solo fa guadagnare sul lungo periodo, ma crea lealtà. Una volta realizzato che il manager per loro, ne accetteranno i metodi. Non si può neppure immaginare quanto riusciranno a sorprendere, dando loro attenzioni e opportunità.

 

2. Osa per rinnovare, non c’è spazio per la riconoscenza

“Immaginavamo i nuovi arrivi tra tre anni, e, poi, i giocatori che avevamo già, tra tre anni. Alcuni giocatori possono mantenere

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standard altissimi per un lungo periodo, ma l’età conta. La cosa più difficile è lasciar andare via calciatori che sono, prima ancora, grandi persone, ma è tutto lì, sul campo: se noti una flessione, devi chiederti cosa accadrà da qui a due anni. Non può esistere riconoscenza”.

Ferguson ha sempre lavorato per rinnovare: nei suoi anni all’Old Trafford ha costruito 5 diverse squadre, tutte capaci di vincere trofei. Le sue decisioni erano guidate da una profonda conoscenza del ciclo dell’intero club e del singolo giocatore: gestire i processi di sviluppo inevitabilmente comporta tagliare validi collaboratori, compresi veterani leali.

“Lui non guarda mai al presente, ma sempre nel futuro, sa cosa bisogna rafforzare e cosa rinnovare”. Ryan Giggs

L’analisi economica dei trasferimenti ha rivelato la capacità di “portfolio manager” di talenti: strategia, razionalità e sistematicità. Negli ultimi dieci anni, nei quali il Manchester United ha vinto per cinque volte la Premier League, Sir Alex ha speso meno dei suoi rivali, utilizzando la migliore strategia possibile nel management delle risorse umane: ai giovani è stato offerto tempo e ambiente ideale per avere successo, i più vecchi sono stati venduti quando erano ancora “assett di valore”, e alcuni veterani sono stati tenuti per garantire la continuità e trasmettere la mentalità vincente ai nuovi.

 

3. Fissa standard elevati, e sprona tutti a raggiungerli

Sir Alex parla con passione del trasmettere valori: più che migliorare dal punto di vista tecnico, vuole motivare a far meglio e a non arrendersi mai.

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La sua voglia di vincere deriva in parte dalla sua esperienza: “Le avversità mi hanno lasciato una determinazione che mi ha cambiato, mi sono ripromesso che non avrei mai mollato”. Determinazione è quello che cerca in chi lo affianca. Nel corso degli anni la voglia di non arrendersi diventa contagiosa: gli stessi giocatori non accettano compagni che non danno tutto: il lavoro sulla mentalità permea tutto l’ambiente.

“Tutto quello che ho fatto è stato mantenere gli standard fissati. Non ho mai permesso una cattiva sessione di allenamento: quello che si vede lì, si riflette nel campo di gioco. Intensità, concentrazione, velocità, alti livelli di performance”.

Il manager deve pretendere di più dalle star, devono dimostrare di esserlo: sono preparati a lavorare più duramente, ecco perché sono i più validi. Un grande ego non è un problema come la gente potrebbe pensare: chi ne è dotato deve vincere perché solo questo lo appaga.

“Ronaldo, Giggs, Beckham, Scholes, dovevo inseguirli per farli smettere di allenarsi, sapevano che essere un giocatore dello United non è un lavoro facile”.

 

4. Mai, mai, cedere il controllo

Non si può perdere il controllo, non quando ci si rapporta con un gruppo di persone al top nella propria professione. Se qualcuno di loro vuole ottenere più spazio, bisogna affrontarlo. Una parte importante nel mantenere la propria autorevolezza è rispondere con forza quando qualcuno la mette in dubbio: chi crea problemi viene multato; chi crea problemi che possono minare le performance degli altri, viene cacciato, fosse pure il migliore al mondo. Rispondere con forza è necessario, ma non sufficiente, rispondere velocemente, è altrettanto importante, per mantenere saldo il controllo.

Così si è comportato Ferguson quando Roy Keane, storico capitano, ha criticato i propri compagni, così ha fatto l’anno seguente con Van Nisterlooy, il bomber della squadra, non appena ha iniziato a creare problemi nello spogliatoio.

Mantenere la disciplina non serve a provare la propria forza, ma a mantenere il controllo, e, quando le situazioni lo richiedono, bisogna essere autoritari.

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A domani, con le ultime quattro regole di Sir Alex!


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