Tra le grandi personalità che hanno avuto i natali al sud Italia ve n’è uno che ha rivoluzionato le conoscenze in ambito scientifico matematico: Archimede di Siracusa.
Nato nella fiorente città sicula nel 267 a.C.
Vissuto nel III secolo a.C. epoca dell’espansione politica e militaresca della colonia di Siracusa, Archimede difese la sua città anche a costo della vita difatti lo scienziato fu ucciso intorno all’eta di 75anni durante il Sacco di Siracusa del 212 a.C. nell’assedio romano della seconda guerra punica. Non sono molte le notizie certe che giungono a noi riguardo le origini del matematico, alcuni lo vogliono figlio dell’astronomo Fidia dal quale ereditò la passione e l’amore per la scienza per certo si conosce la molteplicità dei suoi studi che spaziarono in tutte le scienze conosciute in quel tempo: dalla geometria piana e solida all’aritmetica,dall’ottica all’idrostatica passando per l’astronomia. Attorno alla figura del matematico si è creata un alone di leggenda e a lui sono legati due particolari episodi che esplicano quanto esuberante e creativo fosse il siracusano. Si racconta che il re Gerone avesse chiesto ad Archimede di scoprire se la sua corona fosse stata realizzata interamente in oro o con ausilio di altri metalli e il fisico avrebbe trovato la soluzione mentre faceva il bagno, notando che immergendosi il livello dell’acqua saliva di livello la scoperta lo avrebbe reso talmente felice da farlo correre nudo per le strade di Siracusa gridando “eureka” che letteralmente significa “ho trovato”. Un altro celebre aneddoto attribuisce ad Archimede la possibilità di riuscire a spostare una nave con l aiuto di una leva. Che fosse il planetario, che fossero macchinari ad ingranaggi o assiomi matematici Archimede ha saputo tracciare con i suoi studi e le scoperte un segno indelebile nella storia entrando a far parte ogni giorno della vita delle generazioni future.
Nel 1952 il matematico siracusano divenne persino uno dei personaggi immaginari dei fumetti di Walt Disney rappresentato con le fattezze di una grossa aquila antropomorfa sempre alle prese con invenzioni talvolta inutili talvolta assurde è conosciuto ai lettori di Paperopoli con il nome di Archimede Pitagorico.