Dopo il “no all’intervento” del Parlamento britannico, la Casa Bianca dichiara: “Pronti ad attaccare da soli”. Bonino avverte: “Rischiamo guerra mondiale”.
“Il no dei britannici non cambia la posizione della Francia, determinata a intervenire con un’azione proporzionata e ferma”. Il presidente Hollande ha poi avvertito Assad, minacciando raid aerei entro mercoledì, giorno in cui si riunirà il Parlamento transalpino per il confronto sul regime siriano. Indipendentemente dalle scelte di Cameron, la Francia prenderà dunque parte al sempre più probabile conflitto: “Ogni Paese è sovrano sulla partecipazione”, conclude Hollande.
Nel frattempo – a seguito della bocciatura subita dal premier inglese – la Casa Bianca mette la mani avanti sull’azione militare, lasciando intendere che gli Stati Uniti potrebbero attaccare in piena autonomia. Mentre il presidente Obama sta ancora valutando una scelta che gli eviti di perdere la faccia di fronte al pianeta – ricordiamoci che è stato nominato premio Nobel per la pace – il segretario alla Difesa Chuck Hagel è alla ricerca di una “coalizione internazionale che agirà di concerto” per replicare ai presunti crimini contro la popolazione compiuti dal governo Assad. Da sottolineare oltretutto le manifestazioni di protesta contro l’intenzione di Obama nelle maggiori città Usa. Nella giornata di ieri, la disapprovazione è arrivata sin fuori la Casa Bianca, con attivisti e cartelli contro la guerra in Siria.
Al momento Mosca ribadisce la sua condanna alla guerra occidentale in Siria, confermando di essere “contraria a qualsiasi risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che possa essere usata per un’azione di forza contro la Siria”.
La comunità internazionale è quindi divisa sull’attacco. Nelle ultime ore si sono fatte sentire le istituzioni greche e italiane, in coro per trovare una soluzione politica che scongiuri lo scoppio di una guerra regionalizzata. Mentre Atene preferirebbe una conclusione diplomatica della vicenda, il ministro degli Esteri Emma Bonino riflette sulle risposte che provocherebbe un attacco: “Si comincia sempre con attacchi mirati senza mandato dell’Onu, la Siria reagirà. Da un conflitto drammatico e terribile corriamo il rischio di un deflagrazione addirittura mondiale”.
Paolo Fassino
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