Arriva la conferma dalla Farnesina. Greta Ramelli di Besozzo e Vanessa Marzullo di Brembate sarebbero state rapite da comuni criminali in Siria, nella zona di Aleppo. Le famiglie delle giovani sono costantemente informate dall’unità di crisi, già al lavoro per reperire informazioni.
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due ragazze rapite in Siria (smartweek.it)
Le due ragazze, ventenni, fondatrici del progetto Horryaty, iniziativa di solidarietà per la Siria, erano entrate il 28 luglio da Atma, a pochi chilometri dall’omonimo campo profughi, uno dei più grandi del Paese martoriato dalla guerra civile. Le due volontarie non è chiaro se siano approdate in Siria con un carico di aiuti umanitari, medicinali o viveri di prima necessità, o se per verificare e conoscere la situazione dei profughi in loco. ”Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio, ma Greta e Vanessa non erano in linea. Dalla loro partenza, il 22 luglio, ci eravamo sentite tre volte, mi avevano confermato che il progetto nel quale erano impegnate andava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l’invio di altri fondi”. Così racconta, all’agenzia Adnkronos, Silvia Moroni, presidente della onlus “Rose di Damasco”, una delle ong che sostengono il progetto “Horryaty” in favore della popolazione siriana, per il quale lavorano le due volontarie.
Non sono ancora chiare le dinamiche del rapimento. Il sequestro sarebbe avvenuto ad Aleppo intorno alle quattro nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto e, secondo quanto comunicato da fonti locali, effettuato da una trentina di uomini armati che avrebbero circondato la casa dove si trovavano Greta e Vanessa, prendendo in ostaggio anche due siriani del battaglione Noureddin al-Zengi, sul luogo proprio per proteggerle. I siriani sarebbero poi stati successivamente liberati ad una ventina di chilometri dall’abitazione. Le giovani avevano con loro ben quattromila euro in contanti.
Non era la prima volta che Greta e Vanessa si recavano in Siria. Nel marzo 2014 il loro primo viaggio, a quanto viene detto da altri attivisti, poi un secondo a distanza di poche settimane per istituire piccoli progetti e inviare medicinali e latte in polvere. Le famiglie, preferiscono per il momento non rilasciare dichiarazioni, affidandosi alla Farnesina. Dal profilo Facebook del progetto ”Horryaty” tra gli obbiettivi di Greta e Vanessa si legge: “tra i nostri obiettivi c’è quello di informare e quindi coinvolgere i giovani e spingere quest’ultimi ad interessarsi e reagire alla violenza perpetrata ogni giorno nei confronti del popolo siriano. Crediamo che sia estremamente importante stimolare i giovani a combattere contro questa ingiustizia”.