C’era da aspettarselo e così è stato. Con la scusa di mettere un po’ d’ordine nei conti dello stato senza avere ben in mente una politica economica a lungo termine per il paese si rischia di fare più male che bene. Tra le varie sciocchezze previste nella manovra appena approvata dal Consiglio dei Ministri si prevede pure l’abolizione del sistema di tranciabilità dei rifiuti, il cosiddetto Sistri, introdotto dal 2009 ma mai entrato in vigore per una serie infinita di rinvii per inconvenienti tecnici.
Così diventa più evidente la politica del governo: anziché prendere i soldi da chi è disonesto e non paga, si alzano le gabelle ai soliti onesti; e anziché ridurre quei traffici che fanno del nostro paese una nazione di serie B, si limitano il più possibile i controlli confidando nella nota onestà degli operatori del settore.
Se si può essere d’accordo che è l’ora di stringere la cinghia per portare l’Italia fuori dall’empasse economica mondiale, non bisognerebbe fare come si farebbe in ogni normale famiglia di fronte a scelte obbligate di riduzione del bilancio: si riducono le spese superflue (leggi quelle legate alla casta che mangiano a nostre spese), ma non si rinuncia ad investire sul futuro dei propri figli.