Ieri tra i tanti applausi, l’italianissimo ed elegantissimo Franco Nero, ha ricevuto il premio “Macchina del tempo” per la lunga e solida carriera come attore (premiato insieme a Roland Emmerich con il “Gran Premio d’Onore”). Franco Nero è sicuramente uno degli attori italiani più apprezzati a livello internazionale, recitando in ben oltre 190 films e lavorando con i migliori registi al mondo, se lo è guadagnato. Questo non è per lui il primo riconoscimento internazionale (Golden globe nel 1968 per esempio) e già in patria per i suoi meriti artistici ricevette l’onorificenza della Repubblica più alta: Commendatore Ordine al Merito il 2/6/1992.
Inoltre nel 2011 ricevette una laurea honoris causa in lettere a Londra. La sua stella brilla anche al Festival del Cinema di Sitges di quest’anno, non solo nell’italian walk of fame di Toronto. Oggi invece, il Festival riprende con una lunga serie di proiezioni nelle sale e le tante attività che si svolgono parallele alle proiezioni dei film, in particolare una: oggi infatti si terrà la famosa “Sitges Zombie Walk”. Una “Zombie Walk” oramai è appuntamento diffuso in tutto il mondo nella quale un nutrito gruppo di persone si traveste da “Zombie” (o i loro antagonisti positivi come le unità militari di contenimento o gli scienziati che li combattono) e cammina per la città. Si tratta di una manifestazione pacifica e non violenta nella quale si inscena una vera e propria invasione e trae spunto proprio dai film di genere come quelli di George Romero o dai videogiochi (La saga di Resident Evil) o libri (Zombie Island) tanto amati dagli adolescenti di tutto il mondo (la maggior parte dei partecipanti sono infatti giovani). Ma dove nasce?
Nei primi anni del 2000 nelle grandi città del Nord America ed in particolare, in California, diventando tanto famose ed importanti da diventare a cadenza annuale anche in altri paesi,tanto che resta celebre anche in Italia, quella del Cile, a Santiago, nel 2013 con oltre 15mila partecipanti. Tra il 2007-2008 il picco di popolarità anche in Europa ed Italia: con le “Zombie Walk” di Bologna , Venezia e Torino anche il nostro paese è invaso da questi loschi figuri. Ma la tradizionale sfilata per le vie di Sitges che si terrà oggi (per tutta la giornata inoltre una lunga serie di attività come il truccatore zombie in spiaggia centrale San Sebastian o la parata, fino alla festa finale in notturna) è differente: proprio perchè legata intimamente al Festival del Cinema. Questa parata è il festival della gente.
Un modo che ha la gente per incontrare il festival e far parte di esso da protagonista. Quasi per esorcizzare il fatto che, una tranquilla cittadina di mare, diventi, per 10 giorni, patria dell’horror mondiale utilizzando al contempo lo stesso linguaggio cinematografico del festival e mimando i suoi protagonisti più illustri. Ecco, con la Zombie Walk, il suo festival “degli incubi” diventa festival “dell’immaginazione popolare”. Non a caso infatti sarà il regista Jaume Balagueró, a capitanare il tutto, proprio lui che ha aperto il Festival ieri con “Rec4: Apocalypse” e che ha visto proprio nel pubblico di questa cittadina il primo riscontro del grande successo di botteghino della saga. Il Festival insomma, come dice Ines Paris della fondazione SGAE ( a lei l’onore e l’onere di premiare alcuni degli allievi di cinema della catalogna che stanno partecipando con alcune attività al Festival) è Sitges e la sua gente: “è grazie a Sitges che in Spagna questo genere piace a tutte le età, anche se agli uomini più che alle donne. E come dice Stephen King: il terrore ci riporta all’infanzia, è la celebrazione del fatto che siamo vivi e che stavolta non tocca a noi morire”; celebrare di essere vivi, esorcizzando la morte: ecco come la Zombie Walk qui, quasi come una parata catartica, dimostra ogni anno. Il Festival del Cinema di Sitges insomma, è anche questo: zombie “reali” in strada. Mentre in sala, i film in concorso si susseguono raccontando degli zombie di celluloide. Resta la capacità di questo festival di stupire e di far sognare con i suoi protagonisti e le loro tante storie.
di Cristina T. Chiochia per Oggialcinema.net