Siviglia scopre la luce nel mondo islamico, in una mostra unica in Europa
Da Rottasudovest
Si intitola Nur: la luz en el arte y la ciencia del mundo islámico (Nur:
la luce nell'arte e nella scienza del mondo islamico) ed è una delle mostre
più affascinanti che offre l'autunno culturale spagnolo. E' aperta dal 25
ottobre e chiuderà i battenti il 9 febbraio, nell'Hospital de los Venerables
Sacerdotes, uno dei più bei palazzi sivigliani, nel cuore del Barrio de Santa
Cruz.
Attraverso 150 oggetti, appartenenti a collezioni pubbliche e private di Europa,
Medio Oriente e Stati Uniti, la mostra ripercorre dieci secoli di storia e cultura islamiche, dall'Oceano Atlantico all'Estremo Oriente attraverso l'analisi della
luce, sia nell'arte che nella scienza, sottolineando il suo ruolo unificatore
nelle diverse civiltà islamiche. La luce, nur in arabo, dunque, non solo nel suo significato
fisico, ma anche metafisico.
Per analizzare il suo ruolo, la mostra è divisa in due grandi sezioni, una
dedicata all'arte, con l'analisi delle tecniche artistiche che migliorano gli
effetti e la percezione della luce, l'altra dedicata alle scienze, con la
presenza di strumenti scientifici per lo studio della luce e dei suoi effetti.
Sono 150 gli oggetti che parlano della Nur, della luce, dal IX al XX secolo. Da
quando l'Islam dominava il Medio Oriente, il Nord Africa e la Spagna, mettendo
in pericolo la supremazia cristiana in Europa e nel Mediterraneo, fino a oggi,
che ha smesso di essere un faro nello studio delle matematiche, dell'astronomia
e della medicina e non illumina più con la raffinatezza della sua arte. Nei
suoi oggetti, molti dei quali mostrati per la prima volta al pubblico, si
ritrovano piccoli e grandi gioielli della cultura islamica: antichi manoscritti
illuminati con pigmenti dorati, per illuminarli, opere di metallo con
incrostazioni d'argento e d'oro o di pietre preziose, gli orologi solari, gli
astrolabi, gli strumenti anatomici, che dimostrano quanto il sapere islamico
fosse avanzato e fosse in grado di influenzare l'Europa e il pensiero
scientifico occidentali.
Però i suoi veri gioielli, quelli per cui questa mostra è un evento più unico
che raro, sono i pezzi di scacchi in cristallo del XI secolo mai usciti prima
dal Museo della Cattedrale di Orense, in Galizia, le illustrazioni anatomiche
iraniane del XIX secolo, mai mostrate prima in pubblico; gli oggetti di metallo
delle scuole di Mosul e Khorasan, del XIII secolo, anch'essi mai mostrati prima
in Europa. Per la prima volta vengono anche esposte le pagine del Corano azzurro
tunisino del XI-X secolo, l'unico manoscritto esistente del Corano su pergamena
azzurra; un lavoro iraniano del XIX secolo, su carta, di oltre due metri di
lunghezza, in cui sono stati dipinti i dodici segni dello zodiaco; il
manoscritto in arabo più antico conservato fino a oggi, datato 1009-1010. Tutti
reperti di grande valore storico e culturale che difficilmente si vedranno di
nuovo insieme in una mostra europea.
Nur: la luz en el arte y la ciencia del mundo islámico ha anche un altro
significato. Attraverso l'analisi del ruolo della luce nella millenaria cultura
islamica, vuole sottolineare il ruolo di ponte esercitato dalla Spagna, tra il
mondo islamico e quello cristiano. Córdoba, del resto, fu patria di grandi
scienziati, matematici e poeti, che si espressero in lingua araba e che
influenzarono profondamente anche l'arte e la cultura europee. "Per secoli
la Spagna è stata ponte tra Islam e Occidente" spiega la curatrice della
mostra Sabiha Al Khemir "Gli undici secoli e i quattordici Paesi
rappresentati in Nur illustrano non solo la tradizione di talento e artigianato
che inonda il mondo islamico, ma anche la pura bellezza, frutto della cultura
islamica e il contributo di questa civiltà alla cultura dell'umanità".
Dopo Siviglia, la mostra, organizzata dalla Fundación Focus-Abengoa, approderà al Museo d'Arte di Dallas, negli USA.
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