Soon you know I’ll leave you
and I’ll never look behind
‘cos I was born for the purpose
that crucifies your mind.
Presto sai che ti lascerò
e non mi volterò mai più indietro
perché sono nato con lo scopo
che crocifigge la tua mente.
Mai parole furono più profetiche! Perché se si inizia ad ascoltare Sixto Rodriguez non si può far altro che essere crocifissi con chiodi, nella mente. Per chi come me non sapeva chi fosse l’autore di questa canzone, completamente sconosciuto fino a qualche anno fa, il 21 marzo scorso, Rai 5 ha trasmesso un film documentario “Searching for Sugar Man“, film che ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui l’Oscar 2013 come miglior documentario e il premio speciale della giuria e del pubblico al Sundance Film Festival. La pellicola, diretta e montata da Malik Bendjelloul, narra la sua storia: la storia di Sixto Rodriguez.
Ma chi è Sixto Rodriguez?
Fine anni sessanta Sixto Rodriguez (chiamato così perché sesto figlio) viene scoperto in un locale periferico di Detroit, “ The Sewer”, da due talent scout Dennis Coffey and Mike Theodore che vedono in lui molto, al punto da definirlo il “Bob Dylan ispanico” e così da portarlo all’attenzione di Clarence Avant, produttore della prestigiosa Motown Records. Dopo la meteora del singolo I’ll slip away, del 1967, che Sixto Rodriguez incide con il nome di Rod Riguez arrivano due album Cold Fact (1970) e Coming from Reality (1971). Belle canzoni, testi impegnati, arrangiamenti curati. Ma non succede nulla: poche copie vendute e via nel dimenticatoio. La casa discografica decide di non rinnovargli il contratto e, questo avviene esattamente, due settimane prima di Natale, come, ancora unavolta, da lui profetizzato nella canzone ‘Cause.
Cause I lost my job two weeks before Christmas,and I talked to Jesus at the Sewer,
And the Pope said
it was none of his God-damned business
Perché ho perso il lavoro due settimane prima di Natale
e ho parlato con Gesù al Sewer
E perchè il Papa ha detto
che non era compito suo
Rodriguez torna da dove è venuto, torna tra le nebbie del fiume che attraversa la città, al The Sewer, al fumo del locale prolungamento della coltre del fuori che nasconde e oblia. Torna tra i derelitti e i dimenticati, nella realtà che conosce bene, di chi inizia la vita con “passo storto”. La madre, una nativa americana, muore quando lui aveva tre anni e ha dovuto trascorrere diversi anni in orfanotrofio, incontrando il padre solo la domenica : “Ero uno dei più fortunati” dice dei suoi giorni trascorsi in quel luogo: “Avevo mio padre, molti bambini avevano perso entrambi i genitori”
Non è un periodo facile, si mette a fare l’operaio demolitore e il muratore. E’ instancabile, cerca sempre il riscatto per sé e per gli altri: si candida persino a sindaco di Detroit. Si laurea in filosofia seguendo i corsi serali.
Intanto, però, “Cold Fact” attraversa l’oceano, si pensa per mezzo di una ragazza americana che va a trovare il fidanzato in Sud Africa e porta con sé l’album di Rodriguez. In breve tempo diventa un album di culto, censurato dal regime razzista del National Party e anche per questo colonna sonora clandestina di giovani Afrikaners e di quanti lottavano per la libertà di espressione e la fine dell’apartheid. Per tutta risposta, il regime censura i dischi, li sequestra, li graffia per renderli inascoltabili. Ma il mito non viene arrestato. Rodriguez viene osannato in Sud Africa come uno dei grandi dell’Olimpo della musica, fino a diventare una leggenda, un mistero. Perché nessuno ha informazioni su di lui, si inizia a parlare di una sua possibile scomparsa. “Rodriguez si è suicidato sparandosi un colpo alle tempie dopo l’ultimo concerto” dicono alcuni, altri “dandosi fuoco”. C’è, infine, chi dichiara che sia morto per overdose.
Ma nessuno, con certezza, sa o ha la possibilità di sapere qualcosa di preciso di lui. Esiste la sua musica, la sua voce e le circa 500.000 copie di dischi venduti: nient’altro.
A questo punto entrano in scena il giornalista Craig Bartholomew Strydom e il proprietario di un negozio di dischi, Stephen ‘Sugar’ Segerman che decidono di fare luce sulla vita di Sixto Rodriguez. L’unica traccia da loro trovata e utile per le ricerche, è un verso della canzone “Inner City Blues” che li conduce a Dearbon, nell’area metropolitana di Detroit.
Met a girl from Dearborn, early six o’clock this morn
A cold fact
Ho incontrato una ragazza di Dearborn, alle sei del mattino
una fredda realtà
Lì nessuno sa di quel tale Rodriguez, cantautore folk, che in Sudafrica è ormai più popolare di Elvis Presley, ma non si rassegnano. Stampano appelli sui contenitori del latte, Stephen crea un sito web, chiamato ‘The Great Rodriguez Hunt‘. E’ il 1997, nello stesso anno Brian Currin crea ‘Climb Up On My Music’, un sito omaggio alla vita e alle opere di Sixto Rodriguez. Pochi mesi dopo, ricevono l’e-mail di una donna che sostiene di essere Eva, una delle tre figlie di Rodrìguez. Li informa che Sixto è vivo e vegeto, ha appeso la chitarra al chiodo e lavora come manovale a Detroit. In preda all’euforia cercano un contatto con lui e una notte a casa di Craig arriva una telefonata, un uomo chiede del giornalista: è lui. E’ Rodriguez. E’ l’inizio della sua seconda vita.
In Sud Africa, vengono organizzati concerti che riuniscono migliaia di persone. Rodriguez, che mai aveva cantato su grandi palchi per così tanta gente, è meravigliato, sorpreso, incredulo e l’unica cosa che riesce a dire è : “Grazie per avermi tenuto in vita”. Mai si sarebbe aspettato che un giorno questo sarebbe capitato a lui.
La storia di Sixto Rodriguez potrebbe concludersi qui, se non fosse che, un giovane regista svedese, Malik Bendjelloul, nel 2006 si mette in viaggio per il mondo in cerca di storie per un film. La migliore gli viene raccontata a Cape Town: è la storia di Sixto Rodriguez.
«È la più incredibile storia vera che abbia mai ascoltato» dice il regista Bendjelloul «ha tutti i contorni della fiaba. Un copione perfetto: l’elemento umano, la musica giusta, la rinascita a Hollywood dopo un ingiusto e ingiustificato ostracismo dal music business, la suspense della detective story».
Il giovane regista ha pochissimi soldi a disposizione, tuttavia in quattro settimane realizza buona parte delle riprese, poi, nei tre anni seguenti, gira le ultime interviste e monta il film da solo. Nasce così il documentario “Searching for Sugar man”. Lo presenta al Sundance film festival, dove ottiene una interminabile standing ovation: il premio del pubblico, della giuria e l’attenzione dei grandi distributori. In seguito, il film colleziona una serie di nomination e riconoscimenti, fino alla consacrazione con l’Oscar.
Molto toccante è la scena del documentario, nella quale il produttore Steve Rowland mette sul piatto Cause (Perché), una delle tracce di Coming From Reality e con grande tristezza esclama: “Come è possibile che uno capace di scrivere canzoni tanto belle sia stato completamente ignorato?”
Perchè
……
Perchè il mio cuore è diventato
un hotel corrotto pieno di voci
ma sono io che pago l’affitto
per questi che con il dito alla bocca chiedono silenzio
io che faccio 16 amicizie solide di mezz’ora, ogni sera
Perchè la tua regina di cuori
che per metà è di pietra
e a cui piace ridere da sola
minaccia sempre di lasciarti
…
Perché mi dicevano
che tutti dovevano pagare il dovuto
e io spiegai loro di aver strapagato
ma, moroso, andai al negozio aziendale
e l’impiegato lì mi disse
che erano stati da poco invasi
così mi imbarcai in una lacrima
e fuggii da sotto la soglia della porta
….
Oggi, Sixto Rodriguez ha settandue anni e trascorre il suo tempo in giro per il mondo. Tutti vogliono conoscere chi è riuscito a dare scacco al fato, ma lui sembra non curarsi del successo, lo dice Regan, la figlia minore, lo dice lui stesso con il disagio che prova di fronte alle telecamere, lo dice il suo continuare a vivere umilmente nella stessa casa di sempre senza tv o riscaldamento. Continua la sua vita modesta, senza dire il motivo per cui decise di arrendersi così presto, di mollare il sogno folk rock e rassegnarsi ad una vita di lavoro duro e anche durissimo. Ha un’unica risposta: “non si può sfuggire alla realtà”.
«Mio padre non faceva che ripeterci, non è una vergogna essere poveri, ma tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta ero convinto che ci sarebbe stata una rivoluzione, poi tutto è svanito”
“And you can keep your symbols of success
Then I’ll pursue my own happiness
And you can keep your clocks and routines
Then I’ll go mend all my shattered dreams”
E vi potete tenere tutti i vostri simboli di successo
io andrò dietro la mia felicità
e vi potete tenere tutti i vostri orologi e le vostre routine
io riparerò tutti i miei sogni infranti
…dirà, nel suo singolo “I’ll slip away“. D’altronde, cosa può essere riparato di ciò che è stato infranto?
Nel 2012 è stato tra le star del prestigioso Newport Folk Festival. David Letterman l’ha invitato in una puntata del suo Late Show, la Sony Legacy, in concomitanza dell’uscita del film, pubblica la colonna sonora con le sue più belle canzoni.
A riascoltarne alcune canzoni, come A most disgusting song, con la voce che ricorda sia Ben Harper che Eddie Vedder, si capisce anche perché l’America non applaudì i suoi testi che condannavano la guerra in Vietnam, il massacro degli studenti che protestavano a Kent State, la miseria e la violenza dei ghetti.
«Rodriguez era il perfetto cantastorie», spiega Dennis Coffey: «Girava per strada, osservava, e cantava le cose che vedeva. Credo che questa fosse la ricetta che, anche a riascoltarlo oggi, lo rende così speciale».
I’ve played every kind of gig there is to play now
I’ve played faggot bars, hooker bars, motor cycle funerals
In opera houses, concert halls, halfway houses.
Well I found that in all these places that I’ve played
all the people I’ve played for are the same people
So if you’ll listen, maybe you’ll see someone you know in this song.
A most disgusting song.
Ho suonato ogni sorta di concerto, come sto facendo qui
Ho suonato nei bar dei froci, nei bar delle battone ai funerali dei motociclisti
In teatri, sale da concerto, centri di recupero
Beh ho scoperto che in tutti i luoghi dove ho suonato
le persone per le quali ho suonato, sono le stesse persone
Così se ascolti, forse incontrerai qualcuno che conosci in questa canzone.
Una delle canzoni più disgustose
La vicenda di Sixto Rodriguez deve far meditare tutti coloro che presi da facili entusiasmi e da regole di mercato uccidono la straordinarietà in nome della logica della normalità e a Sixto auguro di poter, in qualche modo e ancora per molto, continuare a portare avanti la sua missione, lui nato con lo scopo che crocifigge la mente.