La fine dell’estate è una cosa che proprio non riusciamo ad accettare
Vi ricordate i MORGOTH? Sono stati, insieme ai Fleshcrawl, uno dei primi gruppi death metal tedeschi a farsi un nome a livello internazionale. I primi ep suonavano come una versione meno doom degli Asphyx; poi presero una piega più tecnica e thrashettona con risultati apprezzabili ma, almeno per me, non trascendentali. Si scavarono la fossa nel ’96 con l’inesplicabile Feel sorry for the fanatic, dal titolo programmatico. Chiamarlo un passo più lungo della gamba sarebbe un pallido eufemismo. Un logo nuovo e più chic, elettronica, ritornelli puliti, riff alla Korn. Un salto decisamente eccessivo rispetto a Odium, dopo il quale i Morgoth sparirono nel nulla, senza riuscire a tornare sui loro passi e garantirsi una serena vecchiaia come tante band estreme degli anni ’90 che provarono a cambiare pelle per poi essere costrette ad andare a Canossa. Alla fine sono entrati anche loro nel tunnel delle reunion da festival estivo, con una sezione ritmica rinnovata (Sebastian Swart è passato dal basso alla chitarra) e, dopo qualche anno di rodaggio, è uscito questo singolo. Ovviamente suona come i dischi dei primi anni ’90:
E, a proposito di crucchi, sembrerà quasi una barzelletta ma Herman Frank e Stefan Schwarzmann degli Accept hanno messo su un power trio con Schmier dei Destruction e l’hanno pure chiamato PANZER. Nessun gruppo tedesco ci aveva mai pensato prima. Forse perché non era troppo politicamente corretto. Il risultato è un po’ scemo ma divertente, nello stile teutonico, sbracato e cazzone. Send them all to hell uscirà su Nuclear Blast, quindi i suoni sono quelli che sono:
Non sono mai stato un grande fan degli ABYSMAL DAWN. Non è la mia idea di musica estrema, diciamo. L’esordio old school From Ashes era carino. Poi i californiani si sono ripuliti e oggi suonano un death “moderno” formalmente perfetto ma freddo e ripetitivo. Insomma, la capacità di coinvolgimento di questa Inanimate (da Obsolescence, fuori su Relapse in questi giorni) è quella che il titolo lascia intuire:
Un altro gruppo che non mi ha mai fatto impazzire (e il cui successo, al di là dei nomi illustri coinvolti, mi è sempre parso abbastanza ingiustificato) sono i BLOODBATH ma del nuovo Grand Morbid Funeral tocca parlare, almeno per dovere di cronaca, dato che Jonas Renkse e Anders Nyström dei Katatonia, perso per strada Mikael Åkerfeldt, hanno tirato a bordo nientemeno che Nick Holmes dei Paradise Lost, che segue quindi il compagno d’arme Greg Mackinthosh (mente dei pregevoli Vallenfyre, il cui secondo disco si è rivelato, però, una mezza delusione) nel gorgo dell’amarcord death metal. Unite in pain, primo brano di Grand Morbid Funeral a essere dato in pasto all’internet, non mi aveva fatto saltare dalla sedia. E questa Famine of God’s Word, il cui lyric video è uscito qualche giorno fa, non ha reso in alcun modo più spasmodica l’attesa per l’album. Ok, può essere curioso riascoltare Holmes di nuovo alle prese col growl ma non è che sarebbe cambiato molto se al suo posto avessero preso a cantare un capellone qualsiasi:
A partire dal nome deliziosamente cretino, i JOB FOR A COWBOY sono, probabilmente per esclusione, uno dei gruppi deathcore che mi stanno più simpatici. Demonocracy tutto intero era di difficile digestione ma a piccole dosi funzionava. Lo so, non è un complimento. Ascoltando le anticipazioni di Sun Eater – il brano qua sotto e l’opener Eating the visions of God (insomma, ce l’hanno tutti con Dio, oggi), che potete ascoltare qui – sembra che abbiano iniziato a fare un po’ troppo gli sboroni con gli strumenti, secondo la moda attuale. Però le regole del genere le conoscono:
E, già che siamo in casa Metal Blade, ci congediamo con questa nuova canzone degli ANAAL NATHRAKH, dall’imminente Desideratum. Arimortis: