Siamo nel 1958, circa tre anni prima della rinascita e della rivoluzione dei comic books americani guidata dalla Marvel Comics, con il primo numero di Fantastic Four, e appena due anni dopo il rilancio di Flash da parte di Carmine Infantino sulla rivista Showcase della DC Comics.
Nelle edicole statunitensi il fumetto continua a vivere grazie alle strisce dei “syndicate” (agenzie di stampa che vendono articoli e strisce a fumetti a varie testate giornalistiche) che numerosi quotidiani pubblicano ogni giorno. Uno degli autori che sarebbe diventato “il” padre fondatore del fumetto supereroistico americano moderno, Jack “The King” Kirby, decide di prestare la sua magica mano per la realizzazione di una nuova striscia sindacata. All’epoca l’artista era già un veterano nel campo sia delle strisce che dei comic books con quasi vent’anni di carriera alle spalle (aveva iniziato nel 1939, durante il primo boom dei comics, precedente la II Guerra Mondiale e era diventato famoso per il suo Capitan America in coppia con Joe Simon).
Scritta inizialmente dai fratelli Dick e Dave Wood, Sky Masters of the Space Force narra le avventure di un astronauta americano e dei suoi compagni illustrate dalle tavole disegnate da Kirby e inchiostrate da Wally Wood. ReNoir Comics, con la sua etichetta Nona Arte, ci presenta, per la prima volta in Italia, in questo volume d’esordio che raccoglie i due anni iniziali di strisce giornaliere, 1958 e 1959.
L’idea di Sky Masters è quella di sfruttare l’allora nascente interesse del pubblico americano per la corsa allo spazio che aveva visto nell’anno precedente, il 1957, gli antagonisti sovietici segnare un punto nella corsa alle stelle con il lancio del satellite Sputnik. Un decennio prima dello sbarco dell’uomo sulla luna, le avventure di Sky sono caratterizzate da spunti grafici e narrativi un passo più avanti rispetto ai reali sviluppi della tecnologia aerospaziale del tempo, raccontata e descritta negli articoli di giornali e riviste: l’argomento infatti era molto sentito e dibattuto dai cittadini americani.
Le storie sono caratterizzate, sotto un punto di vista narrativo, da trame avvincenti con colpi di scena, sequenze avventurose e misteri “spaziali” da risolvere. Tuttavia ciò che colpisce immediatamente sin dagli esordi del fumetto è l’apparato grafico con un Kirby, ottimamente inchiostrato da Wood, che crea vignette dense di particolari tecnologici, con tagli ad effetto e inaspettati, sfruttando al meglio anche le situazioni, spesso in un contesto spaziale con assenza di gravità, delle storie.
Il Kirby di Sky Masters è un autore dal tratto classico e pulito e non ha ancora raggiunto gli estremismi prospettici e visivi che saranno il segno distintivo delle sue opere supereroistiche negli anni Sessanta e a seguire. È indubbio però che proprio nelle tavole di questa striscia sia possibile ritrovare, in embrione, tutta una serie d’invenzioni grafiche, come tute spaziali, astronavi, pannelli e macchinari di comando, che l’artista svilupperà a pieno, in tutta la sua esplosiva immaginazione, su Fantastic Four.Da ogni singola vignetta di Sky Masters traspare la voglia degli autori di realizzare una striscia di fantascienza realistica che può essere inquadrata nel filone dell’hard sf, o fantascienza tecnologica, cioè quella caratterizzata da un’accuratezza tecnica e scientifica, nonché da una coerenza pseudo-scientifica che ha regole predeterminate dall’autore e al quale egli si attiene rigorosamente. Rappresentanti di questa categoria letteraria nel campo dei romanzi di fantascienza, contemporanei di Kirby, sono scrittori del calibro di Larry Niven, Frederick Pohl e Arthur C. Clarke, mentre nel fumetto gli esempi più mirabili si trovano all’interno della produzione di manga e anime moderni, quali Mobile Suit Gundam, Appleseed e Ghost In The Shell.
Sicuramente sulla scelta di Kirby e dei fratelli Wood di impostare questo fumetto sulle basi di una fantascienza più realistica, ha pesato in modo non indifferente il tentativo fallito, prima della pubblicazione di Sky Masters, di creare una striscia di fantascienza nella tradizione di Buck Rogers e Flash Gordon. Space Busters, questo era il titolo della striscia, fu presentata dagli autori e rifiutata da varie agenzie e poi, nel 1958, offerta una seconda volta alla DC Comics (contattata dalla syndacate George Matthew Adams Service per una striscia di fantascienza) e di nuovo bocciata dall’editor Jack Schiff poiché troppo slegata dal reale. È stato comunque quello il modello preliminare per Sky Masters, dove sono state eliminate tutte quelle caratteristiche che avevano portato gli editori a rifiutare la pubblicazione di Space Busters, per mantenere invece quel forte legame con il reale che hanno dato all’opera in oggetto originalità rispetto ad altre strisce di fantascienza di quegli anni.
Le avventure di Sky Masters, nome del protagonista del fumetto, trovano spazio, nei quattro anni durante i quali sono pubblicate (1958-1961) in più di 325 quotidiani e collezionano alla fine qualcosa come 773 strisce giornaliere alle quali si aggiungono 53 pagine domenicali (giornata nella quale i quotidiani pubblicavano un’intera pagina di fumetti, spesso a colori) in cui si sviluppano quindici avventure dell’astronauta americano e dei suoi comprimari. L’augurio è che ReNoir pubblichi integralmente tutta l’opera, degna senza dubbio di essere riscoperta.
Abbiamo parlato di:
Sky Masters of the Space Force – Libro I (1958-1959)
Dick e Dave Wood, Jack Kirby, Wally Wood
Renoir Comics – Nona Arte, 2012
128 pagine, rilegato, bianco e nero – € 19,90
ISBN-13: 978-8865670705
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