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Skyfall (imento) totale...o quasi.

Creato il 04 novembre 2012 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1
Skyfall (imento) totale...o quasi.
Eccoci ancora una volta di fronte all'ennesimo caso in cui si parte gonfi di aspettative e si torna...svuotati fin dalle viscere, cinematograficamente parlando, è ovvio. Si mormora in giro dell'ultimo Bond, 23° capitolo di una longeva serie dedicata all'agente doppio zero più famoso al mondo, e si parla già del migliore di sempre. Ma. Sinceramente le voci convenzionalmente all'unisono a me, non hanno mai convinto. Arriva infatti la conferma del mio naturale scetticismo dinnanzi a tutto ciò che, per oscure e misteriose ragioni, viene reso omologato, anche a suon di critica.Lo stupore di molti amici e conoscenti già mi sta facendo fare delle grasse risate, più che altro mi piace l'idea di uscire dal coro, di stonare quel tanto che serve a lasciare addosso questa insormontabile esigenza di correre in sala a vedere il film in questione, anche solo per venire qui e ribattere con quante più ragioni e sentimenti possibili. Sono cattiva, lo so. Ma ci tengo a sottolineare che non sono pazza, almeno non fino al punto di bastonare un film solo per il gusto di sdirazzare un po'. 
Quando, nel 2006, uscì Casino Royale ricordo la paura di uno stravolgimento inaccettabile di una saga storica così importante e per così tante generazioni. Fu la prima volta per Daniel Craig nei panni di 007 e la seconda per il regista neozelandese Martin Campbell, il quale seppe gestire impeccabilmente già un "battesimo d'agente" nel 1995, con Goldeneye, quando l'iniziato era un giovane Pierce Brosnan. Ma in Goldeneye non fu la prima volta solo per Brosnan, poiché si assiste a una rivisitazione del ruolo di M, affidato a una donna, Judi Dench. Come dire, qualcosa che poteva lasciar intuire il successo di un Casino Royale poteva tranquillamente esserci. E fu così che Campbell lasciò soddisfatti i palati di pubblico e critica con questo rilancio dell'agente 007, affidato completamente all'attore e alla penna del Premio Oscar Paul Haggis.Skyfall (imento) totale...o quasi.
Veniamo a oggi, e troviamo innanzitutto un vuoto proprio lì, in fase di scrittura del film, dal momento che Haggis non è presente. Ad occuparsi della sceneggiatura in Skyfall John Logan, Neal Purvis e Robert Wade. Dietro la macchina da presa c'è niente di meno che un certo Sam Mendes, regista britannico con alle spalle giusto quattro o cinque titoli che, presi singolarmente, sono ognuno un capolavoro di celluloide, uno su tutti American Beauty, film esordio del 1999. Certo dopo quell'amaro lasciato in bocca da Quantum of Solace nel 2008, diretto da Marc Forster, c'era già "di nostro" un enorme e incondizionato bisogno di caricarsi di fiducia e sperare quasi fino ad esserne certi, in un Bond Epico. Eppure qualcosa non va. Non va perché il primo sbaglio di Mendes è stato quello di prendersi una eccessiva dose di presunzione fino a farla sbrodolare nel film e a dare allo stesso il peggiore degli esiti che cinematograficamente si possano avere. Si avverte l'idea iniziale di dare a Bond una rispolverata che somigli di più a un ritorno alle origini. Il risultato però è quello di uno 007 sempre a metà strada tra il vecchio e il nuovo, che poi non si capisce se parliamo di Bond, o del mondo intero. I continui rimandi a questa antitesi temporale sono davvero necessari? 
Skyfall (imento) totale...o quasi.
Ma il fattore in assoluto che più compromette il mio giudizio su Skyfall, e la colpa più grande che dò al regista è quella di aver sì, trovato un villain straordinario, puntando tutto su un grande Javier Bardem, ma  tanto convincente (forse troppo?) da togliere luce al bel Craig/Bond da rimaner completamente oscurato in tal senso, lasciando dietro di sé solo un'ombra vacillante e dai tratti incerti. E poi quali siano le reali intenzioni di Mendes sinceramente io non l'ho capito, o meglio, ho paura di aver afferrato un fallimentare tentativo di accostarsi a qualcuno che di un (super)uomo ne ha fatto un pezzo di cinema d'autore, e forse qualcuno ha già compreso quello che sto per dire.
Skyfall (imento) totale...o quasi.
Ma, secondo voi, quel parrucchino biondo platino e quell'entrata in scena tanto sbilenca quanto inquietante dove potrebbe mai aver preso spunto se non dal Joker di Ledger che rese epico il secondo capitolo della trilogia di Nolan dedicata a Batman? Dai, è talmente evidente il volersi per forza di cose appoggiare a una scia ancora presente nell'aria, la stessa che però, attenzione, è stata messa lì da Christopher Nolan e non vorrei sembrare troppo nolaniana, ma cos'è che ti fa credere (caro Mendes) di poter tentare nell'impresa senza scivolare sulla tua stessa troppa convinzione? E' palese fin dal trailer di Skyfall: l'hobby di 007? La resurrezione. Beh, avrebbero potuto intitolarlo "James Bond Rises" senza nascondersi dietro un titolo che per carità, può avere il suo fascino nella dicotomia significativa: Cielo-Caduta in riferimento al fatto che tutto il film è impregnato del concetto di poter arrivare in alto, in cielo, solo dopo però aver toccato il fondo. Ma poi a ben vedere Skyfall altro non è che la casa/castello in cui è cresciuto Bond.
Skyfall (imento) totale...o quasi.
Salvando la prima parte del film, dove si riesce ancora ad assaporare quel carico mai eccessivo di action e adrenalina che avevano promosso a pieni voti Craig nel suo Bond/battesimo in Casino Royale, si sprofonda nella noia e nel piattume più sconcertante. Sarebbero bastate poche sequenze a convincere su questo Skyfall. Magari l'inseguimento in moto fin sopra ai binari del treno. Oppure lo scontro sulla vetta altissima nel cielo di Shangai, immersa in un gioco di luci e colori che deliziano gli occhi tanto quanto i sorprendenti titoli di testa e una magnifica fotografia affidata a Roger Deakins.
Gradevole ed elegante la voce di Adele (la sola donna protagonista del film), così come rimangono protagoniste assolute le note di un grande Thomas Newman. Peccato, peccato aver puntato così tanto su un prodotto che avrebbe spento le 50 candeline per Bond senza aver badato a colpi di testa tanto palesi o scelte inutili di cui avremmo fatto sinceramente a meno. A poco serve la bella Aston Martin DB5, l'orologio e il Martini che fanno la BondTradizione se poi mi presenti la triste copia di un Craig/Bale alle prese con la sua rinascita...per non parlare della Bond Girl e dell'infante Q...no, non ci siamo proprio.
Skyfall(imento) totale o quasi...

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