Ascoltare musica significa interrogare i suoni che entrano in noi, ma anche i suoni che si formano dentro di noi, come risposta alla musica che ci coinvolge.
In una società come la nostra, dove sono costanti le situazioni conflittuali o che comunque attivano delle tensioni molto forti, un termine a cui facciamo riferimento molto spesso in questi casi è la parola “stress”. E’ il modo con cui definiamo quello stato di turbamento del nostro equilibrio interiore ed esteriore, che si manifesta in diversi modi, con un senso di angoscia, con lo svilupparsi di istinti di aggressività, con eccessi di eccitazione cerebrale, con manifestazioni somatiche alterate (respirazione, ritmo cardiaco, tono muscolare) dei ritmi biologici di base. Sentiamo di avere superato il normale limite di resistenza, e percepiamo un senso di impotenza, ci sentiamo prigionieri di qualcosa che non riusciamo a controllare.
L’antidoto a queste situazioni negative, non è certo il negarle, ma invece il prevenirle, cercando di riconoscere alcuni segnali corporei e umorali, e organizzando per tempo delle strategie per bloccarle prima del nascere, o affrontandole nella fase iniziale, quando tutto è più semplice.
Qui entra in gioco il concetto di RILASSAMENTO, che nello spirito della nostra proposta possiamo definire AUTO-RILASSAMENTO, cioè scoperta della capacità personale di riappropriarsi del controllo del corpo e di conseguenza della mente e dei pensieri che la attraversano.
Le tecniche di autorilassamento hanno nella musica il loro elemento essenziale. I dati di numerose sperimentazioni ci dicono che la musica coinvolge il corpo dell’uomo attraverso due vie principali, quella emozionale e quella fisiologica.
Dal punto di vista emozionale, l’ascolto della musica stimola i canali dell’affettività, per cui chi ascolta rigenera la propria vita interiore, trasforma il tono dell’umore, abbassa il livello di vigilanza e di eccitazione cerebrale. Avvengono in noi dei cambiamenti che sono anche il frutto di alcune importanti modificazioni chimiche a livello neuro-endocrino.
Tra i risultati delle varie sperimentazioni compiuti in questi ultimi anni sull’importanza dell’ascolto musicale, citiamo le conclusioni dello studio compiuto nel 2004 (e successivamente confermato da altri studi) dal Conservatorio Musicale di Long Island, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Neurologiche dell’Università di New York, che ha coinvolto un gruppo di giovani sottoposti ad ascolti musicali mirati alla distensione mentale e muscolare. Così si esprime la conclusione della lunga e articolata sperimentazione: “Riteniamo che il fenomeno osservato, cioè il profondo effetto rilassante della musica, avvenga per una combinazione del complesso sistema che coinvolge sia le vie degli oppiodi endogeni (endorfina), sia quelle della produzione dell’ossido nitrico (…) L’ascolto della musica in stato di rilassamento è in grado di limitare i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), può abbassare la pressione sanguigna, rallentare la frequenza del battito cardiaco, indurre una sensazione di benessere (…) In breve, la musica e gli effetti calmanti che essa produce, si caratterizzano per una significativa componente emozionale, la quale agisce sulle vie collegate alla gratificazione del cervello (…) La musica e le emozioni che essa suscita possono essere considerate anche un processo che fortifica la convinzione positiva, rendendo vano il tentativo del pensiero razionale di ostacolare questo percorso benefico.”
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