Smart city: alla "citta' intelligente" servono dati

Creato il 08 ottobre 2013 da Afrodite
Sempre più spesso si sente parlare di smart city ma pochi, esclusi gli addetti ai lavori, sanno di che cosa si tratti.
Per questo sono importanti gli incontri che hanno preso il via ieri a Bergamo e che proseguiranno venerdì 11, sabato 12, martedì 15 e giovedì 17 presso l'Urban Center (http://www.iconemi.it/). E a breve, dal 16 al 18 ottobre, si terrà anche la Smart City Exhibition a Bologna (http://www.smartcityexhibition.it/it/programma).
Alla base del concetto di smart city,o "città intelligente", c'è, come ha ben chiarito ieri nel suo intervento l'architetto Fulvio Adobati, l'idea che si debba andare verso "un'urbanistica del temporaneo".
Secondo questa filosofia occorre "accompagnare le città in un'evoluzione che è sempre più rapida e imprevedibile".

Da sinistra: Marina Zambianchi, l'assessore Gianfranco Ceci, Maria Chiara Peretti e Fulvio Adobati

Secondo il rapporto europeo Shrinking Cities il 40% delle città con meno di 200.000 abitanti vive una sorta di declino, caratterizzato da diminuzione del numero di abitanti e in particolare della popolazione attiva, diminuzione di attività imprenditoriali e calo del Pil.
Inutile, secondo l'architetta e presidente di Italia Nostra Maria Chiara Peretti, "adottare modelli rigidi, quando invece è necessario prendere atto del fenomeno e attuare politiche rapide e basate sull'interconnessione tra i residenti".
Solo così l'enorme disponibilità di spazi vuoti e inutilizzati può trasformarsi in qualcosa di creativo e di vitale.
Qualche esempio? L'hotel Transvaal de L'Aja, il De Strip di Rotterdam e la Community di Vlierhof, ovvero un albergo, un centro culturale e un'oasi di biodiversità sorti là dove l'abbandono e il degrado la facevano da padroni (una mappa completa del riuso in Europa e nel mondo la si trova sul portale http://www.urban-reuse.eu/).

Il pubblico presente ieri all'iniziativa presso l'Urban Center di Bergamo


Ma per restare in Italia si possono citare ad esempio il recupero dell'ex ospedale psichiatrico milanese Paolo Pini da parte della cooperativa Olinda, l'esperienza bolognese di Planimetrie Culturali (http://www.planimetrieculturali.org/, un interessante progetto di "custodia temporanea e gratuita" di spazi vuoti), o il Progetto Grisù di Ferrara dove un'ex caserma dei Vigili del Fuoco è stata concessa in comodato gratuito a startup dei settori culturale e creativo (http://spaziogrisu.org/).
Maria Chiara Peretti ha più volte sottolineato l'importanza dei dati e della capacità di organizzarli per leggere e interpretare la realtà.
A Torino è nata Spazi per le idee, una banca dati che mette in contatto domanda e offerta di spazi da riutilizzare (http://www.urban-reuse.eu/?pageID=politiche&cID=spazi_idee).
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