
Quando per i tagli all'Università e per le solite camurrie viene addirittura licenziato , Pietro decide che non può più starci. Con l'aiuto di un chimico suo amico finito a fare il lavapiatti in un ristorante cinese, di un matematico finito a fare piccoli imbrogli contando le carte del poker, di un antropologo aspirante sfasciacarrozze e di altre menti superiori dell'Università italiana finite a fare lavori umilianti la loro qualifica, comincia a produrre una molecola psicotropa ai limiti della legalità e organizzandosi per benino la vende in festini e discoteche facendo un sacco di soldi.
Ma cominciano i guai: in famiglia , con la polizia perché la "banda dei ricercatori" non sta conducendo uno stile di vita abbastanza morigerato e col temibile Murena, spacciatore di pasticche che ha visto contrarsi la sua fetta di mercato....
Se il cinema ha dimostrato in passato di essere lo specchio fedele della società contemporanea, Smetto quando voglio ne è il perfetto esempio.
Cinema della crisi e sulla crisi, sguardo divertito ma allo stesso tempo sbigottito sulle dinamiche che muovono la ricerca universitaria in Italia ( le solite raccomandazioni, i soliti mammasantissima politici a cui votarsi sperando di scegliere quello dalla parte giusta), la constatazione che seguendo le regole non si riusciranno mai a fare soldi.
Bisogna mettersi un'idea meravigliosa in testa e muoversi tra le pieghe della legge.

Smetto quando voglio diventa subito una specie di Breaking Bad all'amatriciana ,ma non nel senso deteriore del termine, diciamo un qualcosa fortemente ancorato alla realtà romana ma che riesce anche a travalicarne i confini, naturalmente facendo tutte le distinzioni del caso, descrivendo senza tanti eufemismi una situazione al collasso perché quando la cultura e la meritocrazia diventano degli handicap e non dei punti di forza nei curricula di chi cerca lavoro, beh, allora si è arrivati al punto di non ritorno.
Non so se sia " il film più divertente dell'anno" come c'è scritto sulla locandina, ma sicuramente si ride e anche parecchio mentre lo vedi.
Appena finiti i titoli di coda , però , si apre lo spazio alla riflessione e ti accorgi di aver appena visto un'istantanea impietosa scattata sul tuo Paese e sulla realtà che ti circonda.

La risata si trasforma in un ghigno sardonico a denti strettissimi e quel finale lieto , ma solo a prima vista, non fa altro che accentuare il male alle mandibole
Smetto quando voglio è un film che funziona a meraviglia , con un ritmo infallibile e un gruppo di attori affiatato che fa a gara per rubarsi la scena.
Un plauso anche all'accuratezza della confezione, cosa non precisamente frequente nella commedia italiana recente, con una fotografia ricca di tonalità sature che conferisce al film un cromatismo particolare.
Da vedere.
( VOTO . 7,5 / 10 )
