Ho voluto portare la Purulla dal dentista.
Questo perché credo che il primo contatto con i medici vada fatto in un contesto positivo e privo di dolore: lei di problemi ai denti non ne ha, e quindi la visita è consistita solo nell'esame della boccuccia spalancata.
Il bello è stato il suo atteggiamento in generale: a casa diceva "non vojo andae dal dentista", sulla stessa musica del "non vojo andae all'asilo", e invece...
Siamo arrivati ed è andata di corsa là dove le era stato detto, nella sala d'attesa dei bimbi piena di giochi, con tanto di animatrice (che po po di nicchia hanno scovato, tutte queste animatrici!) che faceva fare i lavoretti ai bimbi, e lei si è seduta subito a giocare incollare eccetera, e mi è sembrata di vederla, all'asilo, mentre fa quello che dice la maestra tutta contenta e concentrata.
E' stata una finestra sul suo mondo che mi ha reso felice.
Quando è arrivato il suo turno, si è arrampicata sulla poltrona e ha spalancato subito la bocca, non prima di aver notato il brontosauro appeso alla parete.
La dentista, incinta, ha fatto tanto d'occhi e non ha perso l'occasione per fare il confronto con la sua, di bimba. Mi domando cosa spinga le mamme a cercare di confrontare sempre la propria creatura con quella degli altri. E io, come una scema, a dirle che la mia a due anni diceva sì e no cinque parole. Non nascondo che un po' mi riempie di orgoglio che usi il congiuntivo, e riconosca il mammut e il colore tucchese, però non ne faccio una questione di vita o di morte.
Per questo vi linko il post di Raffaella, che rimanda ad un articolo che ho adorato e che -homeschooling a parte- condivido pienamente.
Quello che mi riempie veramente di orgoglio è quanto successo stamattina.
Si è svegliata alle 6:40. Non mi ero ancora preparata il caffè.
Ha cominciato subito a finfottare e a piangere, "dove andiamo? Non vojo andae all'asilo, non vojo!", e avanti così per venti minuti.
Nel frattempo abbiamo fatto colazione, l'ho vestita, l'ho coccolata e così via, attingendo a piene mani al catino della pazienza. Mi ci sono fatta la doccia, con la pazienza, in questi giorni, per non urlarle un BASTA.
In auto ha ripetuto che non voleva andare, poi non so come abbiamo cominciato a chiacchierare tranquillamente. Che avremmo guardato insieme il menu, per sapere cosa le avrebbero dato da mangiare oggi, perché lo spezzatino con la polenta non le era piaciuto proprio per niente.
E poi ha detto "oggi farò la brava". E così è stato.
Niente lacrime.
Siamo scese dall'auto cantando, siamo entrate nell'androne tutte contente, "tutte le mamme e i papà accompagnano i loo bimbi all'asilo!", eh già.
Salutato le maestre e il custode con un grande buongiorno, siamo andate all'armadietto, dove abbiamo trovato il lavoretto con l'angioletto che aveva fatto martedì. L'impronta delle sue manine a formare le ali, la pastina a fare i capelli.
Il mio animo ateo ha avuto un piccolo rigurgito, cuore di mamma si è sciolto.
Abbiamo letto il menu, oggi ci sono il passato di verdure con la pastina, il pollo e il purè.
"Che buoni! Mi piacciono tanto."
Siamo uscite in giardino, ed eravamo tutte sole.
Abbiamo giocato sull'altalena rossa, la sua preferita.
Poi le ho detto che dovevamo tornare dentro perché dovevo andare al lavoro.
E' scesa dall'altalena, siamo entrate, mi ha dato un grande bacio sereno ed è andata a prendere L. per mano.
Io uscendo per poco non ho abbracciato tutti quelli che ho incontrato.
Avevo un sorriso stampato in faccia e il cuore allagato di felicità.
Poi al lavoro ho rovesciato il cappuccino sulla scrivania, ma oggi nulla potrà turbarmi!