Autore: Michele Rainone
Indagine sull’uso dei nuovi media tra gli studenti delle scuole superiori lombarde è il titolo dello studio a cui facciamo riferimento: i ragazzi monitorati sono stati ben 2.327 e le conclusioni hanno sfruttato anche i risultati ottenuti nei test SNV/INVALSI, che – lo saprete senz’altro – sono da sempre soggetti a una infinità di polemiche sia da parte degli studenti sia da parte dei docenti, per via delle modalità e dei contenuti di svolgimento. Ma non è sul metodo della ricerca che vogliamo soffermarci, bensì sui risultati a cui quest’ultima è giunta:
«[...] In media – si legge su Milano.corriere.it – gli studenti lombardi trascorrono circa tre ore al giorno in Rete, principalmente chattando sui social network (83 per cento) e cercando informazioni e approfondimenti (53 per cento). Ma per ogni ora passata in più su Internet, l’apprendimento cala di 0,8 punti in italiano e di 1,2 punti in matematica. [...] Tale calo sarebbe ancora più marcato considerando solo la quota di tempo che gli studenti trascorrono online per motivi di studio: meno 2,2 punti in italiano e meno 3,2 punti in matematica».
In altri termini, è chiaro che, pure quando lo studente utilizza Internet per ricerche e approfondimenti, lo fa sbagliando: magari copiando qua e là, senza criterio, oppure cercando soluzioni in siti non opportuni (influenzato, purtroppo, dalle pagine web proposte da Google); le possibilità possono essere parecchie, ma alla base di quanto dato c’è senz’altro un motivo più profondo:
«Quelli che vengono definiti nativi digitali appaiono bisognosi di guida rispetto agli usi significativi della Rete – queste, le parole di Marco Gui, responsabile del gruppo lavori –. C’è oggi un grande spazio di intervento per scuola, istituzioni e ricerca nell’identificazione e promozione di 'diete mediali' che supportino lo sviluppo scolastico e personale dei ragazzi».
È come se, anzi è senz’altro così, il sistema scolastico italiano provasse repulsione per le nuove tecnologie, che, però, nella realtà, non hanno solo il fascino (e l’utilità) dell’immediatezza e della condivisione, ma pure la consistenza del contenuto; non tutti i siti e non tutti gli strumenti digitali sono affidabili, questo è vero, ma è altrettanto indiscutibile il contrario: bisognerebbe guardare Wikipedia, per fare solo l’esempio più eclatante, non come un cumulo di notizie infondate e imprecise, ma come una delle più grandi conquiste degli ultimi anni. Migliorabile, certo, ma la perfezione – si sa – non è mai esistita.