Anche se non sono una fan di XFactor, The Voice of Italy e Grande Fratello mi è impossibile non notare la quantità like, hashtag e commenti che dal piccolo schermo vengono proposti sui miei stream social.
La social TV è ormai da considerarsi “the next big thing” per dirla all’americana. I giganti del mondo digital Twitter e Facebook si stanno sempre più muovendo in questa direzione: Twitter con la sua partnership con Nielsen per il rating dei migliori programmi tv , annunciando di poter targettizzare in tempo reale gli utenti che guardano un determinato programma TV, mentre Facebook promette pubblicità personalizzate legate al programma che l’utente sta guardando. Entrambe mirano ad accaparrarsi una fetta della spesa in pubblicità televisiva che tuttora rappresenta la quota più grande di investimento in marketing (quest’anno si stima solo negli Stati Uniti un ammontare di 68 miliardi di dollari contro i 47 spesi in marketing digital).
In Italia la quota di utenti coinvolti nella partecipazione live ai programmi TV cresce anno dopo anno per programmi di natura molto diversa, da Amici di Maria a Servizio Pubblico.
La sfida sta nel creare contenuti adatti allo scopo, di certo i pubblicitari non potranno riadattare i loro spot di 30 secondi per farli rientrare sui nostri smartphone. Il punto su cui riflettere è se davvero il “secondo schermo” può coinvolgere di più gli spettatori oppure invece distoglierli da quello che accade sul primo. Secondo uno studio condotto da Google sul fenomeno del multi-schermo, il 77% delle volte in cui guardiamo la tv lo facciamo con un altro device.
Interagire con notizie relative al programma TV, scoprire altri programmi simili, comprare prodotti pubblicizzati contemporaneamente sui due schermi, davvero l’arricchimento dell’esperienza televisiva porta più engagement? O questo bombardamento di informazione porta solo distrazione?
Sarà, ma i commenti della nonna sulle telenovele delle due del pomeriggio mi divertivano di più di un hashtag.