Scrive Giuseppe Prezzolini: “Che peccato che un Gramsci si sia trovato nella condizione di sacrificare la sua intelligenza e la sua vita alla creazione della società più triste, più oppressiva, più noiosa, più funerea del mondo, la civiltà comunista”.
Prezzolini, come molti altri, confonde il Socialismo con il Comunismo: è il primo ad essere totalitario, in quanto dittatura del proletariato, mentre il Comunismo, nelle concezioni di molti filosofi, è, almeno sotto il profilo teorico, società libertaria, senza classi e quindi senza Stato. Sbagliano, a nostro avviso, coloro che paventano l’instaurazione del Comunismo negli Stati Uniti d’America, fautore il pessimo Barack Obama (Barry Soetoro): il progetto della feccia mondialista è diverso, poiché coincide, invece, con la creazione di compagini di tipo statalista.
Se il motto del Comunismo è “ad ognuno secondo le sue esigenze, da ognuno secondo le sue capacità”, se l’ideologia comunista prospetta un consorzio in cui ogni uomo può scegliere il lavoro a lui più congeniale, con la possibilità di cambiarlo quando più gli aggrada, si può immaginare un mondo più diverso da quello che hanno creato i nostri diabolici governi?
Non è un caso se Obama ed altri statalisti hanno scelto come simbolo atto a rappresentare le loro aberranti idee, il sole nascente, che è emblema del Socialismo.
Vero è che il Comunismo volto a valorizzare la libertà, l’eguaglianza, il talento, la creatività, il rigetto dello Stato, non è esente da contraddizioni, prima fra tutte l’abolizione della proprietà privata, sostituita da quella collettiva, con cui lo Stato, espulso dalla porta, rischia di rientrare dalla finestra. Nondimeno ogni ideologia politica è incrinata da incongruenze e tende a configurare un’utopia, pericolosa come tutte le utopie.
E’ un’utopia il pensiero politico di Platone che prescrive per la classe dei reggitori la rinuncia non solo al possesso di qualsiasi bene, ma pure ad una famiglia per evitare il nepotismo. Nonostante ciò, non è forse un’idea suggestiva?
Si rivelò una chimera anche il Comunismo vagheggiato dal Cristianesimo delle origini, ma era fondato, mutatis mutandis, sui medesimi princìpi ai quali si ispirano i vari teorici contemporanei dell’organizzazione comunista, dai filosofi del XVIII secolo fino alla coppia Marx-Engels ed oltre.
Gli Atti degli Apostoli descrivono il funzionamento della prima comunità cristiana, mettendo in risalto l'aspetto della comunione dei beni:
“44 Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 45 Chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa, prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. 48 Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”. (Atti degli apostoli 2,44-48) [1]
E’ naturale che la realizzazione storica è stata ed è molto diversa: il Leninismo, lo Stalinismo, il Maoismo etc. nel momento in cui si concretano come sistemi coercitivi, quali strutture di dominio culminanti in un capitalismo di Stato, sono il più plateale, definitivo, clamoroso tradimento degli ideali comunisti, un po’ come il Cattolicesimo è l’abiura del Cristianesimo primigenio.
Spesso si tacciano i vari pagliacci del Partito “democratico” di essere “comunisti”. In primis, bollarli come “comunisti” significa accreditarli come persone in grado di concepire un pensiero purchessia, il che è impossibile. In secondo luogo la loro perversa politica li dichiara statalisti, propugnatori di un intervento invadente e capillare del potere nella vita di cittadini, ridotti non a sudditi, ma a cose. Semmai una coloritura comunista manifesta il partito ellenico Syriza, almeno nei discorsi dei suoi principali esponenti: per quanto riguarda i veri obiettivi non possiamo, al momento, pronunciarci.
E’ proprio in questo divario tra ideale e reale, tra valori e prassi, che il Comunismo, come altre ideologie, ad esempio il Liberalismo, rivela la sua natura illusoria, laddove il totalitarismo planetario, noto come Nuovo ordine mondiale, radicato in disvalori e nella più abominevole perversità, è oggi situazione tangibile, effettiva.
Purtroppo, mentre i più nobili princìpi, a contatto con la verità effettuale, presto degenerano nel loro contrario, i vizi più turpi che sono l’anima nera di quasi tutti gli esecutivi attuali, trovano ipocrita e mortale compimento nella realtà socio-politica in cui siamo invischiati.
[1] Meriterebbero di essere approfondite le somiglianze tra le forme comunitarie delle primitive chiese cristiane e molti movimenti comunisti contemporanei.
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