“L’amore è nella pancia, l’amore è un vecchio cane cieco che ti manca da quando sei andata via da casa. La domenica torni a Lagobello per lui. Prendi la metropolitana alle dieci, attraversi Milano nelle viscere, entri nel ruolo di figlia solo quando il treno esce in superficie e la città è svanita”.
Sofia si veste sempre di nero e vuole essere felice adesso, ma non ci riesce perché ha troppi conti in sospeso con il passato. Sofia è un personaggio evanescente, delicato, dai contorni indefiniti. E' il colore che sta bene a tutti, è la “Sally” di turno, è la donna che tutte sentono di essere, ma che forse non appartiene a nessuna. Sofia è come un vestito nero che possiamo indossare tutti e in ogni occasione, basta cambiare gli accessori. Paolo Cognetti con Sofia si veste sempre di nero, edito da Minimumfax, ha costruito un personaggio evanescente, delicato e indimenticabile.La storia è di quelle classiche: Sofia è una donna-bambina, eternamente fuori posto, eternamente “troppo”. I suoi genitori non fanno altro che litigare, il suo rapporto con il padre si riduce ad una serie di taciti accordi, quello con la madre invece è un completo disastro, mentre quello con gli uomini si basa su "l'usa e getta" e l’unica a capirla sembra essere quella zia, conosciuta troppo tardi, che le somiglia così tanto. Sofia si veste sempre di nero è un libro impalpabile. La scrittura di Cognetti è delicata, lirica e sofisticata al punto che quelle storie e quei personaggi ti entrano dentro e la loro storia diventa la tua storia proprio come succede quando ascolti una bella canzone. Cognetti infatti sembra aver portato su carta il mito di “Sally”: l’incompresa-incazzata, ma sensibile che arriva sempre troppo tardi, quando le porte della vita e della felicità sono ormai chiuse, quando tutto quello ha dentro di sé lo deve nascondere, perché nessuno è in grado di capirla o semplicemente di ascoltarla. Sofia è come Sally: quell’anima fragile presente in ognuno di noi o meglio, quella che vorremmo fosse dentro di noi. I protagonisti di questa storia, attraverso piccoli frammenti di vita, sono messi lentamente a fuoco. Cognetti ha infatti costruito un vero e proprio “romanzo-teatrale” (perdonatemi l’espressione) perché attraverso piccoli atti riesce a far fare incursione nella vita di Sofia, Marta, Rossana e Roberto al lettore che cercherà di esplorare quel dolore, quella malinconia e tutto il “non-detto”. La narrazione si muove fra realtà e lirismo e grazie ad un linguaggio estremamente vero e materiale riesce anche a toccare dei veri e propri “picchi di epicità”. Sofia si veste sempre di nero è un vero e proprio gioiello. E’ un romanzo-racconto duttile e malleabile che come un vestito nero, grazie a qualche piccola modifica, riesce ad adattarsi ad ogni tipo di lettore, ad ogni storia, ad ogni situazione. Sofia si veste sempre di nero non è solo un libro da leggere, è un libro da vivere.Alla prossimaDiana